SoldatiJules Verne (1828-1905) è stato un grande scrittore francese dalla fantasia incommensurabile. Apparteneva al patrimonio culturale giovanile di molte generazioni, la mia compresa. A giusta ragione viene considerato il precursore della fantascienza. Ho paura che l’aggeggio infernale ma miracoloso che sto maneggiando ne decreti la scomparsa nell’oblìo. Sarebbe un peccato mortale. Oltre che per le opere merita ampiamente il ricordo per una frase, scritta quando l’uomo non era ancora in grado di volare, non dico sulla luna, ma a un metro da terra. “Tutto quello che un uomo può immaginare un giorno sarà realizzato da altri uomini”. Oggi possiamo affermare che mai nessuno fu miglior profeta.

MerkelAngela, antipatica e spiata dagli USA  Angela Merkel come massima autorità politica europea mi diventa più antipatica di giorno in giorno. A capo della nazione che è, piaccia o non piaccia, la locomotiva del treno europeo, avrebbe potuto e dovuto, secondo me, capire che l’UE così come è costruita è un treno immesso su binari che conducono al deragliamento. La sua posizione di macchinista della locomotiva poteva essere decisiva per un cambiamento di binario, invocato anche da David Cameron e altri politici minori, ma soprattutto da milioni di cittadini europei che hanno capito di essere ridotti al rango di sudditi della plutocrazia di Bruxelles. Invece no. La Signora, intrisa, imbevuta e inzuppata fin dall’infanzia di ideologia comunista, ha capito fin dall’inizio della carriera quale fosse il carro su cui conveniva saltare, si è adagiata con estrema facilità alla convivenza con il partito socialista e alla conseguente politica del suo governo, non esitando neppure di fronte alla rinuncia improvvisa e improvvida all’energia nucleare. Una rinuncia che potrebbe dare inizio al declino della preminenza economica della Germania. Ha invece continuato a sostenere la costruzione europea così come l’abbiamo sotto gli occhi, incurante del destino dei sudditi, di quelli mediterranei soprattutto, che si vedono proiettati nella miseria. La cancelliera si è specializzata nella formulazione di frasi tanto incontrovertibili quanto prive di aderenza alla realtà.

“Uscire dall’euro non si può perché non ci sono alternative”. “Il presidente Putin ricade nel vecchio pensiero del comunismo, spinto alla ricerca di sfere d’influenza che appartengono al passato”. “Sono invece gli USA e l’UE a sostenere la politica della cooperazione internazionale e del rispetto degli interessi comuni”.

La Signora Merkel, che notoriamente era spiata dagli americani e probabilmente lo è ancora, non può non rendersi conto dello stato di vassallaggio in cui sono ridotti l’UE in genere e la Germania in particolare nei confronti degli USA e del loro braccio poltico-militare che si chiama Nato. Non ha mai saputo (o voluto?) intraprendere alcunchè per almeno tentare di ridare alla sua Germania un minimo di indipendenza e di dignità.

Come diceva un vecchio municipale di Lugano, “questa è la mia convinzione (sulla Signora Merkel) che condivido pienamente con me stesso”!

