Martedì 4 novembre gli americani hanno eletto i senatori che entreranno in funzione a partire da gennaio. Come tutti si aspettavano, i repubblicani hanno vinto alla grande, prendendo anche il controllo del Senato.

Negli Stati Uniti è abitudine che il partito al potere non sia il favorito alle elezioni di metà mandato. In effetti, queste elezioni mobilitano soprattutto i sostenitori dell’opposizione.
Il risultato del voto del 4 novembre significa che durante gli ultimi due anni del suo mandato il presidente Barack Obama avrà le mani legate. Non potrà prendere nessuna decisione, ma solo trattare gli affari correnti.

Diversi media sottolineano la cocente sconfitta di un presidente che sei anni fa era presentato come la rivelazione del secolo.

Sul sito Financier.com, Marc Fiorentino evidenzia che questo non dovrebbe cambiare di molto le cose: “I commentatori dicono che la politica degli Stati Uniti è bloccata da sei anni, perchè da quando è presidente, Obama ha fatto praticamente niente […] Non ho mai capito il delirio mondiale quando era stato eletto. Quanti milioni di magliette “Yes I Can” sono state vendute? Oggi più nessuno le porta. La popolarità di Obama è crollata.”

Fiorentino prosegue dicendo che la ripresa dell’economia americana e il basso tasso di disoccupazione non hanno portato vantaggi a Obama, che è accusato di danneggiare l’economia : “Inoltre i risultati che ha conseguito in politica estera sono drammatici. Ha tolto i soldati americani da Irak e Afghanistan lasciando i due paesi nel caos, ha lasciato morire la Siria malgrado vi fossero state usate armi chimiche.”

“L’itinerario politico di Obama, da eroe democratico a pietra politica al collo delle possibilità del suo partito, è la storia di un presidente che si è lasciato rapidamente e regolarmente distrarre da una serie di crisi nel corso del suo secondo mandato – scrive il giornale Washington Post – Alcune di queste crisi se le è inflitte da solo e la percezione è che la Casa Bianca non abbia saputo gestirle […] Questa situazione pone questioni riguardanti la capacità di Obama di trovare soluzioni e, più generalmente, la sua capacità di dirigere, sia nel paese che all’estero.”

“Il governo di Obama è molto abile nel presentare piani e soluzioni e sono stati fatti ottimi discorsi. Il problema, durante questi sei anni, è stata la traduzione in azioni concrete di tutte queste parole. La gestione non è il punto forte di questa amministrazione – commenta David Rothkopf, autore di “National Insecurity: American Leadership in an Age of Fear”.

“Obama ha indubbiamente i suoi meriti – scrive Conor Friedersdorf nel portale The Atlantic – Ma trovo allarmante essere confrontato a un presidente che :

. ha spiato ogni cittadino americano
. ha taciuto sulla tortura
. ha ucciso centinaia di innocenti con attacchi di droni
. ha condotto una guerra contro un cittadino americano e poi lo ha ucciso senza processo
. ha permesso che ufficiali di alto rango incaricati della sicurezza nazionale violassero la legge

Malgrado ciò, almeno 4 americani su 10 approvano ancora quello che fa Obama. Lo trovo allarmante.”

(Fonte : Express.be)