Io sono noto (vorrei dire: famigerato) “per dare, solitamente, ragione a Quadri”. Lo faccio, forse, anche, perché è un ex alunno al quale sono affezionato. Ma soprattutto perché penso che su determinate cose (e molte volte) egli abbia realmente ragione. Parliamo oggi del divieto del burqa.

BurqaScrive su LiberaTV Andrea Leoni: Addirittura Lorenzo Quadri, responsabile del turismo luganese, e tra i leghisti che più si sono spesi nella battaglia contro le derive dell’Islam, si è detto favorevole all’eccezione “visto che il principio dell’integrazione – sul quale si regge l’applicazione della norma – per una persona che rimane pochi giorni in Ticino non ha senso”. Quadri, comprensibilmente per il ruolo che ricopre, sfodera tutta l’astuzia e l’abilità politica e retorica di cui notoriamente è dotato per tentare di far digerire un boccone indigeribile.

Quadri o Leoni? No, Lorenzo, o “responsabile del turismo luganese”. Non arrampicarti sugli specchi. Abbiamo votato (tu e io) il divieto del burqa

a) perché esigiamo che le persone nei luoghi pubblici si mostrino a viso aperto (ed è una regola che applichiamo in casa nostra)

b) perché l’imposizione del burqa proviene da un condizionamento familiare e/o religioso che viola la libertà e la dignità della donna.

Non pretendiamo di “integrare” le turiste saudite! Leoni o Quadri? Per forza Leoni. Quadri deve capire che non può simultaneamente avere “tutto e il contrario di tutto”. Si è battuto valorosamente contro il burqa, e ha vinto. Con Ghiringhelli. Non sciupi, adesso, la sua vittoria.