Nei prossimi tre-quattro giorni intendo scrivere una serie di commenti sulle Cantonali del 19 aprile. Durante il pomeriggio di domenica e il lunedì ho potuto ricevere solo un’informazione limitata, ridotta alle nude cifre. E forse è stato meglio così, visto che buona parte delle dichiarazioni espresse dai vari esponenti politici erano scarsamente connesse alla realtà, per non dire che spesso erano pure e semplici indifendibili balle.

Scriverò nello stile “work in progress”, cioè per frammenti successivi. Per segnalare le novità, gli ampliamenti e le aggiunte cambierò la foto in home page e magari anche il titolo del pezzo.

Salo 1x

La cosa più intelligente l’ho scritta prima di partire, e precisamente

non potranno vincere tutti

Sembra una banalità da quattro soldi ed è invece profonda saggezza. Pareva che molti pensassero esattamente il contrario. Forse il mio sesto senso mi avvertiva ch’erano in arrivo grossi sberloni.

ELEZIONE AL CONSIGLIO DI STATO

Alcuni avevano fieramente dichiarato: non vogliamo che si riduca (nuovamente) a un derby tra la Lega e il PLR. Fiato sprecato: tutti sapevano che sarebbe stato (nuovamente) un derby tra il PLR e la Lega. I “penalizzati” masticano amaro, ma la vita è crudele e la politica… ancora di più.

Si poteva immaginare (non era assurdo) che quali “oggettivi alleati del PLR” i Verdi e la Destra rubassero voti alla Lega. Nemmeno per idea, in questo hanno fallito miseramente.

Poteva bastare poco per salvare la baracca, in presenza di un PLR che si è impegnato tantissimo, con dovizia di mezzi, esibizione d’orgoglio e mobilitazione di uomini. Ma quel poco non è arrivato. È arrivata invece, onorevole, la terza sconfitta: 2011, 2013, 2015. Io le conto così. Se poi a qualcuno non va bene, protesti pure.

Salo 2xZALI   Se interpellate un passante per la strada, uno qualunque – giovane, vecchio, basso, alto, una ragazza con la coda di cavallo e la minigonna oppure un distinto signore in doppio petto fumo di Londra – vi dirà, invariabilmente: “È l’unico che fa qualcosa!” Bene, se dicono questo di voi, voi avete già vinto. Che l’affermazione sia realistica o fantasiosa, non ha alcuna importanza. Che il candidato faccia cose sensate o bizzarre, non ha alcuna importanza. “È l’unico che fa qualcosa!” Come si fa a non votarlo? Può essere eletto a qualsiasi carica, può vincere lui stesso e far vincere il suo partito. Come corollario aggiungo (ma l’ho già scritto, e me ne scuso con i miei venticinque lettori): “Il popolo lo ama e lo eleggerà”, così mi scrisse rapita una donna che stimo per la sua intelligenza e che non cessa di stupirmi per la sua irrefrenabile emotività.

GOBBI   Era senz’altro un buon candidato e il suo destino era strettamente legato a quello del suo partito. Se questo vinceva, lui vinceva. Se perdeva, perdeva. Hanno vinto.

VITTA   Realizza il suo sogno, per il quale ha lavorato sodo. Se prenderà il DFE, potremo metterlo a confronto con Laura Sadis e, perché no?, con Marina Masoni. Un unico rimprovero (non gliel’ho fatto prima): l’intervista. La accettò di buon grado. Cercai di stimolarlo con domande “intriganti”, mi rispose con piedi di piombo e con una enorme, eccessiva prudenza. Mi vien quasi da evocare: una saracinesca abbassata. Christian, Harry, credimi, la gente non vuole questo! Ancor meno i giornalisti. Ti faccio tanti auguri, sei solido, penso che saprai farti valere.

BERTINI   Poteva arrivare primo o secondo, dentro un partito che poteva arrivare primo o secondo. Il suo risultato minimo (ai miei occhi) per non fare flop: arrivare secondo, non eletto. L’ha conseguito, e l’ha conseguito bene, con un’elezione brillante, a 1900 voti da Vitta e con un enorme vantaggio di 12.500 (!) voti su Micocci.

Se Bertini fosse stato eletto, e ciò era ragionevolmente possibile, sarebbe andato alle Orsoline e chi s’è visto s’è visto. La sua “sconfitta” mette nelle mani del PLR un atout formidabile in vista dell’aprile 2016. Un francese direbbe: “ça crève les yeux”.

MICOCCI   Una candidata di valore e di carattere, spinta da una grande (e legittima) ambizione. Ha saputo conquistarsi appoggi importanti e dotarsi di mezzi cospicui, probabilmente superiori a quelli di qualsiasi altro candidato.