*

Nel libro Zbigniev confessa i suoi foschi piani  Perché nutro simili convincimenti che potrebbero sembrar balzani a prima vista? Per le molte, moltissime cose che vedo. Per esempio adesso in Ucraina. E ancora in Siria. E in Afghanistan. Oppure per quel che leggo dal libro del più “bastardo” (nel senso dialettale di cattivo, perverso) nonché temibile politico-scrittore americano, Zbigniew Brzezinski, “L’unica potenza mondiale. Strategìa dell’egemonìa”. Lo cito da “Zeit-Fragen”: “A breve termine è nell’interesse dell’America consolidare e se possibile fomentare l’esistente pluralismo di Stati sulla carta geografica dell’Eurasia. Ciò richiede una grande capacità tattica e manipolativa affinchè non possa generarsi una coalizione di oppositori che potrebbe mettere in discussione la posizione predominante dell’America. Ne consegue che un ingrandimento dell’UE e un allargamento della Nato può servire alle mire americane a breve e a lungo termine. Un’Europa più grande allarga la zona di influsso americano. Con l’accettazione di nuovi membri della “Mitteleuropa” (il libro è scritto nel 1999, si trattava di Slovacchia, Cechìa, stati baltici, credo anche Bielorussia, non ho voglia di verificare) nell’UE aumenta automaticamente il numero di stati che (di)pendono verso di noi, senza che si formi un’Europa così politicamente coesa da poter contenderci la preminenza in altri contesti geopolitici, nel Medio Oriente in particolare. Un’Europa chiaramente definita dal punto di vista politico è indispensabile per poter coinvolgere la Russia in un sistema di collaborazione globale”.

Capito la musica? Possibile che i politici europei non abbiano letto almeno queste frasi del libro di Brzezinski, libro che ancora oggi è la Bibbia della politica estera di chi ha preso domicilio alla Casa Bianca?

Riassumendo, cosa dice il buon Zbigniew?
– che occorre una grande capacità tattica e manipolativa. È questo il motivo per cui mi permetto di chiamarlo “bastardo”, nel senso dialettale della parola. Una spudoratezza di un’arroganza insopportabile, messa nera su bianco in un libro
– fa sapere chi è all’origine dell’allargamento troppo rapido e costoso dell’UE
– fa sapere chi è che vuole ulteriormente allargarla con l’Ucraina, inglobandola anche, se possibile, nella Nato
– dichiara apertamente che l’UE è zona di influsso americano, ligia ai comandi di Washington. Tramite l’UE vengono coinvolti nella sudditanza anche stati che desidererebbero l’indipendenza, la Francia per fare un esempio, o la Svezia, o la Finlandia, o la Danimarca. E in realtà non si tratta solo di influenza, ma di sudditanza bella e buona
– l’avevamo capito da soli, senza sapere che stava già scritto in un libro. Ma quel che sta accadendo in Ucraina è parte di una manovra-manipolazione per coinvolgere (leggi costringere) la Russia in un sistema di collaborazione globale (che nel linguaggio del Pentagono significa USA in piedi, gli altri in ginocchio)
– a tanti miei amici, che so intelligenti e colti, non riesco a far capire queste mie considerazioni. Mi vengono le lacrime agli occhi.

*

Solo il sussidio li può salvare  Gli autori teatrali costituiscono una specie in pericolo di estinzione. Anzi, sono una razza probabilmente già estinta. Non è che sia scemata la capacità di scrivere commedie e tragedie e la vita moderna e la marea di informazioni che ci travolgono potrebbero fornire un’infinità di spunti. Semplicemente mancano i soldi. I teatri di tutto il mondo occidentale (per gli altri non so) vivono di sovvenzioni, oramai sempre vicini alla chiusura per mancanza di mezzi. In Svizzera solo l’”Opernhaus” di Zurigo e il “Konzert & Theater” di San Gallo hanno un autofinanziamento di quasi un terzo del budget complessivo. Gli altri si aggirano tra il 10 è il 20% scarso. Nella stagione 2012-13 il primo ha registrato 247’251 spettatori, sovvenzionati ognuno dallo stato (Confederazione, Cantone e Città) con 327 franchi. Il secondo 161’745 spettatori, sovvenzionati con 168 franchi pro capite.

I manager di queste aziende hanno tutti salari che variano dai 300 ai 500’000 franchi annui, a Zurigo anche qualcosa in più. I soldi che potrebbero servire a commissionare ai molti scrittori presenti nel paese opere come quelle di un Frisch o di un Dürrenmatt scompaiono in troppe tasche. E con la scomparsa dei soldi si estingue la razza degli scrittori di opere teatrali.

Così vanno, semplicemente, le cose nel mondo.

Gianfranco Soldati