E perché il Ticino deve tornare ad essere il Ticino

Grecia 1La Grecia è arrivata al collasso economico, ma non lo ha fatto negli ultimi anni e, di certo, non è (tutta) colpa dell’euro. Quando cadde il regime dei colonnelli (1974) la spesa pubblica subì un esplosione netta partendo dall’ 1,2% del PIL fino ad arrivare, negli anni ’90, all’ 8,4%.

Per quanto possa apparire strano, Atene 2004 (i giochi della XXVIII Olimpiade) ha fatto il resto: il debito è cresciuto a dismisura. Nel 2010 la Grecia ha ricevuto un prestito di 110 miliardi di euro, erogato dal Fondo Monetario Internazionale (FMI), dalla Commissione europea e dalla Banca Centrale Europea (BCE), la cosiddetta “troika”. Un anno dopo altri 130 miliardi di euro sono stati iniettati nelle casse greche, insieme ad un abbuono di parte del debito pregresso. Risultato a tutt’oggi: aumento del deficit del 173% (dati 2015). Ma come veniva impiegato questo denaro? (Attenzione, qui arriva il bello…)

La spesa pubblica era (ed è) orientata per lo più alle voci di assistenzialità e molto poco alla crescita dell’economia. Un caso su tutti è quello delle pensioni: l’età media del pensionamento prima delle riforme del 2012 era di 58 anni (la media europea era 63,2 anni). La rendita media di un pensionato rispetto al suo stipendio arrivava al 95,7% (media UE 61%). L’evasione ha pensato al resto: boom delle spese della cosa pubblica, calo drastico degli introiti fiscali. Nel 2009, secondo stime interne, l’evasione greca erodeva il 25% del PIL e così il Governo – mostrando scarsissima lungimiranza – ha deciso di finanziare il debito vendendo titoli di stato a privati, anche a quelli esteri. I risultati si sono visti quasi subito: boom del debito esterno e pochi investimenti in patria.

Morale della favola per chi non mastica troppo le discipline economiche: si è arrivati al punto in cui, in Grecia, il 75% della spesa pubblica era destinato a scopi assistenziali e il restante 25% era invece destinato agli investimenti nella produttività del Paese. La vendita massiccia di titoli di Stato aveva fatto in modo che i greci investissero in titoli pubblici e molto poco nelle imprese private. La troika, già nel 2010, ha provato a fare capire al governo greco come fosse necessario attuare riforme appropriate, ma la pessima governance del Paese le ha rese impossibili.

Un dato utile: in Ticino, tra chi necessita di assegni integrativi di piccola entità e chi dipende dallo Stato in misura maggiore, sono 130mila le persone che godono del pubblico aiuto. Oltre il 30% della popolazione.

Si può già parlare di stato assistenzialista? È ovvio che la situazione ticinese non è minimamente paragonabile né a quella greca né a quella italiana. Ma il segnale è chiaro: non investire nello sviluppo e nella produttività apre voragini che risucchiano intere economie.

Giuditta Mosca