Il 9 novembre 1989, gli abitanti di Berlino si erano radunati da entrambe le parti del Muro che divideva in due la città e avevano iniziato a distruggerlo. In poco tempo il muro che da quasi 30 anni si innalzava fra Berlino est e Berlino ovest, fra il comunismo e l’Occidente, era scomparso.

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Il Muro di Berlino era un sistema di fortificazioni fatto costruire nel 1961 dal governo della Germania est per impedire la libera circolazione delle persone tra Berlino ovest e il territorio comunista della Germania est. Lo scorso fine settimana, diverse commemorazioni hanno festeggiato il 25. anniversario della sua distruzione.

25 anni dopo la caduta del Muro di Berlino da festeggiare ci sarebbe ben poco, se si pensa alle altre barriere che ancora esistono un pò ovunque nel mondo e delle quali non si parla.
Melilla, Belfast e Israele sono alcuni esempi.

Nell’enclave di Melilla, una barriera di 12 chilometri è stata eretta e separa la Spagna dal Marocco. Una barriera simile esiste anche a Ceuta, altra enclave spagnola in Marocco. Il loro scopo è impedire il passaggio in Europa degli immigrati africani.

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A Belfast, capitale dell’Irlanda del nord, quasi un centinaio di muri dividono la comunità cattolica da quella protestante.
Il 10 aprile 1988 gli “accordi del Venerdì santo” avevano messo fine, sulla carta, a decenni di tensioni e scontri fra le due comunità, ma i muri non sono ancora stati abbattuti.
A essere favorevole all’abbattimento è solo poco più del 10% della popolazione di Belfast. La maggioranza preferisce che i muri rimangano dove sono, perchè la loro presenza fa sentire i cittadini più sicuri, al riparo dai lanci di sassi, bottiglie e petardi di chi sta dall’altra parte.

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Senza dimenticare “il muro della vergogna” per eccellenza, che gli israeliani preferiscono chiamare “il muro della sicurezza”.
Il governo israeliano lo ha fatto costruire attorno al vasto territorio della Cisgiordania e di Gerusalemme.

Una prima barriera era stata edificata attorno a Gaza durante la prima Intifada (1987-1993), quando lo Stato ebraico aveva circondato la zona con filo elettrico. Nel 2002 i palestinesi di Cisgiordania hanno conosciuto lo stesso destino di quelli di Gaza. Da 12 anni il muro che li separa da Israele protegge la popolazione israeliana impedendo fisicamente “l’entrata di terroristi palestinesi sul territorio israeliano.”

L’esistenza e il tracciato di questo muro sono contestati da organismi politici, umanitari e giudiziari. Il 21 ottobre 2003 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione per condannare il muro, con 144 voti a favore e 4 contrari.
Questo non ha impedito al governo israeliano di procedere, negli anni, al consolidamento e al continuo prolungamento del muro, che oggi raggiunge 700 chilometri di lunghezza, in certi punti è largo 50 metri e alto tre volte quanto lo era il Muro di Berlino.

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