Fontana 1Se qualche volta ho detto in giro che udii l’esplosione, beh sappiate che è una gran balla. In verità non mi accorsi di nulla. Stavo giocando a scacchi al circolo, in via Chiaravalle, una viuzza secondaria che va da via Larga a via Festa del Perdono, dove ha sede l’Università Statale (una parte di essa).

Non udii proprio nulla ma quando uscii prima delle cinque (non ricordo perché uscii così presto) era notte. Le ambulanze erano molte e parevano impazzite e sciamavano per via Larga e anche in piazza del Duomo a sirene urlanti. Si dirigevano verso piazza Fontana.

I cordoni di polizia non erano ancora divenuti ermetici e qualcosa i primi curiosi potevano, sulla punta dei piedi, vedere.

Oggi come oggi, quarantacinque anni fa.

L’esplosione avvenne il 12 dicembre 1969 alle ore 16:37: una bomba scoppiò nella sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura in piazza Fontana a Milano, uccidendo diciassette persone (quattordici sul colpo) e ferendone altre ottantotto.

RipperUN BLOGGER SCACCIATO CON DISONORE
Nel febbraio un blogger dal torbido nome di Jack the Ripper fu cacciato in malo modo da Ticinonline (un’ora dopo che n’era stato scacciato, con non minore infamia, il celebre Bike). Egli approdò (poiché cercava una casa, una capanna, una cuccia) al nuovissimo portale Ticinolive, fondato appena un paio di mesi prima, il 1° dicembre 2010.

Una cosa da nulla, direte, uno dei mille futili bisticci del mondo del web. Sì, una piccola cosa davvero, che tuttavia ebbe delle conseguenze.

UngarettiIL SESSANTOTTO NON MUORE MAI
Un mio distinto collega (non certo uno degli ultimi, un affermato scrittore, e anche un bell’uomo secondo il parere di mia moglie) un giorno, parecchi anni or sono, mi fece all’incirca questo discorso: “Le note non servono a niente, sono anzi controproducenti, per non dire oppressive. Conosco un professore di matematica (lo conosceva lui, io no) che ha detto a un suo allievo, dotato per la letteratura ma totalmente nullo in mate: -Tu nella materia meriti due, e non puoi farci niente, è il tuo destino. Ma io ti darò sempre quattro, un quattro politico, perché ho fiducia in te e per permetterti di proseguire gli studi – “.

Io gli risposi con un sorriso: “Amico la tua scuola, la scuola che hai in mente, se esiste, ha certamente un nome ed esso è: la scuola degli asini!”

Avrei forse dovuto dirgli: la scuola delle illusioni, ma il quadrupede mi parve più incisivo e pregnante. Il Sessantotto non muore mai. E dire che alcuni sessantottini sono sulla soglia della casa anziani.PLRTIRATINA D’ORECCHI A MICHELE MORISOLI
IL PLR vive giorni tesi e drammatici. Le linee telefoniche sono roventi (Regio dixit). Sono rimasti in quattro (ma si può rimediare). In prima pagina dell’ultima Opinione Liberale Michele Morisoli non trova di meglio che allestire uno stucchevole compitino, tessendo le lodi dell’uno e dell’altro e del terzo e del quarto candidato. Ma che fossero buoni lo sapevamo già, fin dalla (quasi lontana) sera del capannone. Nessuno si offenda, ma ci vuol altro. Oltre tutto il Partito ha fior di collaboratori laureati in “Scienze della Comunicazione”. È il momento di tirarli fuori!

Per la casella rimasta orfana io vedo 5 possibilità, per nulla equivalenti: Sadis, Cattaneo, Merlini, dell’Ambrogio o Masoni (Marina).

Bisogna pensarci bene e con calma. Io consiglierei di aspettare i primi giorni del nuovo Anno.