(fdm) Come membro del Comitato d’iniziativa per la Civica non posso che compiacermi per questo articolo.

PaltenghiQuando prendo il trenino la mattina, talvolta mi capita di ascoltare le discussioni tra liceali, rivivendo i desideri e le preoccupazioni da me vissute oltre un decennio fa.

La scorsa settimana, ascoltavo alcuni giovani studenti snocciolare in maniera piuttosto sciolta informazioni sul funzionamento del Congresso americano, sui poteri del presidente e sull’impeachment. L’asino è cascato quando invece questi giovani un po’ in ansia per “l’espe” di storia, hanno cominciato ad interrogarsi sul federalismo svizzero. La definizione che ne hanno dato partiva dallo stato centrale che delega competenze ai Cantoni, quando invece l’art. 3 della Costituzione federale fa capire che il potere parte dal basso ed è talvolta delegato alla Confederazione.

Questa discussione mi ha fatto riflettere sullo spazio che si dedica nella scuola all’insegnamento della storia e della civica. Ricordo personalmente di aver dovuto studiare qualche nozione di storia e di civica svizzera per conto mio, in vista dell’esame di storia di quarta liceo. Per contro, ricordo lunghe lezioni dedicate all’unità d’Italia, alla nascita dell’Impero tedesco di Bismarck o alla rivoluzione americana. Eventi storici d’indubbia importanza, ma che non devono far passare in secondo piano la conoscenza delle nostre istituzioni e del contesto storico-politico in cui sono nate.

Ecco perché ritengo che l’iniziativa popolare per l’insegnamento dell’educazione civica nelle scuole, voluta dal dott. Alberto Siccardi, e sostenuta da un comitato interpartitico, sia uno strumento imprescindibile per ridare dignità a questa materia e per porre solide conoscenze di base nei nostri giovani. Le elezioni cantonali sono alle porte e, senza queste basi, non potremo meravigliarci se il tasso di partecipazione giovanile sarà basso. Le lodevoli iniziative di alcune scuole che organizzano dibattiti su votazioni ed elezioni, nonché il grosso impegno dei ragazzi di Easyvote che offrono ai Comuni la possibilità di trasmettere ai giovani un libretto con spiegazioni di voto semplificate, rischiano di restare vane se mancano le fondamenta.

Ecco perché l’iniziativa popolare per la civica va messa in votazione al più presto: lo si deve ai 10’000 cittadini che l’hanno firmata, ma soprattutto ai giovani studenti che saranno il pilastro della nostra democrazia futura e che magari, invece di conoscere a memoria i nomi dei mille di Garibaldi, sapranno la differenza tra Consiglio di Stato e Gran Consiglio.

Luca Paltenghi
Candidato UDC-La Destra al Gran Consiglio