(già pubblicato sul CdT e riproposto con il consenso dell’Autrice)

jack 200Il Mattino si è lamentato a più riprese della presunta “sovrarappresentazione” dell’on. Micocci nelle pagine del Corriere. Al riguardo io (se interessa) direi che:

— intanto il Corriere può fare come crede

— secondariamente, l’on. Micocci è un’ottima articolista, capace di argomentare in modo logico e serrato, e in pochi mesi ha saputo trasformarsi in un esponente politico di primo piano

— infine (assai più importante) : la Lega ha costruito il suo successo in molti anni di tenace lavoro e lotta senza il Corriere e può benissimo continuare così, senza perderci inutilmente il sonno.

Micocci1Quando si parla di San Gottardo in Svizzera si tende spesso ad esagerare, da una parte come dall’altra. Forse perché questa montagna è carica di simboli ai quali si richiamano punti di vista molto diversi, come si conviene a un luogo che è al tempo stesso al centro della Svizzera alpina e al crocevia dell’Europa. Lo scorso 2 luglio, dalle colonne del Corriere del Ticino, il deputato PS Ivo Durisch ha espresso la sua opposizione. Il suo articolo era titolato: raddoppio = disastro. Un bell’esempio, appunto, della tendenza all’esagerazione. E’ ancora possibile ragionare sul tema senza reciproci scambi di scenari da fine del mondo? Iniziando dal temuto aumento di capacità, su queste pagine, lo scorso 19 dicembre, titolavo una mia opinione “Risanamento del San Gottardo: non chiamatelo raddoppio.” In effetti, terminati i lavori, nei due tubi si potrà circolare solo su una corsia in ogni direzione di marcia. Al traffico saranno pertanto aperte solo due corsie in totale, proprio come oggi. Non ci sarà quindi nessun aumento di capacità, perché questa è la volontà popolare, perché così è stabilito nella legge e nella Costituzione, con facoltà, per altro, di indire un referendum e confermare, semmai ve ne fosse bisogno, questa volontà.

Queste garanzie tutelano non solo le regioni alpine ma anche il Mendrisiotto, e, più in generale, il Sottoceneri, citato a più riprese dai contrari, con scenari catastrofici che imputano al risanamento del San Gottardo anche l’inquinamento dell’aria. Ora, siccome so che al deputato Durisch stanno a cuore i temi ambientali, dovrebbe rallegrarsi del fatto che, negli ultimi 20 anni, la qualità dell’aria in Ticino è costantemente migliorata, anche nel Sottoceneri (cfr. Rapporto “Qualità dell’aria in Ticino”, giugno 2015). Certo, si può sempre fare di più, in Svizzera ed anche in Ticino, ricordandoci però di guardare a Sud, a quella confinante pianura padana, che rappresenta una delle regioni più industrializzate d’Europa e, purtroppo, anche più inquinata. L’aria non ha confini e, tornando al Ticino, e al traffico pesante, va anche ribadito che nemmeno cambierà il limite massimo di peso riferito ai camion che possono circolare su suolo elvetico: 40 tonnellate, proprio come oggi. Limite alzato dal Consiglio Federale (da 28 a 40 appunto) nell’ambito degli accordi con l’UE per rispettare la volontà dell’iniziativa delle Alpi di introduzione della tassa sul traffico pesante, confermata dal popolo in votazione, che dimostra la volontà di tutelarci e far rispettare il principio di causalità. Tassa che, va ricordato, introdotta nel 2001, costituiva una prima a livello mondiale, e viene tuttora percepita su tutti i mezzi pesanti, pagata per ogni corsa sulla base dei km, del peso e della classe di emissioni.
Cambierà invece, eccome, la situazione del nostro Cantone se non verrà eseguito il risanamento così come proposto e se il Ticino dovrà forzatamente rimanere isolato per almeno 3 anni. Peccato che Ivo Durisch rimanga silente sui pericoli legati all’isolamento, limitandosi a dire che si tratta di “un’opportunità irripetibile per accelerare il passaggio del transito merci dalla gomma alla rotaia”, dimenticando di ammettere che, senza il risanamento auspicato, nemmeno AlpTransit sarebbe in grado di assorbire l’aumento del numero dei veicoli a motore che dovrebbero essere caricati sul treno. Non lo dico io, lo afferma la Confederazione, dati alla mano. Le interruzioni del collegamento verso Nord, le panne ferroviarie ed anche le chiusure del passo, hanno dimostrato che il Ticino non può, per un lungo periodo, permettersi di dipendere da un solo mezzo di trasporto. Non aumenterà la capacità dunque ma, grazie ad un risanamento necessario per motivi tecnici, aumenterà la sicurezza. Non servono grandi spiegazioni, i perché sono evidenti a tutti, ma un dato mi sembra significativo.

La soluzione proposta dal Consiglio Federale permette di aumentare la sicurezza in galleria di oltre il 50%, diminuendo dunque in modo rilevante il numero di morti e feriti, così come indicato espressamente nel rapporto dell’Ufficio prevenzioni infortuni (consultabile su www.bfu.ch).

Il deputato Durisch cita poi il porto di Genova e il sistema internazionale di trasporti legato alle merci provenienti dall’Oriente, come se il Canale di Suez possa darci le risposte che servono qui e ora. Non occorre andare così lontano, se parliamo di spostamento da gomma a rotaia, invito il collega deputato a venire a Stabio. Qui, al confine con l’Italia, Paese dove mancano decine di km di tratte ferroviarie né realizzate né ancora decise politicamente. L’esperienza della tratta Stabio – Arcisate non ci ha insegnato nulla? Vogliamo davvero dipendere per i prossimi decenni dalle decisioni altrui? Mi auguro che la maggior parte delle cittadine e dei cittadini voglia tenersi stretto il risanamento: già deciso, pronto per essere realizzato ed anche sostenibile finanziariamente. Io voterò a favore del risanamento, per la Svizzera e, soprattutto, per il Ticino.

Natalia Ferrara Micocci, avvocato, deputata PLRT al Gran Consiglio