Pubblico con piacere questo notevole articolo, audace e propositivo, del dr. Paolo Pamini, economista, candidato al Consiglio di Stato sulla lista della nuovissima alleanza elettorale “la Destra”. Ticinolive seguirà con particolare attenzione la campagna elettorale, già in atto, di questo giovane esponente di Area Liberale, che si affianca efficacemente al presidente del partito Sergio Morisoli.

 

L’aeroporto di Agno potrebbe esser rimesso in pista grazie alla cordata di imprenditori privati capitanata da Silvio Tarchini con la collaborazione di Giorgio Giudici. Se così fosse, la garanzia dell’esenzione fiscale per scopo pubblico fornirebbe ulteriore carburante all’iniziativa e un primo buon esempio di riforma dei compiti dello Stato: via la spesa dello Stato e restituzione di competenze alla società e agli imprenditori sognando una Aviation Valley Ticino.

La situazione è maledettamente semplice: (1) la città di Lugano combatte con la spesa e non ha soldi da investire; (2) in tanti anni l’aeroporto affonda in un lento declino controllato senza svolte strategiche; (3) i comuni confinanti fanno ricorsi contro nuovi hangar sognando di spostare l’aeroporto a Magadino per liberarsi del (ormai poco) rumore e ottenere più gettito fiscale dai nuovi terreni industriali; (4) il Cantone non si esprime sull’importanza o meno dello scalo nella strategia di promozione del territorio; (5) privati con una visione, mezzi e contatti si sono fatti avanti. In realtà, nell’attuale contesto di finanze pubbliche comunali e cantonali sempre più sotto pressione, andava da tempo attivamente cercata la collaborazione con i privati se non addirittura la cessione bella e buona della gestione entro pochi chiari paletti. A maggior ragione quindi, sarebbe da cogliere al balzo la proposta della cordata di cui nuovamente si parla in questi giorni.

Pamini 112Con Carlo Graziani e Rivo Cortonesi a Interlibertarians 2014

Sul piatto c’è molto: dalla promozione della location Ticino per nuovi residenti fino al lancio di una vera e propria Aviation Valley Ticino, sulla falsariga della Fashion Valley nata negli ultimi decenni. Fa riflettere l’assenza ad Agno di un’ampia attività connessa all’aviazione di jet privati, un tempo già più sviluppata di oggi, che avrebbe addirittura dovuto aumentare di pari passo con il maggior numero di benestanti e stranieri facoltosi nel frattempo venuti a risiedere in Ticino. È sintomatico che, spesso, tale clientela voli da Linate. Altro che sperare solo in qualche caro volo di linea per ticinesi che volano da Milano o Zurigo. Se Agno diventasse il nucleo della futura Aviation Valley, sarebbe lecito sognare la promozione e messa in rete di tante imprese aeronautiche svizzere ed internazionali. Ruag e alcune società di elicotteri fanno non a caso parte della cordata, e a pochi chilometri da qui abbiamo Agusta a Varese o la Pilatus oltre Gottardo. Si pensi poi a funzioni di formazione e aggiornamento dei piloti, per esempio installando simulatori di volo, alla manutenzione e sviluppo, nonché alla domiciliazione in Svizzera dei jet aziendali con tutti i vantaggi fiscali che ne possono conseguire.

Proprio la leva fiscale potrebbe diventare lo strumento futuro con cui promuovere una rivoluzione civica che restituisca competenze pubbliche nelle mani di privati e di associazioni. Si risanano i conti pubblici, si responsabilizza e coinvolge la popolazione, e si aumenta l’efficienza dei servizi. Anziché spendere ulteriori soldi pubblici, che non ha più, lo Stato può per esempio concedere ai nuovi gestori privati di Agno l’esenzione fiscale per scopo pubblico sugli utili che verranno conseguiti con la gestione dell’aeroporto. In altre parole, lo Stato rinuncia ad un gettito fiscale ipotetico e futuro, si libera dei costi di gestione, e non sussidia nessuno. Un aiuto del genere può solo andare a vantaggio di strutture efficienti che in primo luogo generano utili, ed evita di sussidiare inefficienti carrozzoni clientelari. Ma non solo: una volta data l’esenzione fiscale, i privati possono donare mezzi finanziari (qui all’aeroporto) deducendoli dalle proprie imposte. Immaginiamo per esempio un gestore privato sotto forma di società anonima aperta alla partecipazione della popolazione, che ne compra le azioni e parallelamente dona mezzi risparmiando sulle proprie imposte a beneficio di un progetto voluto, ma non fatto, dalla politica.

Pamini 113Con il professor Sergio Rossi a Interlibertarians 2014

Questi esempi, che implicano un cambio di mentalità sul ruolo dello Stato, non hanno nulla a che fare con privatizzazioni selvagge e lasciano intendere i vantaggi di un vero passaggio dal fallito statalismo di vecchio stampo al coinvolgimento della società civile. Una rivoluzione civica per rilanciare il Ticino liberandoci dalla bulimia finanziaria che sta seriamente mettendo a rischio il nostro benessere duraturo.

Paolo Pamini
AreaLiberale e Liberales Institut
(pubblicato nel CdT)