Cittadino losonese che protesta

Le notizie (di stampa) dal centro asilanti sembrano preoccupanti e le rimostranze dei cittadini del borgo – com’era prevedibile – fioccano. Continua l’azione incisiva del “Ghiro”, al secolo Giorgio Ghiringhelli. C’è stata l’interpellanza di Tiziano Cavalli al municipio. Oggi riceviamo e pubblichiamo questa lettera critica.

Su certe cose si può filosofare a lungo, con vario esito. Quel che sembra certo è che i losonesi… non hanno fatto un affare.

 

L’interpellazione del Consigliere comunale Tiziano Cavalli, è andata decisamente giù di traverso al Municipio di Losone. Interpretando le risposte date a un eletto rappresentante del popolo, si ha l’impressione che gli autori siano dell’opinione che questo diritto dovrebbe venir radiato al più presto.

A semplici ma giustificate domande si replica con un inizio didascalico di quasi due (2) pagine, cosiddette premesse, dove puntando il dito sull’«imputato» tra l’altro si spiega l’irrisoria differenza fra le diverse tipologie di «asilanti». Il tutto accentato con punti e(sclamativi, eleganti deviazioni dal tema centrale, cercando così di ridicolizzare chi legalmente si batte per i diritti dei cittadini che rappresenta.

Nel sopracitato «avanspettacolo» non manca l’immancabile tirata di orecchie all’opinione pubblica e ad alcuni media “cattivi” e il solito elogio a quei quotidiani che scrivono le cose brutte per belle e viceversa. Quello che il consigliere Cavalli ha denunciato non è un’alimentazione di fobìe popolari, ma la semplice notifica di situazioni visibili a tutte le persone che a Losone vanno in giro con gli occhi aperti. Questo al contrario di quei cittadini con i pugni in tasca e della signora vista ieri dal sottoscritto in Via Mezzana, che all’arrivo di un gruppo di asilanti, pardon RA, ha rapidamente cambiato il bordo della strada.

La domanda concernente gli interventi di Polizia all’interno del centro viene laconicamente replicata con «il numero di interventi ufficiali effettuati all’interno del centro da parte della Polizia cantonale non ci sono noti, in quanto concernono unicamente la gestione interna del centro», forse dimenticando che gli stessi individui dopo avere «regolato» il tutto fra di loro, il giorno dopo sono tranquillamente in giro da soli per il paese.

Menzionato viene pure l’esemplare l’impegno dei «numerosi» gruppi di sostegno, che con varie attività «ludiche» intrattengono settimanalmente asilanti e/o RA dimostrando così una grande solidarietà. Più utili sarebbero invece corsi di civica e buona condotta con lo scopo di fare capire agli RA che in un paese dove alla più disperata si è tollerati, vigono regole che sono da rispettare da tutti. Questa sarebbe la strada da seguire per raggiungere la tanto, dai buonisti, predicata assimilazione. Corsi di scacchi e pepa tencia al Centro la Torre non servono né agli RA né a noi!

Flavio Laffranchi, Losone