Sergio Morisoli narra la sua “horror story”, documenti alla mano e puntigliosamente. Non resisto alla tentazione di consolarlo (di provarci almeno!) 

— Questa storia di 21 anni, che egli ci narra, ha l’aspetto di una tragicommedia ma, io mi dico, se una certa cosa non la vogliono fare… non la faranno mai. Colpisce, certo, e sconforta quell’infinito estenuante lavorìo… destinato a produrre il nulla.

— Dopo tutto, Sergio, non puoi pretendere che la politica rinunci al suo più grande potere, che è quello di spendere.

— (Ma quest’ultima è una frecciata per te). Il 18 maggio 2014 il popolo ha votato il moltiplicatore. A questo punto dobbiamo stare tutti zitti. O magari potremmo proporre di ri-votare, come fa Bertoli? Par condicio??

Questo articolo, pubblicato nel Corriere il 19 gennaio, mantiene tutta la sua attualità e per questo motivo lo ripresento ai lettori.

Morisoli 124Dopo 21 anni, la Commissione della gestione del Cantone negli scorsi giorni ha definitivamente chiuso il discorso per cercare di bloccare la crescita della spesa con un sistema regolamentato. Ieri all’unanimità, meno l’UDC, ha bocciato una mia iniziativa parlamentare presentata nel febbraio dello scorso anno; volta ad introdurre come in altri 18 Cantoni svizzeri il principio del referendum finanziario obbligatorio nella Costituzione.

In breve si trattava di accettare che una spesa che superava un certo valore (da definire) venisse votata dal popolo prima di essere autorizzata. Era l’ultima misura da rifiutare per continuare a spendere a piacimento. Ci sono riusciti. La storia è spalmata su due decadi. Nel 1994 la spesa corrente del Cantone era di 2’139 milioni di franchi, nel 2014 è prevista situarsi a 3’471 milioni. Sarebbe bello chiedere ai cittadini se grazie all’aumento del 63%, o di 1’457 milioni all’anno di spesa statale in più stanno meglio, peggio o uguale rispetto al 1994. Qualcuno forse potrebbe occuparsene e verificare.

Nel 1994 gli allora Gran Consiglieri: Marina Masoni PLR, Fulvio Pezzati PPD e Carlo Danzi UDC presentarono una iniziativa parlamentare per introdurre il freno alla spesa pubblica. Il Parlamento non ne fece nulla. Si dovette attendere l’ingresso di Marina Masoni in Governo (1995) per vedere l’esecutivo mettersi in moto nella direzione degli iniziativisti. Il lavoro fu durissimo, convincere i funzionari del DFE prima e poi il Governo a produrre un Messaggio di Legge sul “freno alla spesa pubblica”.

Nel settembre 2003, 9 anni dopo l’iniziativa parlamentare (!), il Governo vota la proposta di Legge e la trasmette al Parlamento. La Commissione delle finanze, i capigruppo di PLR e PPD con i loro partiti sono contrari e insabbiano il dossier di continuo. Per altri 9 anni (!) parlamento, commissione, capi gruppo e partiti fanno finta di nulla e lasciano nei cassetti il progetto di Legge del Governo e di Masoni.

E siamo al venerdì Santo del 2012 quando il Governo su proposta del DFE diretto dall’On. Sadis licenzia il Messaggio per il “freno ai disavanzi”, contenente il cavallo di Troia del moltiplicatore automatico di imposte. Da notare che con la presentazione di Questo Messaggio, il Governo ritira (9 anni dopo!) e mette fuori scena il Messaggio del 2003 che riguardava il freno alla spesa, senza che il Parlamento abbia mai potuto entrare in materia. Come dire che a 18 anni dalla presentazione dell’Iniziativa parlamentare, e dopo anni ed anni di lavoro, ostacoli e sgambetti, il tema “freno spesa” viene abbandonato da Governo, parlamento e partiti. Peggio. Anziché occuparsi della spesa fuori controllo, si accordano per coprire i buchi aumentando le imposte, automaticamente, con il moltiplicatore cantonale e tasse varie.

Nel mese di maggio del 2012, di fronte a questo giramento di carte in tavola, e per parare il colpo, UDC e chi scrive promuovono due iniziative parlamentari per “frenare la spesa”. A fine dicembre 2012 il parlamento a maggioranza vota la farsa salva preventivo denominata Road Map che prevede il pareggio dei conti entro il 2015. Oggi siamo nel 2015 e i conti approvati dal gran Consiglio un mese fa presentano un deficit di 120 milioni di franchi.

Torniamo un passo indietro. Nel gennaio 2014 (20 anni dopo l’iniziativa Masoni-Pezzati-Danzi; e 11 anni dopo il Messaggio per una Legge sul freno della spesa) i partiti di Governo in Parlamento approvano la legge sul moltiplicatore cantonale di imposte e così facendo il Parlamento boccia anche le iniziative sul freno spesa pendenti. Il 18 maggio dell’anno scorso, il popolo segue i partiti PLR e PPD e vota a favore di farsi aumentare automaticamente le imposte nel caso che i politici non riescano a ridurre le spese.

La scorsa settimana la Commissione della gestione ha bocciato l’ultimo provvedimento: quello di far votare obbligatoriamente il popolo se accettare o meno le spese superiori ad una certa soglia. Questa decisione chiude un lungo ciclo di battaglia tra i fautori del controllo dei costi e i fautori dell’aumento delle imposte. La battaglia in seno alle istituzioni l’ha vinta chi vuole l’equilibrio dei conti con l’aumento delle tasse e delle imposte. Forse ora tocca al popolo attivarsi. Durante questi 20 anni Lega, PLR e PPD, loro gruppi, loro presidenti, loro capigruppo sono sempre stati fermamente uniti su una cosa: la spesa deve crescere liberamente. Il popolo e i contribuenti meditino e scelgano bene.

Sergio Morisoli, deputato in Gran Consiglio e presidente di Area Liberale