Orlando De Maria xx

Pubblico volentieri questo contributo giunto in Redazione, non senza precisare che Ducry per me non è un voltamarsina. La decisione che ha preso è buona per lui stesso – che potrà finalmente realizzare le sue aspirazioni all’interno del Partito Socialista – e per il partito (intendo quello di prima).

 

Non è il titolo di una nota commedia dialettale ma è la moda che sta dilagando; se fino a poco tempo fa chiunque cambiava partito veniva spregevolmente definito “voltamarsina” ed era fonte di vergogna, oggi lo si fa con conferenze stampa e interviste alla TSI, magari con trasferta in Engadina. No comment.

Comprendo il cambiamento di schieramento politico quando si rimane nella stessa ottica di pensiero, quindi una Pittà che va dal PS ai Verdi rimane pur sempre nella sua area di pensiero con l’aggiunta di una sensibilità per l’ambiente, quindi la collocazione politica rimane pur sempre quella anche se lo schieramento è diverso.

Altro discorso è quello di lasciare una forza politica per, assieme ad altri, costituirne una nuova; ma forse parecchi “politologhi” ticinesi non hanno ancora capito la differenza di questa azione politica. La differenza, per chi proprio non l’avesse capita, è la poltrona sicura in Gran Consiglio. Ci siamo?

D’altro canto proprio mi risulta incomprensibile il cambio di collocazione politica di Denti e Ducry, i quali da un’area politica di connotazione economica/imprenditoriale passano a quella diametralmente opposta di connotazione (almeno lo era) operaia. [Mini-commento redazionale: la connotazione “operaia” della “gauche caviar” mi è fonte di intensa perplessità…]

Orbene a prescindere dalle motivazioni date per i voltaggi di marsina, sempre poco credibili, sembra che le prossime elezioni assomiglino sempre più al calciomercato o alla campagna acquisti del campionato di Hockey e che il voltaggio di marsina non sia più motivo di scherno e sinonimo di inaffidabilità ma sia diventato una dote e che vada di moda alla grande. Ne prendo atto.

Orlando De Maria