NO alla Tassa di collegamento … senza collegamento!

(fdm) Se si volesse fare un commento, dovrebbe essere all’incirca questo. Lo Stato (o la politica), incapace di controllare la spesa, cerca con ogni mezzo di “far cassa”. Poco originale ma calzante.

Dedini smIl Consiglio di Stato ipotizza l’introduzione di un ulteriore aggravio per i Ticinesi. Andare a lavorare in futuro potrà costare fino a 800 franchi, mentre a fare la spesa mediamente “solo” 120 franchi in più.

L’ASSEA – Associazione Economia e Ambiente – è stata ricevuta oggi dalla Commissione Gestione e Finanze del Gran Consiglio. ASSEA chiede che “la tassa di collegamento senza collegamento” venga respinta e stralciata dal preventivo 2015 del Cantone. La tassa di collegamento dovrebbe essere la contro prestazione pagata dal privato per l’allacciamento del suo fondo al trasporto pubblico. Questa tassa è invece una mera misura fiscale antisociale che andrà a colpire indistintamente sia i consumatori sia i lavoratori ticinesi, senza migliorare la qualità del trasporto pubblico.

Il Consiglio di Stato ha deciso l’adozione di alcuni provvedimenti estremamente controversi, negando qualsiasi possibilità di dialogo alle associazioni economiche e omettendo di procedere alla procedura di consultazione prevista dalla legge. Una di queste misure, la nuova tassa sui posteggi privati, è stata oggetto dell’odierna audizione presso la Commissione della Gestione.

Le associazioni economiche non sono di principio contrarie a qualsiasi misura proposta dal Governo. Desiderano poter concorrere alla ricerca di soluzioni dei problemi legati alla mobilità con i quali quotidianamente tutti ci vediamo confrontati. Il mondo economico è pronto a sostenere e accettare anche delle misure incisive, a patto che lo Stato soddisfi una premessa irrinunciabile: la legalità, l’efficacia e la proporzionalità delle misure che vuole adottare deve essere dimostrata.

In tutta evidenza risulta quantomeno dubbia la conformità della “tassa di collegamento senza collegamento” con la Costituzione federale, rilevato che il balzello è stato concepito per fare in modo che lo Stato possa ottenere il pagamento di un determinato importo per l’utilizzo di suolo privato da parte di privati. Dai documenti a disposizione risulta che il Consiglio di Stato non ha svolto accertamenti giuridici particolari in relazione agli articoli costituzionali con cui la tassa si pone in contrasto.

Nel messaggio 6987 sul preventivo 2015 del Cantone il Governo non ha proceduto inoltre all’analisi in merito alle possibili conseguenze economiche, dirette e indirette, legate all’introduzione della nuova tassa. Tra le altre cose la tassa avrà l’effetto di favorire il turismo degli acquisti in Italia, in particolare presso i grandi centri commerciali posti a ridosso della frontiera, con lo spiacevole corollario di provocare sicure perdite per i commerci ticinesi (oltre che per le casse cantonali e comunali). Studi effettuati in Svizzera interna hanno dimostrato la diretta correlazione tra la messa a pagamento dei posteggi dei centri commerciali e la riduzione della loro cifra d’affari.

Oltre a non risolvere i problemi del traffico e a non generare alcun effetto positivo sull’ambiente, la nuova tassa avrà delle conseguenze nefaste non solo per il mondo economico, ma soprattutto per i consumatori e i lavoratori che si vedranno caricati nella loro quotidianità di oneri supplementari, sia quando vanno a fare la spesa, con un incidenza media di 120 franchi, sia quando si recano al lavoro, con dei costi supplementari di quasi 800 franchi. Le aziende colpite da questa tassa, per far si che la stessa possa generare i 12 milioni che il Governo si auspica, dovranno forzatamente ribaltare i costi sulla loro utenza. In caso contrario infatti le aziende potranno dedurre la tassa dalle loro imposte, generando un gettito fiscale inferiore e mitigando dunque pesantemente l’effetto delle entrate supplementari che il Consiglio di Stato si attende.

Michele Dedini, Presidente ASSEA