usi_danteRealizzata dagli studenti dell’Accademia di architettura dell’USI, l’opera dedicata al Paradiso dantesco, intitolata “L’alta luce che da sé è vera” (Dante, Par. XXXIII, 54), realizzata con 11’000 lampadine poste su 20 quadri lignei di una superficie di 180 mq complessivi, all’interno della navata principale dell’ex Macello di Lugano, sarà inaugurata il prossimo giovedì 18 dicembre alle ore 18:30 con l’accompagnamento di musiche scritte per l’occasione dagli studenti del Conservatorio della Svizzera italiana.

L’evento, aperto al pubblico, è il risultato del lavoro di squadra dell’Accademia di architettura e dell’Istituto di studi italiani dell’USI, del Conservatorio della Svizzera italiana e dell’Area Turismo ed Eventi della Città di Lugano, che sostiene l’iniziativa. Per i giornalisti interessati, è possibile organizzare una visita in anteprima all’esposizione, nel primo pomeriggio di giovedì: il prof. Carlo Ossola, l’architetto Riccardo Blumer, il maestro Nadir Vassena e Claudio Chiapparino saranno a disposizione per eventuali approfondimenti.

I quadri, realizzati interamente dagli studenti dell’atelier Blumer (3° anno di Bachelor, 1° e 2° anno di Master), sono frutto di un intenso lavoro di lettura e conoscenza della terza cantica di Dante, organizzato espressamente per il corso dall’Istituto di studi italiani. Come sottolinea l’architetto Blumer, “il grande poema, che descrive la geometria luminosa delle sfere armoniche, si è prestato ad un esercizio di disegno e realizzazione capace di esprimere la suggestione grafica di alcuni passi della retorica del Paradiso. La tecnica costruttiva usata è molto simile a quella delle ‘luminarie’, ancora fortemente in uso nel sud Italia, derivate da un’importantissima tradizione di architetture ‘effimere’, che avevano fin dal ‘400 il potere di trasformare eccezionalmente le città per ‘accendere’ grandi occasioni pubbliche. Le nuove ‘luminarie’ – in un gioco grafico di simmetrie, linee, cerchi e leggere tridimensionalità – offrono nell’insieme un ‘abbaglio’ in cui il disegno della luce si sovrappone tra pannello e pannello in una trasfigurazione spaziale che rende la vecchia sala di lavorazione dell’ex Macello un luogo di fascino e meraviglia – la cui parte sottostante rimane libera per l’uso pubblico – facendone un monumento luminoso”.

Secondo il prof. Ossola: “La cantica che alla critica è sembrata la meno ‘rappresentabile’ trova qui invece un’architettura di luce che è vera essenza della gloria del Paradiso”.

“Il Conservatorio della Svizzera italiana – ha commentato Nadir Vassena – ha colto con spirito di sfida l’arduo compito di musicare le luminarie; insieme a due studenti del master of Arts in Composition and Theory abbiamo composto dei suoni da “intrecciare” con la lettura di Dante eseguita dal Prof. Ossola. Suoni elettronici che guardano al concetto filosofico di “musica delle sfere”, in cui l’armonia matematica, secondo Pitagora, influenza la qualità della vita sulla Terra”.

Per Claudio Chiapparino “L’iniziativa rappresenta un esempio virtuoso di come – in un momento difficile per le finanze cittadine – sia possibile creare eventi ad alto valore aggiunto, esprimendo in modo intelligente e profondo il potenziale culturale del nostro territorio”.

All’inaugurazione sarà presente anche Mario Botta, autore del disegno preparatorio di uno dei quadri. L’intera esposizione è finanziata dall’Accademia di architettura dell’USI, dagli studenti stessi e dagli assistenti Borghi, Broggi, Contro e Alessandrini.

Fonte: Università della Svizzera italiana