Scholl-LatourPeter Scholl-Latour, grande giornalista indipendente tedesco, scomparso 90enne il 16.8.2014, doveva una parte della sua impalcatura culturale ai 5 anni passati nel collegio Saint Michel di Friburgo, retto dai Gesuiti. La sua è stata una vita avventurosa, con tentativi di arruolarsi nei partigiani francesi e poi in quelli di Tito, interrotti dalla Gestapo con conseguente “soggiorno coatto” in Austria e Cecoslovacchia fino alla fine della guerra. Seguirono due anni in un comando di paracadutisti dell’esercito francese, poi la ripresa degli studi a Mainz e alla Sorbona: filologia, letteratura e scienze politiche. Dopo la laurea ancora un diploma: arabistica e studi islamici. E`stato autore di 33 volumi, con interesse precipuo agli accadimenti di geopolitica. Alla base del suo lavoro sempre due “sani” princìpi: soggiornare sul posto per conoscere, porsi sempre la domanda “cui prodest?” per capire o almeno tentare di capire. Il suo ultimo libro porta come preludio una frase dal “Wallenstein” di Friedrich Schiller: “La maledizione delle cattive azioni è quella di sempre partorire il male”.

La copertina del volume ricorda subito una malefatta che ha dato origine a tutta una serie di disgrazie e eccidi. La spartizione artificiosa fatta nel 1917 nei territori del nord dell’Irak, della Siria e del sud-est della Turchia da Francia e Inghilterra, potenze coloniali, tramite la linea Sykes-Picot, senza tener minimamente in conto la presenza di una popolazione, quella curda, che ancora oggi subisce persecuzioni e guerre a seguito di quell’infausta decisione.

Scholl-Latour passa poi in rivista i “cantieri bellici” del momento:
– Ucraina, con una condanna chiara del tentativo messo in atto dagli USA di arrivare, tramite Nato, ai confini russi. Ricorda anche che nella seconda guerra mondiale 150’000 nazionalisti ucraini si sono arruolati nelle SS naziste e hanno poi assassinato 600’000 persone, suddivise tra ebrei, russi e polacchi. Il loro capo, Stepan Bandera, è attualmente l’eroe nazionale del paese. A Norimberga non fu processato, ma trasferito con molti suoi seguaci negli USA. I ribelli di piazza Maidan sono discendenti di quell’esercito.
– Turchia: i razzi Patriot furono posizionati in Turchia da un commando della Nato stazionato in Germania, su richiesta del governo turco di Erdogan. Erano rivolti contro la Siria, con il pretesto di correre in aiuto della Turchia minacciata dall’”ignobile” dittatore di Damasco. In realtà un pretesto ridicolo, talmente grande era e è la schiaccianate supremazia dell’esercito turco per rapporto alle forze armate siriane.
– Siria: Scholl-Latour, 90enne vispo e vegeto, si è ancora recato in Siria nel mese di maggio 2014, tre mesi prima di morire. La prima di numerose visite con soggiorni anche di parecchi mesi risaliva a 60 anni fa. La conoscenza approfondita della storia dei sunniti, sciiti, aleviti, cristiani, ebrei, curdi con tutte le loro ramificazioni e tutti gli intrecci territoriali, religiosi, politici gli ha permesso una chiara visione delle cause e delle responsabilità del disastro che abbiamo sotto gli occhi.

La ribellione è stata infiltrata in Siria a partire da zone periferiche di confine, da potenze estere, in un paese che fino a quel momento godeva di una stabilità unica in quella regione. L’esercito siriano detto “di liberazione” è stato ed è finanziato dall’Arabia Saudita e dal Qatar, ma organizzato dalla CIA a partire dalla Giordania. USA, Arabia Saudita e Israele erano convinti che i primi attacchi avrebbero scatenato una vera sollevazione popolare contro Assad e il suo clan alavita. La Turchia ha aperto il suo confine con la Siria permettendo l’introduzione di armi pesanti per i ribelli. Armi che adesso sono diventate la principale fonte di rifornimento per l’ISIS. Ancora un fiasco totale, uno dei tanti, dei minchioni superfurbi del Pentagono. Assad viene rifornito di armamenti da Russia e Iran, riuscendo così, almeno finora, ad impedire la vittoria dei ribelli. In queste “losche” ingerenze Francia e Inghilterra sono stati i principali alleati degli USA.

