Lettera a Papa Francesco sui migranti (titolo originale)

La informo, eminentissimo Francesco, che l’Italia è in bolletta e non ce la fa più a ospitare uomini e donne dell’Africa e dell’Asia.

Milano 1(fdm) Mi sono imbattuto mezz’ora fa in questo articolo pubblicato sul Giornale. Mi ha colpito e desidero segnalarlo ai lettori di Ticinolive (chi non l’avesse già letto). La mia opinione generale in questa estate tanto torrida quanto drammatica e sconvolgente è presto detta. Certe persone (penso ad esempio al dottor Cavalli, del quale abbiamo pubblicato alcune “esternazioni”) si esprimono senza tener  conto, razionalmente, delle conseguenze di ciò che dicono. 

Alcuni giudicheranno Feltri spietato e senza cuore, populista e (fatalmente) xenofobo. Secondo me Feltri vede dove stiamo andando e ciò che sta per succedere.

Feltri yQuando ho udito il discorso del Papa, poche ore orsono, a proposito dei migranti respinti in mare dopo aver ricevuto un goccio d’acqua, mi sono venuti i brividi lungo la schiena.

Domanda: chi sono quei bastardi che trattano così povera gente disperata e in cerca di salvezza? Gli italiani? Ma quando mai? Da 15 anni, forse 20, soccorriamo migliaia di sfigati in procinto di annegare, li portiamo qui, li rifocilliamo, li ospitiamo come meglio possiamo in alberghi – spesati di tutto punto – e in altre strutture a costo di irritare al massimo i connazionali, e per tutto ringraziamento alcuni stranieri, insoddisfatti del vitto curato da Carlo Cracco, scaraventano i piatti colmi di cibo fuori dalla finestra. E Francesco, invece di lodarci e benedirci perché siamo ligi al Vangelo («dare da mangiare agli affamati e da bere agli assetati»), ci accusa di crudeltà.

Abbiamo interpretato male le sue parole? Egli le rivolgeva a qualcun altro di nazionalità diversa dalla nostra? Non è escluso. Però occorre dire che il Pontefice si esprimeva in italiano e pronunciava il suo discorso severo da Roma, quindi come si fa a pensare che il monito non fosse diretto a noi? Nel qual caso avremmo l’obbligo di rammentargli che prima di aprire bocca converrebbe anche a lui schiacciare il pedale della prudenza. Già, caro Capo della Chiesa. Noi siamo più stanchi di essere accusati di razzismo che di impegnarci tutto il giorno e ogni dì a ripescare dalle acque orde di extracomunitari provenienti da ogni dove.

Cosa dobbiamo fare di più di quanto abbiamo fatto e facciamo allo scopo di alleviare le sofferenze di coloro che fuggono dalle nazioni in cui vengono maltrattati? Offrire loro di alloggiare nella cameretta dei bambini nel trilocale acquistato con mutuo, le cui rate paghiamo con la bava alla bocca? Mettere a disposizione di essi l’appartamento al mare comprato dalla nonna con i risparmi di una vita? Se questo, Santità, è quanto ci chiede in segno di solidarietà nei confronti dei naufraghi che abbiamo trascinato a riva, sia chiaro. Il suo suggerimento consiste nell’invito a donare la nostra abitazione ai disgraziati del Terzo mondo? Ci consiglia di riparare in un camper in segno di cortesia per riservare un posto agli sfortunati? Ce lo dica fuori dai denti, eviti allusioni che ci inducono a sospettare che forse lei, con infinita bontà, si riferisse nel suo sermone agli italiani anziché agli spagnoli, o a gli australiani, adusi a sparare sui naviganti in pericolo onde impedirgli di invadere i propri Paesi.

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