Ordine di scuderia azzurro

SoldatiZIBALDONE-ELEZIONI

Osservo da lontano le manovre più o meno machiavelliche messe in atto dai grandi strateghi dei partiti e da personaggi che ritengono che un loro appoggio o appello pubblico a questo o quel possibile candidato (i Giorgio Noseda, gli Alex Pedrazzini, i Dick Marty e tutti gli altri citati dal CdT del 13 dicembre, che non si lasciano mai scappare l’occasione di occupare un posticino alla ribalta) sarà (sì, “sarà”, non “potrebbe essere”, credono loro) determinante nelle prossime elezioni cantonali.

Antonini   Che un comandante in carica di un corpo paramilitare come quello delle guardie di frontiera non potesse essere la persona adeguata per una candidatura partitica mi sembra così evidente, patente e manifesto che mi stupisco che il comandante non l’abbia capito sin da prima del momento in cui ha accettato di candidarsi, sbagliando. Gli va dato atto di aver saputo rinunciare, anche se in grave ritardo, prendendosi carico delle ricadute negative sul suo prestigio.

Il braccio destro   Grave mi sembra anche il fatto che l’inadeguatezza di questa candidatura non sia stata capita dal responsabile del già partitone per la lista dei candidati. Un responsabile che il CdT definisce come braccio destro del presidente Cattaneo. Mi vien fatto di pensare che più che un braccio, destro o sinistro, è una mente che avrebbe fatto all’uopo.

L’ex presidente auspica   Giovanni Merlini auspica pubblicamente che la Signora Sadis accetti di ricandidarsi. Una bella dimostrazione di stima e amicizia. Ma che non elimina il sospetto che il consiglio sia più interessato di quel che vuol apparire: per esempio motivato dal desiderio, inconscio ma non troppo, di metter fuori gioco sin da aprile quella che potrebbe diventare una seria concorrente nel prossimo mese di ottobre: promoveatur ut amoveatur! Nel complesso la lista per il C d S del partito che è stato per oltre un secolo il vero padrone del Ticino mi sembra una lista di deludente debolezza.

Una lista molto (troppo?) forte   Una lista forte, molto forte, è quella del PPD. Un Consigliere di Stato uscente, un Consigliere nazionale in carica, elettoralmente fortissimo, e un capogruppo che dopo gli 8000 dell’Himalaya sta adesso scalando anche le vette politiche. Non apprezzo, personalmente, la messa in lista di un candidato fortissimo di cui si sa già che, se eletto, come sarebbe probabile senza manovre dietro le quinte, non potrà accettare la carica, pena un rischio gravissimo per la grossa azienda di famiglia che dirige. Infatti le manovre sono già in corso. Gli ordini di scuderia del PPD sono questi: tutti i voti a Beltraminelli, nessun voto ad aprile a Regazzi, che contribuirà con un buon apporto di schede da parte di ingenui di altri partiti, una montagna di voti a ottobre (che sarebbe arrivata comunque) e la pratica certezza che Dadò sarà un nuovo Consigliere di Stato a partire dal 2019.

Il Grande Comunicatore avrà le schede?   Savoia: tutti gli pronosticano uno strepitoso successo elettorale, almeno dal punto di vista personale. Ma per essere eletti in Governo i voti personali non bastano, anche se aiutano. Ci vogliono schede: e qui il pronostico diventa meno positivo. Personalmente sono convinto che i verdi, con la loro vittoria ottenuta a Berna sull’uscita dal nucleare, ci stanno trascinando in un disastro economico, e penso che molti cittadini, consci dei reali problemi energetici, condividono questa mia opinione. Piaccia o non piaccia, le energie rinnovabili stanno in piedi solo a furia di sovvenzioni miliardarie, e all’orizzonte non vi è neppure un barlume di progressi tecnologici che possano renderle economicamente competitive nei confronti del nucleare. Sono progressi certamente possibili all’ingegno umano, ma di là da venire. Ne deriva che l’uscita dal nucleare, decisa da un improvvido Governo e accettata tirando il freno a mano dalle Camere, è assolutamente prematura e quindi dannosa. In una simile impresa la Germania ha buttato al vento (un vento che non fa girare le pale degli impianti eolici) più di 100 miliardi di euro. E adesso brucia gas e carbone per produrre l’energia che consuma, con grave scapito proprio del secondo cavallo di battaglia dei verdi: il riscaldamento climatico. Ma quella dei verdi è una religione, e contro le religioni non c’è raziocinio che tenga. Limitiamoci quindi a fare i nostri auguri a Savoia e ai suoi aficionados.

