Pubblico ancora questa replica di Fabio Regazzi al direttore RSI dopo di che, augurando buon lavoro e ogni bene alla signora Würth, possiamo anche chiudere.

Lo stesso non si dica del discorso sulla Radiotelevisione di stato. Al proposito il voto del 14 giugno ha dato indicazioni precise:
— “loro” hanno ottenuto l’essenziale, per quanto riguarda il malloppo; cioè, in sostanza, hanno vinto e incassano; ma
— per chi non si rassegna si apre un chiaro spiraglio di azione politica.

A questa enorme struttura di potere, cui i denari sembrano non bastare mai, non mancheranno neppure i difensori.

Regazzi 111Egregio Direttore,
Caro Maurizio Canetta,

Il mio post esprime seri dubbi, espressi certamente con toni forti, ma che come politico ritengo di dover formulare, sui criteri di selezione da parte di un ente pubblico, il quale per un hanno vintoanimatore/trice radiofonica assume una modella e attrice che – al di là della nazionalità e competenze riconosciute o meno – non ha mai vissuto in Ticino. All’indomani del voto popolare che conosci, mi sembra che la scelta sia molto inopportuna e denoti soprattutto una scarsa sensibilità nei confronti del nostro territorio e dei nostri giornalisti, conoscitori la nostra realtà meglio della signora Würth. E mi fermo qui.

Mi fa poi sorridere la tua indignazione riguardo a quelle che definisci allusioni sessiste. Giorgia Würth ha impostato la sua carriera sulle sue caratteristiche fisiche, mettendole in evidenza su numerose foto e video. Non ho ancora letto i suoi due libri, di cui uno tratta sempre il campo della sessualità, ma ho visto i suoi diversi video, soprattutto quello intitolato “vergogna” sul suo sito internet. Questo per dire che se un’attrice, certamente avvenente, imposta consapevolmente la sua professione sull’uso, a seconda dei gusti artistico, delle sue qualità fisiche, sa che i giudizi si fonderanno anche su queste sue caratteristiche, che ne determinano per scelta sua anche quella che tu chiami dignità professionale. Non vedo quindi in che cosa sia sessista ricordarlo e a maggior ragione non vedo per che cosa debba chiedere scusa.

Ribadisco comunque che è soprattutto l’inopportunità e la goffaggine di scelte come questa che probabilmente contribuiscono a determinare la sempre maggiore disaffezione dei ticinesi nei confronti dell’ente radio-TV.

Se vuoi un consiglio spassionato vedi di fare una profonda riflessione sulla crisi in cui la RSI versa per affrontare i VERI problemi. Ne usciresti ingigantito anche tu!

Cordialmente, Fabio Regazzi