Riprendiamo dal Corriere questa lettera, tradotta, che il direttore del LAC Michel Gagnon ha inviato venerdì scorso alla Capodicastero cultura on. Giovanna Masoni Brenni. La conferenza stampa alla quale si fa riferimento nel testo si è svolta mercoledì 15 aprile; con vivo dispiacere siamo stati impossibilitati a parteciparvi poiché in viaggio all’estero.

Sul LAC – e più in generale sulla politica culturale della Città – è in corso da tempo una dura battaglia che è nel contempo politica, personale e sostanziale. Ben difficilmente questa lettera risolverà, o anche solo migliorerà, la situazione.

Giovanna M       Cara Giovanna,

Devo dirti che non è possibile dirigere bene il LAC nel contesto politico che circonda il progetto.

Mercoledì abbiamo fatto una magnifica conferenza stampa, di cui tutta la mia squadra, gli “sponsor” e il pubblico erano fieri. Il giorno dopo sui giornali ci siamo ritrovati ancora delle polemiche sul LAC. Francamente è esasperante. Chi parla con chi in questo Municipio? Chi dà le informazioni senza prendersi la briga di verificare con te o con me quello che afferma?

La squadra del LAC ha lavorato con impegno per realizzare la conferenza stampa, si tratta di tanto lavoro. Avresti dovuto vedere com’era delusa il giorno dopo. È davvero demotivante.

Ieri hanno passato la giornata a separare le notizie buone da quelle cattive per potere inviare agli “sponsor” dei messaggi positivi. Tutto quanto finisce sulla pubblica piazza, bisogna fermare questo “casino”.

Ho depositato un business plan del LAC, un piano strategico, un organigramma. Per l’inaugurazione, un preventivo e un organigramma al comitato di sorveglianza. In questi documenti avevo identificato dei preventivi per l’ingaggio di risorse. Non è possibile avviare ed inaugurare il LAC senza risorse umane. Non riesco a portare a termine un così grande progetto senza avere a disposizione le risorse umane che ho chiesto e in un contesto in cui ognuna delle mie decisioni può venire messa in discussione.

Non posso e non voglio lavorare in un clima di sospetto, in cui non si sa mai quali informazioni confidenziali o quali conversazioni finiranno sul giornale della domenica. Il legame di confidenza che avevo con voi si sta spezzando. Tutto questo è una mancanza di etica professionale. Cosa che in quanto politici dovreste difendere.

Non posso più dirigere una piccola squadra in cui ognuno è vulnerabile e può ritrovarsi immischiato in una polemica ed essere attaccato in modo personale sulla pubblica piazza. Questa squadra ha un compito difficile e ha bisogno di fare il suo lavoro in un clima adeguato.

Mi avete chiesto di venire dal Canada per dirigere un progetto, quindi lasciatemelo fare. Mancano quattro mesi all’inaugurazione e all’apertura del LAC. È poco tempo. Se tutto quello che sta succedendo non cessa immediatamente ci saranno delle conseguenze sulla qualità e sulla nostra capacità di realizzare questo lavoro.

Sono furioso, scontento, deluso per la situazione. Sono venuto a Lugano per realizzare un bel progetto con voi, non per combattere e tenere la guardia alzata. Trascorro le mie giornate a risolvere i problemi che tutto questo genera, e ciò mi impedisce di dedicarmi ai compiti che dovrei svolgere.

Ti scrivo questa lettera affinché tu possa condividerla con il Municipio e i tuoi colleghi.

Grazie per la tua attenzione.

Con rispetto, Michel Gagnon