Non può essere “replicato” da un parente   La Lega: difficile il giudizio sulle sue prospettive per l’aprile 2015. L’Attilio si dà da fare, ma non è in grado di far dimenticare il Nano. Due pezzi da novanta sono impegnati fin sopra il collo nel tentativo di rimettere in sesto le finanze disastrate di Lugano, con una crisi che certamente non li aiuta. Per anni sono stato seduto vicino a Gobbi in GC, traendone giudizi sempre positivi. La faccenda dei radar (lo si voglia o no, servono almeno nella misura del 95% per fare cassa: l’ho sostenuto anche in GC in qualità di relatore di forte minoranza quando furono introdotti i radar fissi) lo ha certamente danneggiato dal punto di vista elettorale. Difficile dire se in misura incisiva o no. Seduto accanto a Zali sono stato per due anni in Consiglio comunale a Bioggio. Ne ho ricavato un giudizio francamente positivo, che mi sembra confermato dal suo operare in C d S. Non ha dovuto affrontare un’elezione a livello cantonale, il suo risultato nel 2015 resta perciò una perfetta incognita. Credo che la Lega sarà condannata a far la parte del leone nella cessione di schede ai verdi, cessione che, se si realizzasse, andrebbe a favore di un partito liberale che non merita, a mio personale giudizio, il raddoppio. Comunque sia, quello del raggiunto o mancato raddoppio (o subìto o evitato dimezzamento) delle poltrone di governo sarà il leitmotiv delle prossime elezioni.

Il partito di Roic   Il PST: dei socialisti, nihil nisi bonum. Nel mondo delle ideologie i monopolisti del progresso stanno imperturbabili in sella al destriero, guardando dall’alto in basso gli intoccabili di destra. I pronostici li escludono dalla lista dei partiti candidati al raddoppio dei consiglieri di stato, ma credo che se Lurati e Ghisletta ce la mettono tutta possono farcela. Beninteso solo con il sostegno indefesso di Pelin Kandemir e, dietro le quinte, del Sergio Roic che si autoproclama scrittore, per non parlare del Nenad Stojanovic.

Noi   L’Area di Destra: sono presidente onorario dell’UDC, e quindi incapace del distacco indispensabile per un giudizio che tenda ad un minimo di oggettività. Molti miei amici “non UDC” giudicano inesistenti les chances di un buon risultato elettorale per questa nuova associazione di destra. Siamo l’unica formazione che difende senza se e senza ma la nazione e la sua sovranità, indipendenza e neutralità. Siamo solidali e aperti con tutti e con tutto, ma prima di tutto con i nostri in difficoltà. Difendiamo a spada tratta gli imprenditori del mondo economico che ci procurano posti di lavoro e benessere, lasciandoli però piagnucolare fin che vogliono quando per dimenticanza dei loro doveri trasferiscono le loro fabbriche in Cina o Bulgaria o Polonia. Un cittadino che vuole proteggere se stesso e la sua famiglia dovrebbe poterci accordare, anche solo saltuariamente, qualche scheda, perché un nostro indebolimento sarebbe un indebolimento della nazione che è la nostra Patria.

Donatello proviene dagli antipodi   Una parola infine per il movimento di Donatello Poggi, un personaggio che proviene dai miei antipodi politici, ma che stimo per la sua capacità di analisi di problemi reali e perché detesta il blabla (nel senso di chiacchiericcio, cicaleggio. De Gaulles parlava di “grenouillage des politiciens”, il gracidar dei politici). Abituato a dire pane al pane e vino al vino, senza particolari riguardi nei confronti della sinistra da cui proviene, combatte a modo suo per un mondo meno iniquo. Spero vivamente che raccolga abbastanza schede per guadagnarsi un posto in GC, dove ritornerebbe con grande beneficio per la vivacità e autenticità del nostro mondo politico.

Gianfranco Soldati