Il tentativo di rovesciare il governo di Assad e di smembrare il paese da parte di USA, Israele e Arabia Saudita aveva come scopo l’indebolimento dell’islamismo sciita e di tenere a bada la “Mullahcrazia” di Teheran.

Modestamente, è quel che vado scrivendo e ripetendo fino alla noia da più di due anni, e sono contento di vedermi confermato nei miei giudizi da un personaggio autorevole e soprattutto credibile come Peter Scholl-Latour, purtroppo scomparso lo scorso 16 agosto 2014.

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Un silenzio molto eloquente   Sentita a “Euronews” una lunga intervista a Mark Rutte, primo ministro olandese. Alla domanda sui risultati dell’inchiesta sull’abbattimento in Ucraina dell’aereo malese con gli scienziati olandesi diretti in Australia risponde che la stessa è condotta dagli olandesi coadiuvati da esperti internazionali americani, ucraini e di altri paesi. Gli investigatori stanno facendo il loro lavoro, per il momento si impone il più grande riserbo.

Immagina, amico lettore, l’assordante tam tam mediatico che ci sarebbe stato se l’inchiesta avesse messo in evidenza una responsabilità dei filo-russi ucraini o, peggio ancora, dei russi. Il riserbo che perdura, mesi dopo l’abbattimento, indica che la responsabilità va ricercata dalla parte di quel governo di Kiew che adesso si deve assolutamente far passare per buono, come conviene alla Nato e ai suoi padroni, gli USA.

È la solita storia che si ripete, esattamente come per i gas usati da Assad. Era lo scandalo che doveva permettere di impiccare il dittatore (come il Saddam Hussein che giocherellava con le armi di distruzione di massa), ma poi i risultati dell’inchiesta sono stati sfavorevoli alla tesi e alla propaganda americana, allora, a poco a poco, si è lasciato cadere tutto nel dimenticatoio, da dove la verità non uscirà prima che il passar del tempo abbia fatto dimenticare che c’è stata una guerra in Siria.

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Gastrite italica   L’Italia, unica democrazia borbonica al mondo, è un costrutto così astruso da dare il mal di stomaco.

Cominciamo con la Consulta, tribunale costituzionale che dichiara l’incostituzionalità di ogni misura volta a contenere gli esorbitanti privilegi dei propri membri, ma anche della burocrazia statale, per l’evidente ripercussione negativa che potrebbero avere sui propri, se adeguatamente ricalibrati verso il basso. Poi un presidente, come quello appena “emeritato”, che si arroga poteri anticostituzionali tra gli applausi dei suoi amici politici. Presidente che ha il potere di nominare 5 senatori a vita, scegliendoli addirittura nei soli ranghi dei suoi amici politici, in assoluto disprezzo dell’altra metà della popolazione alle cui sorti presiede. È a sua volta senatore a vita, il presidente emerito. Tre governi, uno dopo l’altro, scelti i primi due dal Quirinale, l’altro da un segretario del partito di provenienza del presidente.

Un paese nel quale a decidere chi debba rappresentare il popolo nel legislativo della democrazia non è il popolo, ma i segretari dei partiti. Con candidati che possono candidarsi, sempre che il segretario del partito lo voglia, anche in 4 o 5 o 6 province, indipendentemente dal luogo di domicilio. Con l’ultima modifica del “Porcellum”, pomposamente chiamata “Italicum”, i 630 parlamentari previsti nella nuova Camera saranno nella misura del 60% dei nominati, solo il 40% veramente eletti. Al confronto il regno di Napoli del “Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa era un prototipo della democrazia.

Gianfranco Soldati