Coda pagliaIl primo pensiero odierno va a Fiorenzo Dadò, che ha pubblicato su Facebook il post seguente:

“Coda di paglia, si dice di colui o colei che se toccati sul vivo reagiscono sviando il discorso con quisquilie o con fuori tema”

Ci si accapigliava (c’ero anch’io) sull’ormai celebre foto che ritrae Christian “Harry Potter” Vitta in compagnia dei reali del Rabadan e due copie bene in vista di Opinione Liberale. I pipidini mostravano forte indignazione sul web. Altri la prendevano bonariamente sul ridere. Ma… da dove viene questa espressione d’uso comune? Ebbene, da un’antica favola.

Esopo narra di una volpe cui una tagliola mozzò la coda. La bestiola si vergognava, così deturpata nella sua eleganza, e gli altri animali, suoi amici, decisero di farle una coda di paglia. La coda era così bella che, chi non sapeva della disgrazia, non avrebbe mai potuto sospettare che fosse finta.

Ma un giorno un gallo si lasciò scappare il segreto e la notizia della volpe con la coda di paglia arrivò fino all’orecchio dei contadini. Conoscendo il punto debole della volpe, questi accesero dei fuochi vicino ai pollai, perché non potesse più rubare i loro polli. La volpe sapeva che la paglia prende fuoco facilmente, e per paura di bruciarsi non si avvicinò più ai polli.

Da qui “avere la coda di paglia”, che significa temere ogni tipo di critica per un comportamento, o un difetto, su cui si teme che gli altri possano infierire. Come dice un proverbio toscano: “Chi ha la coda di paglia ha sempre paura che gli pigli fuoco”.

Esopo

(fonte: focus.it)