Di questo articolo ci piace, più di tutto, il titolo. Volentieri lo pubblichiamo. Ma non siamo del tutto convinti. Si saranno davvero convertiti oppure si lanciano in certe dichiarazioni… per la più antica ragione democratica del mondo?

Ghisletta 12yLa conferenza cantonale del PS sul “congelamento dei bilaterali” ha coinvolto una sessantina di persone e numerosi qualificati relatori. Nel PS ticinese si è discusso, dati alla mano, del crollo delle condizioni retributive e lavorative in questo Cantone. Dal 2008 al 2012 (ultimo dato disponibile) sono diminuiti i salari più bassi, sono diminuiti i salari delle persone qualificate (con titoli universitari, maturità, brevetti d’insegnamento), sono aumentate le distanze salariali tra il Ticino e la media svizzera, sono esplosi i fenomeni di dumping salariale e i reati di usura (salari da 1’000 fr al mese per un tempo pieno). L’effetto sostituzione tra lavoratori residenti e frontalieri pagati meno sembra aver toccato almeno 10’000 persone in Ticino. La situazione è drammatica e diventerà sempre più drammatica, se non si rafforzerà lo statuto dei lavoratori dipendenti e se non si proteggeranno gli indipendenti. A fronte del totale squilibrio del mercato del lavoro ticinese, che come un cancro, dopo aver colpito i lavoratori più deboli e i giovani al primo impiego, sta colpendo anche i lavoratori più qualificati, la posizione del PS dopo la conferenza cantonale, da me chiesta, diventerà ora una posizione più offensiva.

Tutti i partecipanti alla conferenza hanno infatti denunciato l’insufficienza delle misure di accompagnamento alla libera circolazione dei lavoratori e delle lavoratrici. Ricordo che quasi tutte le proposte presentate negli ultimi anni al Consiglio federale sono state respinte e che recentemente padronato, UDC, PLR, PPD e Consiglio federale si sono opposti al miglioramento delle misure di accompagnamento a favore delle lavoratrici e dei lavoratori. La conferenza cantonale del PS Ticino ha detto addio all’eurofanatismo ingenuo, iscrivendo nel programma che in caso di una nuova chiamata alle urne sugli accordi bilaterali “è indispensabile che entrino in vigore garanzie necessarie per i lavoratori, che permettano di gestire il mercato del lavoro a favore dei lavoratori che vivono in Svizzera.” Questo significa che i socialisti ticinesi hanno deciso di non più lasciarsi prendere a pesci in faccia dai partiti borghesi e che in caso di votazione senza garanzie per i lavoratori non sosterranno più i Bilaterali. In tal caso numerosi socialisti come me faranno campagna per il no.

È un passo importante questo. Sono soddisfatto del cambiamento della posizione del Partito socialista (PS), che passa dall’euro-entusiasmo ad una posizione più disincantata su questi accordi economici e più vicina alla sofferenza dei ceti che escono perdenti dagli accordi bilaterali. Il PS Ticino riparte quindi da una realtà economica “di sofferenza” e vuole ridiventare il punto di riferimento dei ceti popolari ed incidere sulla vita politica di questo Paese. I prossimi passi del PS dovranno essere quelli di avviare una campagna contro il degrado del mondo del lavoro, che coinvolga non solamente il Ticino, ma anche gli altri Cantoni. È quanto stiamo facendo a livello di Unione sindacale Ticino e Moesa, prendendo contatti a livello nazionale, e presentando una ventina di proposte a livello federale, cantonale e comunale contro il dumping salariale. La battaglia è iniziata e la porterò avanti con decisione a livello sindacale e a livello politico.

Raoul Ghisletta, gran consigliere PS