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boia 2I futuri “funzionari” dovranno eseguire le condanne a morte in pubblico e praticare amputazioni alle persone condannate per furto.

Martedì 19 maggio, il governo dell’Arabia Saudita ha pubblicato un’offerta d’impiego singolare. Lo Stato saudita intende reclutare otto boia per eseguire, tramite decapitazione, il gran numero di condanne a morte che ogni anno vengono pronunciate nel paese. Ai candidati non è richiesta alcuna qualifica o esperienza particolari. Chi verrà assunto dovrà compiere le esecuzioni capitali in pubblico e amputare mani o piedi alle persone condannate per furto e altri reati minori.

L’annuncio del reclutamento coincide con un aumento del numero delle esecuzioni capitali nel paese, dove stupro, apostasia, furto a mano armata e traffico di droga sono reati punibili con la pena di morte. La sentenza è solitamente eseguita in pubblico e tramite decapitazione con la spada.

Il reclutamento interviene quattro mesi dopo l’ascesa al trono del nuovo re, Salman. Fino ad oggi, il re non aveva espresso intenzioni circa la riforma del settore giudiziario, dove i giudici profondamente conservatori hanno un vasto potere decisionale. Per contro, secondo diversi diplomatici, la recente nomina di nuovi giudici potrebbe portare a un’accelerazione del ritmo delle esecuzioni capitali.

Nel 2013 l’Arabia Saudita contava unicamente quattro boia nominati dal governo e tutti erano in piena attività. Un comitato interministeriale aveva autorizzato, a causa della penuria di boia e la loro assenza in diverse regioni del paese, il ricorso alla messa a morte per fucilazione.

Nel 2014, secondo Amnesty International, l’Arabia Saudita faceva parte dei cinque paesi che eseguono il maggior numero di condanne a morte, con circa 90 esecuzioni capitali. Quest’anno ne sono già state pronunciate 44.