ARP 1b(fdm) Questa è l’ultima intervista politica che Ticinolive pubblica prima dell’elezione. È affidata alla brava Giuditta Mosca, che ha già intervistato per noi Zali, Micocci, Beltraminelli, Cattaneo, Savoia, il professor Rico Maggi…

Il dottor Del Don dice (e fortemente auspica) in chiusura: “Cambiare si può”. Già, ma il fatto è… che non sembra probabile. Noi riproponiamo la nostra (poco originale) previsione: Zali Vitta Beltra Bertoli Ypsilon. È sballata? Chissà. Ma se NON è sballata, chi è Ypsilon? (Non più di 2 risposte plausibili, secondo noi)

Adesso, Giuditta e Orlando in duetto.

Giuditta MoscaGiuditta Mosca Quali sono, in ordine prioritario, i problemi più sentiti dai ticinesi, così come li avverte lei?

Orlando Del Don Lavoro, sicurezza, costi della salute e territorio. Tutti questi sono legati tra loro da un file-rouge, ovvero l’insicurezza. Siamo in una fase di stallo che ha dell’incredibile, una fase in cui il cittadino si sente violato e deriso. Nemmeno gli esiti delle urne vengono più presi in considerazione.

Cosa la spinge alla corsa verso Bellinzona?

ODD La mia militanza parlamentare mi ha fatto capire che fino a quando non ci sarà unità di intenti, governare sarà pressoché impossibile. Le dinamiche in seno al Gran Consiglio sono a tratti surreali, non importa cosa si stia votando, diventa più importante fare lo sgambetto alle “forze nemiche”. Ci vuole qualcuno che sappia mettere d’accordo tutti, con umiltà e pazienza. L’UDC ha dimostrato di saperlo fare in passato con la Lega dei Ticinesi e ora con l’UDF e AL. Ho bisogno di un Ticino migliore per tutti, nel mio lavoro di psichiatra vedo tutti i giorni i segni che la società lascia sulle persone. Ci vuole un’inversione di rotta.

In caso di vittoria quale dipartimento preferirebbe dirigere? E perché?

ODD   Il DSS, perché da medico conosco bene i problemi della sanità e perché, non solo per motivi professionali, capisco le esigenze della socialità e i problemi che ne derivano. Dalla spesa pubblica alla mortificazione di chi, nonostante sforzi immani, è costretto a ricorrere ad aiuti pubblici o, ancora, di chi è limitato nelle sue funzioni quotidiane e necessita di essere capito, aiutato e protetto.

A pochi giorni dal 19 aprile, cosa le è piaciuto di questa campagna elettorale e cosa invece le è piaciuto meno.

ODD   Oltre ai dibattiti in cui ho partecipato in prima persona ho assistito a quelli di alcuni colleghi in corsa per il CdS. Devo riconoscere che l’atmosfera respirata è veramente propositiva, ho sentito anche idee intelligenti e con una buona visione sul futuro. Quello che mi è piaciuto meno, ma è una storia vecchia come il mondo, sono i toni soporiferi, poi quelli autoincensanti di chi enuncia successi non ottenuti e quelli sprezzanti di chi si getta addosso veleni. Un conto è fare un’osservazione, un conto è denigrare tutto ciò che viene proposto dai politici degli altri partiti. I ticinesi hanno bisogno d’altro, hanno bisogno di essere ascoltati e non di diventare spettatori di teatri di basso profilo.

I tempi cambiano in modo rapido e, a volte, in modo radicale. Come prendere con buona costanza la temperatura del popolo? Ovvero, come riuscire a capire le reali necessità dei cittadini?

