Jack 1111Mi sarebbe piaciuto essere in chiesa domenica a Chiasso (ma la mia parrocchia è san Nicolao). Più che un’omelia ha tutta l’aria di esser stata un festival. Don Feliciani ha detto:

“Non capisco coloro che entrano in chiesa con il Mattino ed hanno consentito alla Lega di diventare il primo partito del Cantone. Una formazione politica che pubblica un giornale in cui non manca mai la volgarità”.

E in seguito ha dichiarato a LiberaTV (scelgo i passi più significativi):

“Ricordiamoci che durante il fascismo votavano tutti per il duce”

“Ieri ho semplicemente cercato di fare il punto su una situazione che ritengo intollerabile: i leghisti esultano perché sono il primo partito. Io dico loro che oltre a esultare dovrebbero anche riflettere”.

“Quando i terroristi islamici fanno cose orribili noi pretendiamo che i musulmani moderati prendano le distanze e si dissocino dalle atrocità. Ecco, vorrei che i leghisti onesti, e ne conosco molti, dissentissero, si distanziassero dal Mattino.”

“La Lega dovrebbe dimostrare maturità politica e pretendere una ‘purificazione’ al proprio interno”.

Sono affermazioni veramente stupefacenti e sconcertanti, soprattutto se pronunciate durante la messa. Viene da chiedersi: che rispetto ha questo sacerdote della sua stessa chiesa se non esita a trasformarla in una sala da comizio?

Lancia accuse (tanto trite quanto infamanti) di “fascismo”. Non vede nemmeno che la Lega è partito di maggioranza relativa in Governo e a Lugano in un sistema di democrazia parlamentare. Imita il Ghisletta che, nella sua esuberante fantasia, vede squadre con fez e gagliardetto aggirarsi truci per la piazza Riforma.

Poi: il risultato elettorale non gli va bene. Ma non va bene neppure al PLR, e non va bene nemmeno a me. L’esito delle urne non ha l’obbligo di piacere all’arciprete.

Poi (e qui tocca l’apice): il Mattino della Domenica assimilato al Califfato e ai tagliatori di teste dell’ISIS ! Un umorismo involontario e macabro che non riesce a non apparire ingiurioso.

Infine, la “purificazione”. Immagino che essa consista nella messa al rogo di Lorenzo Quadri (e, perché no, di Mattia Sacchi). Ricordo a don Feliciani che il 23 maggio 1498 in piazza della Signoria fu bruciato vivo un suo illustre predecessore, l’arciprete Gerolamo Savonarola.

Don Feliciani dovrebbe pensare che con le sue esternazioni sconsiderate e faziose espone se stesso e, ciò che è più grave, la sua chiesa a polemiche aspre e indecorose. A tre minuti di cammino da casa mia, nel suo palazzo, abita il Vescovo. Il quale, imbarazzato (immagino), si starà chiedendo: che fare? Confidiamo nella sua saggezza, indubbiamente superiore a quella dell’arciprete. Egli saprà trovare una via.

La Chiesa trascinata nel vortice delle polemiche a causa di un risultato elettorale che non va bene. Ma… non va bene neanche a me. Io volevo che vincesse il PLR. Solo che non ho l’occasione di dirlo, per lo meno durante la messa.