Romano 2

Mercoledì prossimo giunge finalmente in discussione al Consiglio Nazionale l’iniziativa popolare “Per il matrimonio e la famiglia – basta discriminazioni per le coppie sposate” promossa dal PPD e firmata da 120’161 cittadine e cittadini. Si è arrivati esasperati al lancio di un’iniziativa popolare poiché da anni le istituzioni federali ignorano una sentenza del Tribunale federale che, nel 1984 (!), aveva confermato il valore discriminatorio dell’attuale legislazione fiscale federale. Sostanzialmente l’iniziativa elimina, sia nella fiscalità sia nelle assicurazioni sociali, gli svantaggi per le coppie coniugate rispetto alle persone che convivono in concubinato. In pratica oggi, ingiustamente, una coppia che si sposa paga più imposte rispetto al momento in cui conviveva. Nel contempo una coppia di anziani coniugata riceve meno AVS di quanto potrebbe ricevere se non fosse unita da matrimonio. Una situazione anticostituzionale, incomprensibile e assolutamente pericolosa per l’istituto del matrimonio. Si tratta di un vero e proprio deterrente all’unione coniugale riconosciuto chiaramente da una sentenza del Tribunale federale datata 1984. Una coppia sposata non deve pagare più imposte di quando non lo era.

Verosimilmente mercoledì prevarrà purtroppo una netta maggioranza che raccomanderà di respingere l’iniziativa, probabilmente a favore di un controprogetto che nulla ha a che fare con la proposta del PPD. Pur di non accettare la nostra iniziativa, che in maniera semplice e diretta pone fine alla discriminazione fiscale delle coppie sposate, si è inventato un controprogetto politico. Per perdere tempo e svincolare si propone una riforma radicale del sistema fiscale che necessiterà anni per eventualmente essere messa in vigore. Non è quindi una risposta all’iniziativa PPD, ma un’abile mossa per distogliere l’attenzione dal reale problema da risolvere.

Sono certo che il Popolo sconfesserà la maggioranza delle Camere federali. Quasi tutti gli schieramenti politici si professano in teoria impegnati per le famiglie. Se guardiamo solo alla corrente legislatura sono giunte in Parlamento e anche in votazione popolare numerose proposte. Troppo spesso non si sono trovate maggioranze perché il singolo progetto proveniva da un Partito piuttosto che dal proprio, perché la misura proposta comportava dei costi o perché si riteneva che quanto in discussione non andasse a favore di tutti i modelli di famiglia. Non esiste l’iniziativa perfetta, ma esistono tante famiglie per le quali una boccata d’ossigeno rappresenta un significativo miglioramento della qualità di vita. Quest’iniziativa ha certamente un costo, ma è un prezzo – sopportabile – necessario a eliminare una discriminazione comprovata. Concerne di principio tutte le famiglie del Paese poiché soggetti fiscali. Dire no perché promossa dal PPD è sterile partitocrazia. Se si desidera realizzare altre riforme fiscali le si portino avanti parallelamente, ma non per frenare l’iniziativa PPD. La famiglia è un investimento, non un costo. Dopo trenta anni è ora di eliminare la discriminazione fiscale del matrimonio.

Marco Romano, consigliere nazionale PPD