Pubblicato nel CdT e riproposto con il consenso dell’Autore

Jack 9Il periodo più illuminante di questo articolo è il seguente: “Mi disturba il fatto che tutte le danze rituali compiute tendano a cercare di mantenere in vita formalmente i crediti verso la Grecia. Sono ormai inesigibili, ma se lo si ammettesse, voragini di decine di miliardi si aprirebbero nei conti dei Paesi UE, in prima linea Francia, Italia, Spagna, oltre alla più solida Germania.”

La mia obiezione, come sempre ingenua (ma ognuno ha il diritto di dire la sua!), suona così: SE i crediti sono inesigibili, le voragini ci sono comunque, ancorate nella dura realtà, e non già: “si aprirebbero”. In tutta questa deplorevole faccenda l’ipocrisia la fa da padrone.

Tra l’altro, ascoltando la radio (che non parla d’altro), si ha sempre l’impressione che Tsipras – per rimborsare gli interessi del debito – si faccia prestare in continuazione altri soldi. E allora mi viene in mente un esponente politico del nostro passato piccolo mondo locale, appassionato di poker, che prima di incominciare si faceva prestare dai suoi avversari (invero assai comprensivi) i soldi per giocare.

tettamanti (3)Penso di non dover spendere molte parole per precisare che io non condivido le idee di Tsipras né quelle del suo gruppo politico. Non mi piacevano a suo tempo i capi di Stato barbuti e oggi non mi piacciono quelli che non portano la cravatta. Detto questo, a caldo la presa di posizione della Germania e quindi dell’Eurozona mi lascia perplesso per varie ragioni.

Non vedo perché durante più mesi e con novanta sedute o più di ministri a Bruxelles (e relativi costi) si sia giocato a rimpiattino e queste condizioni non siano state comunicate ai greci qualche mese fa evitando il prolungamento di una fase di stallo che è costata parecchio alla già disastrata economia di quel Paese. Se non ci si fida della Grecia oggi, non vedo perché ci si dovesse fidare qualche mese fa. A vero dire, l’atteggiamento odierno andava già fermamente applicato negli anni scorsi, obbligando a quelle riforme che oggi si dovrebbero approvare in tre giorni. Ciò avrebbe permesso di risparmiare qualche decina di miliardi. È evidente che questa tornata ha dimostrato che, nonostante qualche resistenza di Paesi del Sud, abbiamo un’Europa germanica. Bravi i germanici, più diligenti, più produttivi, si dice favoriti dall’euro per le esportazioni, ma anche gli unici creditori (il professor Werner Sinn parla di quasi 800 miliardi di euro) nei confronti della BCE. Un giorno verranno chiamati a pagare per tutti e a quel momento si vedrà se economicamente i conti tornano.

Comunque, tramite l’UE in modo indolore la signora Merkel (che ha vissuto per trentacinque anni da disciplinata comunista in un Paese comunista e che ha messo a frutto i relativi insegnamenti) sta per ottenere quello che Bismarck, grande uomo di Stato, non è riuscito ad avere.

Già, perché la storia dell’Europa dal 1500 è caratterizzata dal tentativo di una grande potenza che cerca di diventare egemonica. Con l’UE come è messa oggi e con il grande errore dell’euro l’egemonia in modo soft sta per passare alla Germania. Appartengo ad una generazione che pur da lontano ha visto l’ultima guerra mondiale e purtroppo non lo posso dimenticare.

Danze_Tribali_Kunama xMi disturba il fatto che tutte le danze rituali compiute tendano a cercare di mantenere in vita formalmente i crediti verso la Grecia. Sono ormai inesigibili, ma se lo si ammettesse, voragini di decine di miliardi si aprirebbero nei conti dei Paesi UE, in prima linea Francia, Italia, Spagna, oltre alla più solida Germania.

Quindi, si passa al rilancio dell’economia greca, usando le medicine del passato. Ottantasei nuovi miliardi di crediti, che ci auguriamo verranno amministrati più oculatamente, ma che non avranno nessun effetto risolutivo. Alcune di queste somme, come in passato, saranno partite di giro per pagare interessi e qualche rimborso.

Ma non è questa la ricetta per permettere alla Grecia di ripartire. Nella zona euro essa continuerà a soffrire per la sua mancanza di competitività. La vera ricetta (che non consiste nell’aumento dell’IVA e delle tasse sulle società che appesantiscono le attività imprenditoriali e sono parte dell’imposizione odierna di Germania e Paesi euro) non è applicabile perché vorrebbe dire ammettere che l’euro è stato concepito male e che alcune nazioni, prima fra tutte la Grecia, per svilupparsi non dovrebbero farne parte.

Non condivido neppure, quale convinto democratico, il modo di operare con l’attuale maggioranza politica greca. Le idee di Tsipras, e più ancora dei suoi ministri marxisti, sono destinate al fallimento, ma le lotte democratiche le deve decidere il popolo greco e il cercare di cambiare gli equilibri per altre vie può portare a pericolose reazioni popolari ed a fare degli attuali governanti dei martiri. Nel primo dopoguerra la Grecia ha già vissuto una guerra civile. Da eurocritico svizzero mi auguro che UE ed Eurozona superino la crisi, anche nel nostro interesse perché altrimenti cercheranno di taglieggiarci ancora più.

Si dice che la prima grande guerra sia scoppiata nel 1914 anche per la mediocrità dei governanti e politici di allora. Le conseguenze della pace imposta a Versailles sono pure note. Mi pare che la classe che ha gestito la crisi attuale non sia migliore. Buon per noi che oggi le cannoniere non siano più di moda.

Tito Tettamanti