Savoia 3b (2)Dopo la sconfitta elettorale del 19 aprile il coordinatore dei Verdi del Ticino Sergio Savoia aveva messo a disposizione il suo mandato. Ieri sera il Comitato cantonale del partito lo ha però confermato nella carica, all’unanimità con una astensione, dopo ampia e approfondita discussione.

Jack 123 b(commento) La sconfitta del leader è inequivocabile. Per una ragione molto semplice. Perché quello che lui vuol fare, così come lui lo vuole fare, non si può fare. Si è speso senza risparmio, aggressivo, inventivo e abile, con una visibilità mediatica straordinaria, ma non ha ottenuto niente. La sua linea “populista-verde” là dove avrebbe potuto far breccia (non fatemi dire dove) non è passata. Ci aveva incantati tutti (anch’io ero curioso), i sondaggi gli erano (moderatamente) favorevoli; ci aspettavamo che estraesse, magicamente, il coniglio dal cilindro. Ma nessun coniglio è apparso, il prestigiatore ha fallito, il pubblico è rimasto con un palmo di naso.

Confermato all’unanimità, egli può continuare. Ma non si creda che l’opposizione interna non esista, si è temporaneamente rintanata in una buca e sta rimuginando il da farsi.

Il premio per la dichiarazione più insensata va con distacco (mi scuserà la gentile candidata) a Elisabetta Gianella, che non ha esitato a scrivere:  “Lui infatti i voti per fare il ministro li ha e li ha portati, quelle che sono mancate sono le schede di partito. È dunque sul partito che bisogna interrogarsi, non sul suo leader”. [!!]

Ma se il padre-padrone, che ha fatto tutto, che ha deciso tutto (anche chi dovesse venir eletto in Gran Consiglio), che ha mutato in profondo la linea del partito, impegnandosi alla morte ha portato al partito il 6 per cento, egli non sarà mai ministro, e nemmeno si può ragionevolmente affermare “che abbia i voti per farlo”. Al massimo potrà fare il presentatore di un gioco a premi televisivo di sfolgorante successo.