La Polizia interviene contro la Gioventù Comunista per impedire la proiezione

serb 2Nel comunicato del PC si parla di polizia e di procuratore (i quali, per l’amor di Dio, facciano il loro lavoro). Ma qui si tratta di ben altro, e precisamente del direttore del DECS candidato al Consiglio di Stato. È tornato dalle vacanze? Se sì, è senz’altro una buona notizia.

NOTA. Suona notevolmente umoristica la frase: “Domani magari avremo la polizia a controllare quello che dicono gli insegnanti in classe”. In ogni caso quel famoso giorno alla Commercio la polizia non c’era. Erano in giro a dar multe…

NOTA 2. A difesa della “libertà didattica” (che sta a cuore anche a me) e contro ogni censura mi permetto di pubblicare alcune inquadrature del film.

serb 1COMUNICATO DEL PARTITO COMUNISTA

Venerdì scorso presso la sede del Partito Comunista di Locarno si è presentata una pattuglia in borghese della Gendarmeria chiedendo del coordinatore del movimento giovanile, senza fornire alcuna spiegazione, senza mandati e senza avvertire la Direzione del Partito proprietario dello stabile. Vista l’assenza del diretto interessato a Locarno, egli è stato rintracciato successivamente e si è quindi presentato di sua spontanea volontà in procura, dove è stato sottoposto a un interrogatorio.

Il coordinatore della Gioventù Comunista è stato citato presso l’autorità inquirente dopo la proiezione di “A serbian film” presso la Scuola Cantonale di Commercio (SCC) e denunciato per aver mostrato tale pellicola considerata inadatta agli studenti. Attualmente è aperta un’inchiesta.

Considerato che tale film è stato proiettato a vari Festival dove è riconosciuto quale opera artistica e che in Ticino invece si finisce perseguiti penalmente solo per averlo visionato, riteniamo di essere di fronte a un atto gravissimo a chiaro sfondo politico e intimidatorio per di più a ridosso delle elezioni cantonali.

serbian film 2Ci aspettiamo che il DECS e la Direzione della SCC intervengano a difesa della libertà didattica: i problemi interni alla scuola di ordine contenutistico e di comunicazione vanno discussi fra docenti, studenti, direzione e i rispettivi sindacati o organi di rappresentanza, non certo con l’intervento della polizia! Oggi si denuncia un allievo (intimorendo tutti gli altri ragazzi) per aver proposto un’attività durante le giornate autogestite, domani magari avremo la polizia a controllare quello che dicono gli insegnanti in classe. Quanto accaduto rappresenta un precedente pericoloso per la scuola pubblica, la cui libertà e indipendenza è stata violata!

Il Partito Comunista chiama alla massima solidarietà tutti i cittadini democratici, gli intellettuali e gli artisti, non solo nei confronti del coordinatore del proprio movimento giovanile ingiustamente perseguito, ma di tutta la comunità scolastica ticinese attualmente sotto attacco da questo moralismo censorio del tutto sproporzionato.

Partito Comunista