Stavolta ha attratto Elisabetta Gianella, brillante giovane leghista

Questa notizia mi sorprende, perché vedevo Elisabetta come una delle “primedonne” (femminili) leghiste e mi aspettavo di trovarla in lizza per il Consiglio di Stato. Tenta invece l’avventura con Savoia, su una nave di ardimentosi pirati il cui equipaggio, ancora a terra, man mano s’ingrossa.

GianellaDopo lunga riflessione, nel corso del periodo natalizio, ho deciso di lasciare la Lega dei ticinesi. È stata una decisione sofferta maturata dopo un anno complesso e che si fonda su ragioni personali e politiche. Negli scorsi giorni ho comunicato quanto dovevo alle persone interessate all’interno del Movimento, in primis al presidente dei giovani leghisti Boris Bignasca. Da parte mia ritengo che tali riflessioni debbano rimanere all’interno delle comunicazioni personali e private che ho avuto. Chiedo solo rispetto per una scelta difficile, che credo nessuno potrà bollare come opportunistica, tanto da essere maturata quando la mia candidatura nel partito di maggioranza relativa per il Gran Consiglio era già sicura.

Non intendo quindi in alcun modo sollevare polemiche, dando fiato a pettegolezzi spesso infondati. Preferisco invece mettere l’accento su quanto di buono e di bello ha rappresentato per me la Lega, che mi ha dato la possibilità di cominciare il mio percorso all’interno della politica ticinese. In questo senso voglio ringraziare di cuore tutte le persone del Movimento – dai dirigenti ai militanti – con cui ho avuto modo di collaborare ed entrare in contatto in questi due anni. In particolare ringrazio con sentimenti di grande affetto le persone che mi sono state più vicine: Boris Bignasca, Marco Borradori, Lorenzo Quadri e Gianmaria Frapolli. Un ringraziamento particolare anche al coordinatore Attilio Bignasca e ad Antonella. In questo momento mi viene da rivolgere un pensiero speciale anche per il compianto Consigliere di Stato Michele Barra, con cui ho mosso i primi passi in politica realizzando lo studio sui padroncini. Con la gente della Lega ho vissuto bellissimi momenti. E sono questi momenti ad essere quelli davvero per me importanti e che porterò sempre nel cuore.

Alla Lega quindi non posso e non voglio rimproverare nulla. Al contrario desidero solo esprimere gratitudine per le occasioni che mi sono state offerte o prospettate, senza che io abbia mai avanzato pretese di alcun tipo e per questo ancora più gradite. La mia decisione, come detto, è maturata nel corso delle vacanze natalizie e ho subito voluto comunicarla a chi di dovere proprio perché non si creassero fraintendimenti o difficoltà nell’allestimento della lista per il Consiglio di Stato di cui i vertici leghisti si stanno occupando in questi giorni. La mia decisione, infatti, cancellava di conseguenze l’ipotesi di una mia candidatura in Consiglio di Stato, che era stata ventilata nelle scorse settimane. Candidatura, lo sottolineo, che mi ha fatto piacere ma che non ho mai sollecitato o suggerito. Inutile dire che non mi sono mai occupata della lista del Consiglio di Stato o di altre possibili candidature, rientrando queste valutazioni nelle competenze della dirigenza.

Solo dopo aver lasciato la Lega, Sergio Savoia, con cui sto scrivendo il libro “La grande bugia”, mi ha prospettato la possibilità di continuare a fare politica nei Verdi. La mia prima intenzione era quella di smettere e di prendermi un periodo di pausa. Ma l’entusiasmo di Sergio, il lavoro politico prodotto in questi anni dal suo partito, in particolare la battaglia del 9 febbraio, mi hanno convinto ad aderire a questo nuovo movimento soprattutto per continuare a fare ciò che ho fatto in questi ultimi due anni: mettermi all’ascolto e a disposizione dei cittadini cercando di dare il mio modesto contributo per cercare di risolvere le problematiche legate al mondo del lavoro. Ho sempre inteso la politica non come la rincorsa ad una poltrona ma come un’opera di servizio al cittadino. I Verdi, che mi hanno accolto con stima e affetto, e di cui condivido il programma, mi consentono di proseguire in questo mio percorso che continua ad avere come unica stella polare la difesa del Ticino e dei ticinesi. Anche per questo, politicamente, non mi pesa l’idea, che qualcuno potrà ritenere folle, di lasciare il partito di maggioranza relativa per un progetto politico più piccolo ma con una grande ambizione di crescere.

Elisabetta Gianella