A questo articolo, già apparso nel Corriere, fa riferimento l’on. Claudia Crivelli Barella, deputata Verde.

Ecopop 2

L’iniziativa Ecopop, posta in votazione il 30 novembre 2014, si propone di arrestare la “sovrappopolazione” e di conservare “le basi naturali della vita”. La sovrappopolazione è riferita all’uomo, mentre la vita di cui occorre tutelare le basi naturali è quella degli altri viventi. I fautori dell’iniziativa sembrano partire dal presupposto che le “persone sono come un cancro per la Terra” (testuali parole di una deputata dei Verdi a cui concedo il beneficio dell’oblio) e che lo Stato debba quindi adoperarsi per limitarne il numero. Per raggiungere questo obiettivo l’iniziativa propone due misure: 1. limitare l’immigrazione annua in Svizzera allo 0,2% della popolazione (pari a ca. 16’000 persone l’anno, meno di ¼ dell’immigrazione attuale); 2. obbligare i Paesi poveri a destinare almeno il 10% degli aiuti allo sviluppo alla pianificazione famigliare.

Il ragionamento alla base di Ecopop è semplice: in Svizzera la crescita “naturale” della popolazione è molto debole (appena 1’500 persone al mese), per cui per impedire che nel nostro Paese la popolazione aumenti è (per ora) sufficiente limitare l’immigrazione; un domani, si vedrà. Nei confronti degli altri Stati non abbiamo particolari mezzi di pressione, salvo verso i Paesi (poveri) che beneficiano di aiuti allo sviluppo da parte della Svizzera. L’iniziativa chiede che a questi Paesi sia imposto il seguente vincolo: per ogni franco ricevuto dalla Svizzera, 10 centesimi dovranno essere spesi per ridurre le nascite di bambine e bambini. In pratica si esigono aborti e infertilità in cambio di pane: un ricatto inaudito e triste.

L’iniziativa Ecopop è già stata definita, a giusta ragione, come nociva per l’economia e contraria agli interessi del nostro Paese. Il testo dell’iniziativa è così estremo che a dei nostri concittadini potrebbe essere impedito di rientrare in Svizzera, dato che non viene fatta alcuna distinzione tra immigrazione straniera e immigrazione (svizzera) di ritorno. L’iniziativa condurrà inoltre paradossalmente a una progressiva sostituzione di stranieri residenti con lavoratori frontalieri, con le note conseguenze in termini di dumping salariale e mobilità.

L’immigrazione in Svizzera – sarebbe sciocco negarlo – è fonte di molteplici frizioni di natura culturale, economica e sociale. È quindi più che legittimo, a mio parere, che si introducano delle limitazioni e dei controlli che consentano di attenuare queste frizioni (messa in evidenza della Red). Nella scelta delle misure da adottare occorre tuttavia tenere conto della complessità del tema, senza dimenticare che gli immigrati sono persone (tali e quali a noi) e che le situazioni evolvono ed è bene garantirsi un minimo di flessibilità.

L’articolo costituzionale introdotto da popolo e Cantoni in accoglimento dell’iniziativa contro l’immigrazione di massa prevede per esempio che il numero degli immigrati sia stabilito “in funzione degli interessi globali dell‘economia svizzera e nel rispetto del principio di preferenza agli Svizzeri”. Si tratta di un criterio forse troppo economico-centrico, ma che lascia al nostro Paese un certo margine di manovra; è a partire da tale punto di partenza che occorre ora lavorare. Ecopop, in modo perentorio e (quasi) fanatico, stabilisce invece che nessuna immigrazione sia utile, positiva o giustificata. Per Ecopop nulla legittima che più di 16’000 immigrati l’anno si stabiliscano in Svizzera: né una guerra, né una catastrofe naturale, né i bisogni dell’economia, né un ricongiungimento familiare, né un moto d’umanità (figuriamoci!). Nella visione dell’iniziativa l’immigrato, soprattutto se nato nella miseria, compromette sempre e comunque “le basi naturali della vita”.

Personalmente credo che nel nostro Paese, senza per questo scivolare nel lassismo o nel buonismo, debba prevalere un’altra visione dell’uomo, meno pessimista e cinica, per cui invito a votare NO all’iniziativa Ecopop.

Maurizio Agustoni, vice-Presidente PPD-Ticino