ODD   Come ho sempre fatto. Ogni 5-6 mesi organizzo serate tra la gente, sono momenti conviviali in cui talvolta ho respirato tensione ma, in genere, sono popolati di persone con le idee chiare e con atteggiamento propositivo. Ascolto, raccolgo impressioni, necessità e poi mi attivo in Parlamento. Arrivano anche delle critiche che accetto di buon grado. Chi entra a fare parte dell’Esecutivo tende ad auto escludersi dai cittadini, tende a comportarsi come un re. In quel momento, con ogni probabilità, ci si dimentica che si è stati eletti per essere servi del popolo e non monarchi. Per governare ci vuole anche umiltà e ci vuole, se serve, il coraggio di ammettere di avere sbagliato.

Come convincere il Consiglio federale a dare maggiore peso ai problemi del Ticino?

ODD   In ogni trattativa le parti devono avere qualche cosa da offrire. Noi ticinesi bussiamo con veemenza alle porte del Consiglio federale ma ci presentiamo a mani vuote. Abbiamo assi importantissimi per il commercio europeo, abbiamo il portale del San Gottardo, abbiamo una produzione locale che viene esportata anche al di fuori della zona Euro. Tutte queste cose le teniamo in soffitta quando invece sono ottime leve per imbastire una discussione con Berna, fossilizzata sullo “statuto speciale” che può andare bene per un periodo limitato di tempo; desidero invece che il Ticino ritorni ad essere autosufficiente con leggi e proposte intelligenti e utili al popolo, e non sempre e solo utili ai big dell’economia i quali, se sono in Ticino, hanno di certo più di un interesse nell’esserci e nel restarci.

Tre doti necessarie per governare in Ticino. (Tralasciando “cuore” e “orgoglio” che… ça va sans dire…)

ODD   Come ho detto prima ci vogliono umiltà, coraggio e la consapevolezza di essere servitori del popolo. Tenere i piedi ben saldi a terra è una delle vie del successo e non solo in politica.

Il Ticino, considerata l’alta densità di infrastrutture e il tessuto imprenditoriale, ha tutti i numeri per diventare un polo europeo delle aziende ad alto valore innovativo. Questa strada però viene percorsa a bassa velocità e a fari accesi. Eppure in Inghilterra, negli USA e in Italia (tanto per citare esempi di culture diverse tra loro) le “startup” hanno creato decine di migliaia di posti di lavoro negli ultimi dieci anni (negli USA la cifra “monstre” di 500 mila, numeri ovviamente fuori dal contesto ticinese ma comunque imponenti). Non è giunto il momento di fare fruttare gli innumerevoli vantaggi offerti dal Ticino?

ODD   Oltre a quanto ha scritto lei, sostengo che questa sia una via che vada percorsa creando una nuova generazione di aziende. Lo Stato, in momenti di difficile congiuntura, deve aiutare l’economia spremendo le meningi al di là del mero sconto fiscale che, negli ultimi 20 anni, è stato concesso senza chiedere nulla in cambio. Le aziende di Oltreconfine stanno erodendo il Ticino? E noi “usiamole” per invertire la tendenza: aiuti pubblici sì, ma a condizioni chiare e imprescindibili. Ad esempio, assunzione di un numero minimo di disoccupati, lavoratori residenti pari all’80% della forza lavoro impiegata, rispetto per l’ambiente e obbligo di restare sul territorio per almeno 10 anni. Se concedo ad una multinazionale di accasarsi in Ticino, facendole risparmiare decine (se non centinaia) di milioni di euro di imposte, è ragionevole che questa inietti nell’economia locale delle risorse economiche, garantendo impiego ai residenti e stipendi adeguati al mercato ticinese.

Una promessa ai ticinesi…

ODD   È lo slogan della mia campagna, “il mio impegno sei tu”. La mia promessa è quindi mettere sempre gli interessi dei cittadini al centro del mio mandato.

C’è qualcosa che non le ho chiesto e sulla quale avrebbe voluto pronunciarsi?

ODD   Credo davvero che i ticinesi abbiano tutte le carte in regola per rialzarsi. Dobbiamo volerlo tutti insieme e ce la faremo. Siamo oltre al “cambiare si può”; in questo particolare momento storico cambiare è un obbligo e un dovere, per chi fa politica e per chi esercita il proprio diritto di voto.

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