Una candidatura comunista agli Stati non è da escludere

Tagliaferri Lucchini y(com.) Si è riunita nel week-end la Conferenza Cantonale del Partito Comunista che si è occupata dell’analisi dei risultati elettorali dello scorso appuntamento di aprile e per delineare l’impostazione futura del lavoro dei comunisti a livello istituzionale e sul territorio. Il Partito Comunista (già Partito del Lavoro) è tornato in Gran Consiglio dopo anni di assenza: se nel 2003 infatti il deputato comunista era stato eletto grazie alla congiunzione con il PS, bisogna risalire addirittura al 1987 – portando in parlamento Bill Arigoni – per vedere un risultato così importante per i comunisti e per l’intera sinistra critica.

La quarantina di militanti presenti a Lugano ha discusso su aspetti positivi e limiti della campagna elettorale da poco terminata e ha accolto alcuni nuovi iscritti al Partito. Oltre a ciò è stato deciso di presentare una propria lista per il Consiglio Nazionale ed è stata presa in considerazione anche la possibilità di candidare un proprio esponente al Consiglio degli Stati. La possibilità di congiungere la lista con il Partito Socialista è anche stata oggetto di discussione, ma ogni decisione finale sarà presa sulla base dell’evoluzione del dibattito a sinistra.

Vista poi l’elezione in Gran Consiglio di Massimiliano Ay, attuale segretario politico dei comunisti, il Partito ha deciso di affiancargli due giovani vice-segretari politici, entrambi 25enni, che lo sosterranno nel lavoro di direzione politica e organizzativa. Si tratta di Mattia Tagliaferri (a destra nella foto) e Alessandro Lucchini: mentre il primo è stato uno dei leader del sindacalismo studentesco ticinese ed è oggi consigliere comunale a Losone; Lucchini è economista e consigliere comunale di Giubiasco, attivo nell’ambito della cooperazione internazionale.

Partito Comunista