jack gialloMi riferisco all’editoriale che il condirettore Fabio Pontiggia ha firmato ieri sul Corriere. Ho pensato: alle sue 5 domande voglio rispondere anch’io. Avverto che questo mio articolo non riuscirà molto eccitante perché le mie risposte differiscono da quelle di Pontiggia solo per alcune sfumature. Ecco dunque.

1) Riuscirà la Lega a mantenere i due seggi in Consiglio di Stato? 2) Riuscirà il Partito liberale radicale a recuperare il secondo seggio? 3) Qual è il potenziale della forte lista dei popolari democratici? 4) Quali sono, all’inverso, i rischi della debole lista del Partito socialista? 5) Infine, dove può arrivare Sergio Savoia con la sua truppa verde?

1) Come Pontiggia, prevedo che lo scontro fondamentale avverrà tra il PLR e la Lega. Scrivo questo ben sapendo che gli “altri” si arrabbieranno moltissimo (per di più ne saranno penalizzati). In primis bisogna valutare l’effetto della presenza della nuova lista “la Destra” (nel 2011 l’UDC non corse per il governo e fece confluire i suoi voti nella Lega) ma poi, soprattutto, del nuovo “asse” Savoia-Zali, che si sta delineando in modo netto e potrebbe avere un effetto paradossale: rafforzare per “sinergia” Savoia consentendogli di “rubare” alla Lega un numero di voti tale da causarle la perdita di un seggio. Zali sa perfettamente, quando si mette in consonanza con Savoia, che sta trattando con il più pericoloso concorrente (=avversario elettorale) del suo partito.

2) Psicologicamente la Lega è in vantaggio sul PLR. È troppa la rabbia che si vede e si sente in giro (forse ne sono colpito perché frequento i “social”), una rabbia che viene sistematicamente attizzata ma che non sarà priva di causa. Contro questo fenomeno (chiamiamolo così) nessuno ha ancora trovato un vero rimedio. Lo scotto della rabbia, nell’urna, si paga.

3) La lista pipidina, che Pontiggia definisce “di tutto rispetto”, potrà fare il miracolo? Dopo tutto, in quale altro partito avrebbe modo di manifestarsi un segno della Trascendenza? Io risponderei con una semplice riflessione. Se si esclude (v. però il punto 4) la perdita del seggio PS, il raddoppio PPD potrebbe avvenire solo se il partito conquistasse la maggioranza relativa. Ipotesi francamente inverosimile.

4) E dunque, parliamo del seggio socialista. Una lista da tutti giudicata debolissima (e rinunciataria). La strategia del PS la descriverei così: visto che tutti ormai corrono nella stessa direzione – conservazione dell’identità, protezionismo, “chiusura” – noi restiamo sulle nostre posizioni e continuiamo a offrire qualcosa di diverso. Il rischio, e un rischio c’è, è che questi “intellettuali” (non sapevo se mettere le virgolette, alla fine le ho messe) appaiano indifferenti a tutto tranne che alle loro ideologie e alle loro fissazioni: “Apertura” (a 360 gradi: ai migranti, alla canapa, all’islam, al burka), Unione Europea, stato onnipervasivo, tassare Paperon de’ Paperoni sino a spremerne fino all’ultimo cent. Pontiggia definisce la perdita del seggio PS “poco verosimile”. Io mi situo a una sfumatura da lui: “Probabilità bassa ma concreta”.

5) Il sogno di Savoia. I più entusiasti non si trattengono: nasce la nuova Lega! (lui sarebbe il nuovo Nano), il 2015 come il 1991. Savoia parte da un 6,1 terribilmente basso, osserva Pontiggia. Ci vorrebbe almeno un raddoppio, un balzo da supercanguro. Secondo il sistema Hagenbach-Bischoff un 12,2% verde batterebbe il 24% di un altro partito (con 1 seggio già conseguito), come spiegherò dettagliatamente in un prossimo articolo. Non è proibito sognare ma…

In conclusione:

— Pontiggia ed io siamo sostanzialmente d’accordo. Siamo vecchi amici e spero che continueremo ad esserlo.

— A Cattaneo dico: i Verdi Populisti sono la tua migliore chance (senza voler sottovalutare la Destra). In realtà oggi al Conza gli ho detto: “Puoi vincere ma non hai ancor vinto. Pedala!” In fondo è la sua specialità.

— Questa votazione, dopo 24 lunghi anni, è critica. Potrebbe ratificare lo status quo, o segnare un punto di svolta.