(commento) A mio avviso i vantaggi di Jacques Ducry sono essenzialmente due:

— il suo ritiro DE-FI-NI-TI-VO, che definitivo non è;

— il fatto che si parli ad ogni piè sospinto di lui.

Roic Ducry xUn mio contributo a poche ore dal congresso elettorale del PS, in programma a partire dal mattino di sabato 13 giugno, si giustifica sia con l’invito di Francesco De Maria a scrivere una nota in vista del congresso sia con l’urgenza di arrivare a una posizione chiara sulle scelte politiche del PS ticinese in vista delle elezioni nazionali di ottobre.

Le liste, come tutti sanno, sono due. Quella per il nazionale è completa di otto nomi approvati dal comitato cantonale PS a cui, nel frattempo, non si sono aggiunti altri candidati. Marina Carobbio e Raoul Ghisletta sono i candidati di punta, mentre Bruno Storni potrebbe risultare una lieta sorpresa a livello elettorale. Il traguardo dei socialisti è chiaro: riportare due PS in Consiglio nazionale onde far ripartire le proposte di sinistra ticinesi a livello nazionale. Se dovessero risultare eletti Carobbio e Ghisletta sarebbe davvero interessante il fatto che in seno al PS e alla sinistra espressa politicamente dal Ticino ci sarebbero due posizioni diverse ma – perché no? – complementari sulla centrale problematica degli accordi bilaterali fra svizzera e UE.

Se Carobbio esprime la posizione ufficiale del PS svizzero (ne è pure la vicepresidente) riguardo ai bilaterali con l’idea di preservarne lo spirito di collaborazione tenendo però conto delle distorsioni sul mercato del lavoro indigeno, Ghisletta propone di congelare l’accordo di libera circolazione fra Svizzera e UE per quel che riguarda il Ticino se non verranno prese misure efficaci e pure rapide onde impedire la cosiddetta “lombardizzazione” del mercato del lavoro ticinese (ovvero: salari sempre più bassi erogati in Ticino, dumping salariale, arrivo di ditte italiane-lombarde che si insediano sul nostro territorio senza alcun valore aggiunto per la popolazione residente, deregolamentazione del mondo del lavoro ecc.).

In realtà, per chi conosce le prerogative reali del mondo della politica, la posizione “doppia” dei due possibili eletti sulla lista PS è molto interessante elettoralmente e proprio questo tipo di posizione doppia potrebbe risultare vincente. D’altronde, su questo tema il PS si confronterà in una conferenza cantonale già il 21 giugno prossimo e il consigliere di stato Bertoli ha già affermato che potrebbe uscirne una posizione di maggioranza e una di minoranza in seno al PS, quindi doppia. Ciò che sarebbe probabilmente la cosa più auspicabile.

Per quel che concerne, invece, la lista per gli Stati, in queste ore c’è una grande mobilitazione per far ritornare Jacques Ducry in lista dopo che ha sbattuto la porta andandosene a seguito di un’intervista rilasciata alla Regione. Ducry è senz’altro il cavallo vincente per gli Stati e pure quella persona che potrebbe riunire una buona parte se non proprio tutto il centro-sinistra all’interno di un progetto di federazione che non significa necessariamente una linea unitaria e imposta a tutti presupponendo invece una pluralità di posizioni di centro-sinistra riunite in un progetto di società. Il progetto di federazione di Ducry passa da una visione del mondo condivisa qual è quella che individua nella giustizia sociale e nell’apertura cognitiva-culturale la stella polare a cui tendere tramite un forte impegno sia della politica ufficiale sia dall’associazionismo di area sia dell’impegno di quella parte della popolazione che ci crede. Certo è che questo tipo di progetto continuerà e si cristallizzerà nel prossimo futuro anche senza una puntuale candidatura di Ducry agli Stati, ma sarebbe davvero un peccato se per “ideologismi” settari e a causa di etichettature politiche che lasciano il tempo che trovano, non si approfittasse subito della possibilità di lanciare questo progetto di società già alle elezioni nazionali di ottobre.

Sergio Roic