Mi permetto di commentare la parte conclusiva dell’editoriale odierno dell’autorevole Fabio Pontiggia, condirettore del Corriere del Ticino. Tema: il pre-annunciato ritiro della sindaca di Locarno.


“Il disagio, il malessere, elegantemente denunciati ieri in piazza Grande, dovrebbero essere fonte di seria preoccupazione per il partito di maggioranza relativa (il PLR lo è ancora, anche se a volte dà l’impressione di dimenticarlo, nella confusione dei numeri tra Consiglio di Stato e Gran Consiglio). Si possono legittimamente esprimere su di loro giudizi anche diversissimi, a seconda delle simpatie e delle antipatie ideologiche: resta il fatto che nel giro di pochi anni il PLR perde nelle istituzioni tre donne come Marina Masoni, Laura Sadis e Carla Speziali (mentre è a un passo dall’annegare nel bicchier d’acqua dello psicodramma per il quinto uomo sulla lista governativa di aprile). Questo ci dice che c’è qualcosa di profondamente danneggiato o sbagliato nel funzionamento attuale della dialettica interna dei liberali radicali, una sorta di male oscuro che, attraverso almeno quattro presidenze, ha fatto perdere al PLR autorevolezza, voti, seggi e città. Se dopo la capitale politica (Bellinzona) e la capitale economica (Lugano) dovesse ora sfuggire al PLR anche la capitale culturale (Locarno), il declino potrebbe rivelarsi inarrestabile.”


“Autorevolezza, voti, seggi e città”. L’impietoso Pontiggia “non fa prigionieri”. Che cosa può/deve aggiungere il notista dilettante di Ticinolive? Di nuovo, nulla. Questa decadenza, che nessuno ha saputo bloccare, e neppure frenare, viene da lontano, dal 2006 (non dal 2007) e passa attraverso una “vittoria” (Pirro, chi era costui?) che sguaiatamente e stoltamente fu festeggiata.

Volevano questo? Io non lo credo (sarebbe veramente troppo perverso). Ma c’è un senso di smarrimento, di disorientamento.

Non c’è rimedio? Ah, non sarò io a pronunciare questa sentenza.