Di recente, sulla stampa domenicale, la ministra del 5% Widmer Schlumpf si è dichiarata favorevole ad un’amnistia fiscale.

biancaneve_6fe610c0dbe9bdb877ec46f82df422c9dal Mattino della Domenica

La vicenda di EWS, iniziata nel 2007 e non ancora conclusa, mostra forse meglio di qualsiasi altra di che cosa sia capace la politica. Eletta come esponente dell’UDC per perseguire fini politici diametralmente opposti a quelli dell’UDC, si ritrova ad essere un burattino nelle mani del PS e del PPD, che hanno ordito l’intrigo. Questi possono fare di lei quello che vogliono (ma cercheranno di tenersela stretta), lei sarà ligia in toto ai loro voleri.

Quadri (2)Si ricorderà che in Ticino, quando di recente una decisione del popolo a favore di un’amnistia cantonale è stata annullata in sede giudiziaria, gli amichetti ro$$i dell’Evelina esultavano per la trombatura della volontà popolare: “l’amnistia è un regalo ai ladri!”, berciavano i kom­pagni a mezzo stampa.

L’ultima nel 1969

Che un ministro delle finanze non di $inistra si esprima a favore dell’am­nistia fiscale non è di per sé niente di strano. Essa in effetti serve a far emergere capitali nascosti, che pos­sono così venire reimmessi nell’eco­nomia. La regolarizzazione del “non dichiarato”, tuttavia, non avviene gratis. Avviene dietro pagamento di una tassa d’amnistia. La tassa in questione finisce nelle casse pubbli­che; sicché tutti felici e contenti. Se si pensa poi che in Svizzera l’ultima amnistia risale al 1969, si può ben dire che – diversamente ad esempio dagli scudi Tremonti – il provvedi­mento è assolutamente straordina­rio: il contribuente ne beneficia una volta nella vita.

Contrordine kompagni?

Tuttavia, anche i paracarri hanno ormai capito che Widmer Puffo è una marionetta dei kompagni (che la mantengono in carica in violazione dei più elementari principi democra­tici; ma si sa che violare la volontà popolare per il P$ è un’abitudine ed un piacere, vedi le posizioni contro il 9 febbraio). E, soprattutto, Wid­mer Schlumpf si è sempre espressa contro l’amnistia fi­scale. Non solo sui domenicali, ma anche ufficialmente. Ad esempio, rispondendo ad atti par­lamentari di chi scrive, ha detto che un’amnistia non serve: per chi volesse regolarizzare dei capitali non dichiarati bastano le leggi esi­stenti. Boh… Adesso, ma guarda un po’, arriva il “contrordine compagni”. L’amnistia fiscale si può fare. A cosa è dovuto l’improvviso salto della quaglia? E (domanda aggiuntiva) è plausibile che, quando la sua cadrega traballa come non mai, la ministra del 5% voglia scattivarsi i suoi principali sponsor – ovvero i $ocialisti che, come detto, hanno esultato alla trombatura dell’amnistia fiscale ti­cinese da parte dei legulei del TF?

A pensar male…

A pensar male, diceva Andreotti, si commette peccato, ma ci si azzecca quasi sempre. Nel caso della Consi­gliera federale non eletta, si può tranquillamente tralasciare il “qua­si”.

Sappiamo che Widmer Schlumpf vuole abolire il segreto bancario anche per i cittadini svizzeri.

Malgrado, da bugiarda qual è, abbia detto che il segreto bancario per gli svizzeri non è in discussione, poco dopo ha tentato il golpe in Consiglio federale. Tanto per una volta, però, i colleghi, in un guizzo di buon­senso, l’hanno stoppata; e la mini­stra non eletta è uscita dalla seduta con le pive nel sacco. Ma non per questo si può presumere che abbia rinunciato al suo scellerato disegno. Ed infatti, con la tattica del salame, la “nostra” sta preparando il terreno per defraudare anche i cittadini el­vetici della privacy bancaria. Lo scri­vevamo la scorsa settimana: secondo le intenzioni di Widmer Puffo, i ri­sparmiatori svizzeri dovranno auto­rizzare “volontariamente” la propria banca a trasmettere le informazioni che li concernono, oggetto dell’ac­cordo sullo scambio automatico con gli eurofalliti, direttamente all’ammi­nistrazione federale delle finanze.

Non c’è bisogno del Mago Otelma per prevedere che le banche, per paura di venire accusate di complicità in eventuale evasione fiscale, faranno in modo di costringere i propri clienti a concedere l’autorizzazione “volon­taria”, applicando condizioni sempre più svantaggiose per i renitenti. I quali alla fine si vedranno posti da­vanti all’alternativa: o autorizzare “volontariamente” o chiudere la rela­zione bancaria.

L’  “infilatio” è servita?

In questo disegno ben si inserisce l’amnistia fiscale. Che sarebbe, nelle intenzioni della Consigliera fe­derale non eletta, il più classico dei regali avvelenati. Una volta entrata in vigore l’amnistia, l’Eveline di­rebbe: visto che gli svizzerotti hanno ora la possibilità di mettersi in regola, si può tranquillamente to­gliere anche a loro il segreto banca­rio. L’ “infilatio” è servita! Il tutto per la gioia dei kompagni (altro che scattivarseli, vedi sopra). Ministra del 5%, come recita uno slogan noto a sud delle Alpi: “non siamo mica scemi”!

Per evitare il disastro totale c’è un solo sistema. A dicembre la Consi­gliera federale non eletta non deve più essere in carica***. I suoi sponsor – ossia i kompagni e gli uregiatti – sappiano di essere guardati a vista!

Lorenzo Quadri

*** Questo in effetti è il punto fondamentale. Ma è più facile dirlo che farlo! [ndR]