Bella principessa 400La polemica Masoni-Sgarbi-Silverman non si è ancora placata e noi cerchiamo di seguirla passo passo a vantaggio dei nostri lettori. Oggi abbiamo intervistato per voi Arminio Sciolli, patron del Rivellino Leonardo da Vinci di Locarno.

Un’intervista di Francesco De Maria.

Sciolli 2xFrancesco De Maria   Qual è la sua opinione generale su questa vicenda?

Arminio Sciolli   Il Rivellino è progettato da Leonardo Da Vinci nell’ambito di una rete di fortificazione di tutto il Ducato di Milano nel periodo francese, sotto la direzione di Charles d’Amboise. Questa paternità attestata da Rahn, Marani e Pedretti mi rende particolarmente attento a tutte le iniziative legate al maestro toscano, anche di sapore apocrifo, satirico o contemporaneo. La Bella Principessa, che preferirei chiamare la Principessa perduta, si è subito profilata mediaticamente qualche anno fa coi primi avvicinamenti alla mano di Leonardo.

Chi sono questi coniugi Silverman? Sono operatori attendibili nel campo dell’arte?

AS   Ho avuto l’onore di conoscere i coniugi Silverman amicando subito con Peter che mi ha dato subito un’ottima impressione discutendo sugli “scholars” di Leonardo e sulla sua collezione in genere. La coppia mi ha reso visita al Rivellino dove sarei onorato di potere esibire un giorno a l’altro questa splendida pergamena. Sono attendibili come tutti i collezionisti che hanno già accumulato diverse opere maggiori con gusto e fiuto.

Com’è possibile che un’opera qualificata “ritratto di scuola tedesca, inizio del XIX secolo” diventi un’opera di Leonardo da Vinci del 1495 ? Non è un po’ grossa?

AS   Sì, effettivamente chi l’ha qualificata di scuola tedesca, inizio del XIX secolo, ha commesso un errore della “Madonna” (non blasfemo).

Vittorio Sgarbi nella sua presentazione ha disquisito a lungo sulla differenza che intercorre tra “opera autentica” e “opera autografa” e non ha esitato ad affermare: la Bella Principessa è autentica anche se, ipoteticamente, non fosse autografa (il senso della frase è chiaro). Ma allora?

AS   I preziosismi di Vittorio Sgarbi appartengono al lessico del suo show mediatico. Già a proposito del Rivellino ho assistito a disquisizioni terminologiche del tipo attribuzione, autenticità ecc… che trovano il tempo che trovano.

Come dobbiamo comprendere le dichiarazioni del grande esperto leonardesco Martin Kemp (diffuse a Lugano in video conferenza simultanea) ?

AS   Martin Kemp accanto a Marani e Pedretti è considerato uno degli incontestabili esperti su Leonardo. Si tratta di uno storico intelligente e capace che ha dedicato tutta la sua vita allo studio del grande maestro, e tanto bastava per ritenere autentica la Bella Principessa.

Voglio rammentare che la Dama con l’ermellino era considerata fino al 1939 di Boltraffio. La Madonna Litta icona massima dell’Hermitage appare di Leonardo a San Pietroburgo e sulle pagine di Wikipedia in Cirillico, ma diventa di Boltraffio su quelle anglosassoni (tra l’altro per via di Kemp). Alla fin della fiera solo l’opera murale del Cenacolo a Santa Maria delle Grazie riuscirà a confortare gli spiriti insicuri della nostra provincia.

La Bella Principessa – esposta a Urbino, a Lugano e in altre sedi ancora – dev’essere considerata un’operazione essenzialmente commerciale?

AS   Chi si lancia nel mondo dell’arte per fare soldi allestendo esposizioni, ne uscirà sempre con le pive nel sacco. Per organizzare questi eventi ci vuole molta passione e saper apprezzare altri valori non prettamente pecuniari.

La nostra Lugano è diventata una Mecca per il commercio dell’arte, con le gallerie che spuntano come funghi?

AS   Lugano e la Svizzera costituiscono ancora oggi un luogo di rifugio, attraendo non solo persone e capitali, ma anche patrimoni di altro genere, quale quello artistico. Dubito che le nuove gallerie riescano a reperire clientela in situ, ma ritengo senz’altro arricchente il dopaggio dell’offerta culturale privata. Sembra che qualche gallerista internazionale sia anche venuto sperando in una sinergia con il Lac, potendovi esporre e magari vendere.

Il Caffè parla di un Giovanni Frasca, responsabile della Luxury Art (che ha un ufficio a Lugano, a ridosso della piazza Riforma, ndR), ponendo domande di vario genere. Può dirci chi è?

AS   Giovanni Frasca, architetto, appartiene all’alta borghesia romana occupandosi da qualche anno della consulenza nel commercio dell’arte, e nell’allestimento di mostre. Luxury Art, che è lo stesso Frasca, ha già proposto alla Città di Lugano una mostra di Andy Warhol assieme al grande critico Mercurio.

Trovo vile e ignobile il modo in qui certe testate sono andate a scavare sul passato di Frasca con metodi a dir poco discutibili.

È possibile che Sgarbi abbia impegnato il suo nome e la sua autorità in un’operazione poco chiara?

AS   Dubito che Sgarbi vada a “sputtanarsi” a 60 anni. Lo stile è il suo, e dà brio alle sue conferenze fiume; fino adesso nessuno si è mai annoiato.

Ognuno ha le sue ragioni.
— Quali sono le ragioni di Giovanna Masoni (per il NO)

AS   Giovanna Masoni, è una politica e dunque segue logiche partitiche.

— Quali sono le ragioni del Municipio di Lugano (per il SÌ)

AS   Il Municipio di Lugano ha visto l’opportunità di allacciarsi all’Expo di Milano. È un gran colpo.

L’on. Vicesindaca ha realmente offeso i coniugi Silverman, proprietari dell’opera, e il Municipio (così come gli viene richiesto) si deve scusare?

AS   Accusatio manifesta, excusatio non petita. I Silverman sono iperprotettivi e ipersensibili, d’altra parte la Vicesindaca ha fatto la sua mossa politica.

Come già in occasione della mostra nel 2011 dell’Angelo Incarnato al Museo Cantonale [operazione che venne soffiata al Rivellino dove era prevista con un allestimento di Bob Wilson, dedicata alla messa in scena dell’Orfeo di Poliziano e rincarata dai disegni originali di Leonardo (autentici e autografi) del teatro] la manifestazione è stata frettolosa. Non basta appendere un quadro anche se con belle luci ecc… Rimangono ineludibili un progetto e un contesto.

Per finire, ci parli di Vittorio Sgarbi, critico famoso e carattere vulcanico, trasgressivo, intemperante. Lo conosce personalmente? Potrà trovare spazio a Lugano per le sue attività? O si è giocato la piazza?

AS   Ho sempre concepito l’arte come uno spettacolo, prova ne siano i 6 anni del Rivellino, e mi oppongo ad ogni museificazione mummificatrice, ripetitiva (la solita tenda di Merz, gli ennesimi tagli di Fontana…) e pedante. Vittorio è un amico del Rivellino dove sfortunatamente si è comportato da grande gentleman deludendo le aspettative del team sul celebre showman.

La scena artistica non risiede nella comfort zone, e spero che Lugano, anzi il Lac lo inviti molto più spesso, magari assieme ad altri enfants terribles.

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