Ticinolive ha pubblicato numerosi suoi articoli, ben scritti e ben argomentati, e una stupenda intervista da lei concessa alla giornalista Giuditta Mosca (non ha invece rilasciato interviste al professor De Maria, che pure le aveva proposto una serie di domande).

Lo ripeto, una candidata di grande valore, che attendo con interesse di vedere impegnata in Gran Consiglio. La sua sconfitta nella corsa al Governo è in ogni caso chiara e inequivocabile. Si potrebbe qui obiettare che l’ingresso in lista di Michele Bertini (8 gennaio) abbia rovinato le sue chance. Non è questa tuttavia la mia opinione. Senza Bertini forse Natalia Micocci sarebbe arrivata seconda, ma il partito avrebbe perso ben più nettamente. L’8 gennaio alla sala Aragonite, colma da scoppiare, è stata presa la decisione giusta. Che poteva, in extremis e sul filo del rasoio, anche bastare. Ma gli Dei (ho passato un’intera settimana in loro compagnia), no, non l’hanno voluto.

Questa “supercandidata” ha sbagliato qualcosa? Indubbiamente sì. Ad esempio, ha lasciato che il suo eccessivo dispendio insospettisse la gente (che è già così sospettosa per natura). Sembrava quasi che qualcuno avesse deciso che lei dovesse vincere “per forza”. Immagino che non sia così ma ciò che viene creduto è importante. Mi spiego: la moglie di Cesare era realmente adultera? Forse no, forse era casta ma…

Il suo flop più clamoroso? Uno solo, ma impagabile. Quando s’è lanciata a dire (cito a senso): “Un Consiglio di Stato senza una donna riporta il Ticino indietro di vent’anni!” Questo femminismo primitivo è molto al di sotto del livello normale della fiera Natalia.

Oltre tutto si è fatta anche fregare, perché – immancabile – è sopraggiunta la domanda assassina: “Lei auspicherebbe l’elezione in governo di Amanda Rückert?” Risposta: “No, perché questo darebbe alla Lega un secondo seggio (Zali/Rückert). E poi, dovrebbe essere un’eletta con i miei stessi princìpi politici”.

Traduzione: una donna sì, ma quella donna devo essere io! Come spararsi in un piede. Beh, una giornata no può capitare a tutti.

Salo 3x

Tomba di Filippo II il Macedone a Verghina (part.)

Pausania di Orestide (guardia del corpo del re) uccise Filippo [nel 336 aC] al matrimonio della figlia di quest’ultimo, Cleopatra, con Alessandro I [re dell’Epiro] ma, mentre tentava di fuggire verso le porte della città, inciampò in una vite e fu ucciso da Attalo, Leonnato e Perdicca, che erano anch’essi guardie del corpo e amici di Alessandro [Magno]. Alessandro fece crocifiggere il corpo di Pausania ma, appena ebbe lasciato la Macedonia, Olimpiade gli costruì un monumento.

Il delitto era certamente premeditato, visto che vicino al posto dove Pausania era fuggito furono trovati dei cavalli. Al processo che seguì furono trovati colpevoli e condannati a morte altri due uomini, Eromene e Arrabeo, colpevoli di aver cospirato con Pausania. Leonnato, che aveva lanciato la lancia che aveva trafitto Pausania, fu retrocesso di grado; ciò fu probabilmente dovuto al sospetto che, in questo modo, avesse evitato che l’assassino fosse interrogato. [Wiki]

mercoledì

BELTRAMINELLI   Si è parlato tantissimo (anche troppo) della lista prodigiosa del PPD per il Consiglio di Stato. In realtà come si è visto molto presto (ed io mi sono permesso di scriverlo) la “lista in grande spolvero” – lodatissima da tutti, anche da me – poteva fare una cosa sola, ed è esattamente quella che ha fatto: confermare il Beltra. Certo, un po’ di scena non guasta, ma non bisogna esagerare perché altrimenti alla fine si è obbligati a mostrarsi delusi. Al mio caro ex alunno un cordiale augurio di successo.

BERTOLI   Brillante risultato di Amalia Mirante, alla quale vanno i complimenti della Redazione. Mi aveva invitato a un suo aperitivo elettorale allestito in un bar di Taverne, ci sono andato. Non c’erano solo socialisti, ma un po’ di tutto: candidati d’altri partiti in caccia di una pizzetta o, più appetitosamente, di qualche voto. C’era lì Gianni Righinetti, quotato giornalista del Corriere e figlio del mio amico Tullio. Io, levando il calice di prosecco alla sorridente e simpatica Amalia, gli dissi celiando: “Allora, questa ragazza la facciamo arrivare seconda?” Lui, serissimo: “No, seconda no”. Visto?

