* franchi svizzeri

Conferenza deludente ma aperitivi di gran classe

Gianfranco geme dalla splendente Rovigno: “In questi giorni non ho voglia di scrivere… pigrizia… tedio”. Ma poi arriva sulle ali del web questo divertente Zibaldone. Godiamocelo.

Soldati 127 cIn un suo recente discorso Papa Francesco ha chiaramente espresso il suo dissenso nei confronti della “cultura usa e getta”. Il che equivale ad auspicare l’uscita dallo stato di incultura, impresa tutt’altro che facile. Meglio sarebbe stato, per il benessere dell’intera umanità, proclamare il dissenso nei confronti della “cultura USA”, che è quella che più ha contribuito a condurre l’Europa alla decadenza. Ma una simile libertà d’opinione non è concessa neppure al Papa.

*

Il mondo della cultura svizzera viene annualmente sovvenzionato con ben 3 miliardi di franchi svizzeri (3’000 milioni), stando ad un articolo di Peter Keller sulla “Weltwoche” dell’11.6.2015. La cifra può sembrare incredibile, ma il giornalista l’ha calcolata tenendo conto di tutte le sovvenzioni federali, cantonali, comunali e private (fondazioni et similia). E aggiunge che nei prossimi anni aumenteranno da parte di Berna di circa 200 milioni annui, grazie ad un aumento delle sovvenzioni federali del 3,4% annuo ottenuto su proposta del consigliere federale socialista e concesso da un legislativo nazionale che quando si tratta di promuovere la cultura non bada a spese neppure quando i consuntivi virano inesorabilmente al rosso.

Primo beneficiario della pioggia di soldi è il settore cinematografico, che può permettersi un lobbista del calibro di Matthias Aebischer, CN socialista, presidente di “Cinésuisse”, al modico costo di 1’000 franchi al mese. Una somma simbolica, per un propagandista stimolato da vera passione per l’arte della celluloide. Un’altra lobbista cinematografica, venuta “a galla” con lo scoppio dello scandalo di Christa Markwalder (miseri 7’000 franchi dai cosacchi del Kazakistan, per tutt’altre faccende) è la liberale Marie-Louise Baumann, che stando alla “NZZ am Sonntag” l’anno scorso ha incassato da “Cinésuisse” 50’000 franchi come prova di gratitudine per il suo disinteressato impegno in favore di opere che hanno solo il difetto di non riuscire ad attirare spettatori in numero sufficiente per coprire i costi.

Tanto per dare un’idea della temporalesca intensità della pioggia di soldi Peter Keller ricorda che il solo fatto di apparire sulla lista delle 5 pellicole proiettate alle Giornate del Film di Soletta comporta per ognuna un premio di 25’000 franchi da parte della Confederazione. La pioggia di denaro ha una tale intensità, assolutamente sproporzionata al successo delle opere sovvenzionate, da indurre l’autore dell’articolo a intitolarlo “Erfolgreich erfolglos”, che potrei tradurre con un “Di grande successo nel non avere successo”, riferito appunto alla mancanza di successo che caratterizza quasi tutte le opere premiate.

Armando Dadò, attentissimo e infaticabile osservatore della realtà culturale ticinese (e non solo), in un recente articolo apparso sulla stampa cantonale con il titolo “Un Nobel costoso, inutile e deludente”, criticava un evento culturale di 3 giornate al Monte Verità di Ascona, svoltosi recentemente con la regìa dell’inossidabile Marco Solari. Ospite d’onore e d’eccellenza il premio Nobel 2006 per la letteratura, il turco Orhan Pamuk, assolutamente deludente la sua conferenza, e Dadò ha spiegato in dettaglio i motivi della sua delusione. Fastosissima la parte conviviale della 3-giorni, normalissimi i soggiorni in alberghi a 5 stelle (e mezzo) che hanno contraddistinto l’evento, a piena soddisfazione dei numerosi invitati. Costo della manifestazione culturale non so se la prima o la seconda metà di un milione di franchi, ma sempre 500’000 franchi sono, grazie alla notoria munificenza di Marco Solari, che nello spendere soldi pubblici la sua parte la fa sempre coscienziosamente. Per la ricaduta culturale in favore della popolazione ho dei dubbi, ma sono sicuro che i fornitori di prelibatezze e bevande varie e gli albergatori, quando smetterà definitivamente la sua attività, a Marco Solari circondato dalle Muse dovranno fargli un monumento.

*

Finora i miracoli erano di esclusiva competenza delle religioni. Da oggi, 23 giugno 2015, assistiamo al primo miracolo che si sta concretizzando nel campo della politica. Grazie all’inesausto impegno di FMI, BCE e plutocrati di Bruxelles, in fraterna fratellanza con il governo di Alexis Tsipras, uno stato irreversibilmente fallito da anni sta risorgendo a nuova vita per rimettersi a camminare con le prorie gambe sul cammino di una futura e agognata prosperità: la Grecia. Il tutto con il sostegno di una moneta tanto incrollabile quanto irrinunciabile: l’euro.

Serafico, il capo del Governo greco, che come noi sa benissimo che i problemi della Grecia sono risolvibili solo con un miracolo ha dichiarato: “Siamo nelle mani della leadership europea”. La domanda da porci (non nel senso del maiale, diceva Flavio Maspoli) è questa: “leadership o leadercricca europea?”. Ad ognuno la risposta che più gli aggrada.

Gianfranco Soldati