0003 Pontiggia xTanto per incominciare, la rivelazione bomba (v. mio articolo precedente) non è arrivata. Una notte insonne senza costrutto. Riassumo qui per sommi capi il Pontiggia-pensiero che il condirettore del Corriere espone nel suo articolo odierno.

A) “Noun” non è un film e non è un’opera d’arte. Che cos’è? Un documentario. In TV se ne vedono un sacco di questo tipo. I suoi contenuti non bastano a farne un’opera d’arte*.

B) La decisione di esclusione è sostenibile e non scandalosa.

C) Ci sono state “interferenze” e “pressioni” (affinché la decisione fosse revocata).

D) La direzione artistica, inflessibile custode dell’autonomia del festival, non poteva piegarsi a tali “pressioni” (di Mésoniat, Lurati [Ottavio, non già Saverio], eccetera).

E) “Libera critica, ma in libero festival”. Geniale parafrasi pontiggiana. Pare che Cavour – Camillo Benso conte di Cavour – colpito da misteriosa, fulminea e indomabile infezione in punto di morte avesse esclamato: “Libera Chiesa in libero Stato!”

(*) Fabio non si ricorda ma non tutto ciò che varca le auree porte del festival è un’opera d’arte. Era forse tale quella ciofeca di film Senzani, che fu scelto e proiettato:  A) per blandire “coraggiosamente” la gauche caviar, presente in forze nell’ambiente cinematografico  B) per innescare cinicamente uno scandalo che facesse da motore pubblicitario al business (risultato raggiunto).

Chatrian ebbe almeno il buon gusto di andare in televisione (dopo mesi) a difendere, con argomenti ridicoli, la sua scelta. Solari (come previsto) nemmeno si fece vedere.

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