Cattiva votazione del PS, com’era prevedibile. Certi dirigenti, invece di fare (invano) la voce grossa, farebbero meglio a riflettere con calma sul da farsi.

Salo 4xSAVOIA   Si è battuto come un leone, ha lottato e si è speso senza risparmio, a suo modo è un grande. Se la capacità di comunicare garantisse la vittoria, sarebbe già al posto di Obama (e non farebbe peggio di lui). Pensate un Savoia alla testa della comunicazione del PLR (che resta debole e inefficace, comunque la si giri)!

Sergio ha inequivocabilmente fallito. Per la più semplice delle ragioni, che è la seguente: quello che voleva fare lui, così come lo voleva fare lui, non si poteva fare. Ci ha creduto? Sì. Si è illuso? Ha rincorso un miraggio?

E c’è un’aggravante, il suo vistoso risultato personale. Come minimo gli pioveranno in testa accuse di “egocentrismo”, “culto della personalità”, eccetera eccetera.

Sintomatica la (magra) lista degli eletti in GC: i 5 candidati al governo più la fedelissima Delcò Petralli. Vogliamo credere che non regni nel quartiere Verde il più perfetto buonumore? In sostanza, lui adesso se la vede coi suoi (sorveglierò attentamente il suo blog, vi dirò…)

In conclusione: Sergio, sei un grande giocatore, hai giocato e hai perso. Che importa, testa alta, occhi fieri e sulle labbra il sorriso!

Athos 2x

LA DESTRA   Le aspettative erano grandi, ma il risultato si è rivelato scarso e qualcuno non potrà non sentirsi fregato. Le aspettative erano grandi. Qualcuno (ancora domenica) non esitava a parlare di 8 possibili eletti. La realtà si è dimostrata molto più avara.

Possono fregarsi le mani dalla contentezza Morisoli e Pamini, eletti in GC, e a questi liberali vadano i complimenti della Redazione. Ma per l’UDC il 19 aprile è stato un grosso guaio, poiché hanno perso il seggio Del Don, capogruppo in Gran Consiglio, e Mellini, segretario cantonale. Sacrificarsi? Sì, forse, ma allora per qualcosa di buono, per una prospettiva futura (che non si può escludere, se l’alleanza reggerà, in barba a un inizio deludente).

C’è da dire che i principali dirigenti dell’UDC erano tutti favorevoli a tentare l’esperimento, con una eccezione (che magari si starà dicendo: avevo visto giusto!)

Quanto a Brunner, il suo intervento a 8 giorni dal voto può essere stato sgradevole ma non dev’essere giudicato determinante. Si può ipotizzare che il Toni nazionale vedesse la “mala parata” e, semplicemente, abbia messo le mani avanti. Lui dispone di tre bei deputati federali rossi e blu, che gli danno molta soddisfazione, e se li vuole tenere stretti. Dal suo punto di vista, ha ragione da vendere.

Affaire à suivre, e una riorganizzazione nei vertici del partito non si può affatto escludere.

Buon risultato (CdS) di Pierre Rusconi, ex presidente del partito, e di Lara Filippini, confermata, con Pinoja e Chiesa, in Parlamento. Brava Lara, non era facile e ti sei fatta valere!

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Per concludere questa prima parte.

— La situazione politica NON È rivoluzionaria. Quattro ministri riconfermati e Christian Vitta al posto di Laura Sadis. Che poi è ciò che voleva ottenere, prima o poi (anche prima), il presidente Cattaneo. Così mi ha detto Ducry, perché tra abitanti di Besso ci possiamo ben fare delle confidenze. A proposito, spettacolare risultato di frère Jacques, primo assoluto nel Partito delle Tasse. Bel colpo. E sì che il neo-socialista (dalla nascita) faceva il timidino vezzoso: “Ma, non so, ho concorrenti molto forti, penso che non ce la farò…”

— La Lega ha mostrato solidità e capacità di adattamento e di radicamento. Ha (come gli altri) personalità di valore. La cosa più stupida che hanno fatto, per decenni, certi geniacci è la seguente: dare torto alla Lega per puro principio, anche quando essa  aveva manifestamente ragione. Molte volte? Poche volte? Non è facile quantificare, ma direi: parecchie volte.

— La prossima scadenza è ad ottobre ma la vera occasione per il PLR, a mio avviso, giungerà tra un anno esatto. Riconquistare Lugano sarà forse possibile, a patto di avere qualcosa da contrapporre al Mattino della domenica e al Mattinonline. A mani nude non si può combattere. Un’impresa affascinante e difficile. Molto affascinante perché molto difficile.

Secondo me le condizioni per un simile “miracolo” ancora non sono date. Ma potrebbero nascere.