Expo 2yNon è neppure necessario recarcisi fisicamente, basta una rapida scorsa al sito di Expo Milano, per leggere l’accattivante descrizione di Palazzo Italia e dell’idea del “vivaio delle idee” per immaginare un’Italia votata davvero all’innovazione e alla gioventù. E forse per questo nel mese di luglio ha avuto un ampio spazio con un’affluenza notevole di progetti e giovani start upper italiani l’incontro. Il Vivaio delle Idee resta lo spazio messo a disposizione delle eccellenze italiane in ambito alimentare presso il Lounge del Mipaaf sul Cardo. Come recita il sito:

“La metafora del Vivaio, l’allegoria scelta da Padiglione Italia per declinare il tema dell’Esposizione Universale, è il contenitore delle energie più giovani e vitali del nostro Paese. I semi del nostro Vivaio nascono dalle radici di una cultura antica e sono proiettati dalle fronde dell’Albero della Vita verso il futuro”.

Al di là dei temi proposti – quindi, ovviamente il cibo – è l’idea stessa ad essere accattivante e a meritare una riflessione. L’ idea del vivaio è già una promessa di speranza cui, forse, l’Italia non è abituata in nessun campo specifico in questi tempi confusi. L’idea stessa della crisi, non solo economica, viene declinata secondo parametri dove il “capitale umano” è quello di un noto film di due anni fa, non quello di un uomo in continua relazione con il sociale non solo fisico, ma online di “social media”.

E così, la narrazione di esperienze di “padiglione italia vivaio”, che può essere seguito nei appuntamenti anche online, diventa davvero una narrazione di esperienze umane aperte al futuro, ciascuna che parte da una tradizione diversa: dove Expo viene portata nelle scuole,nelle associazioni, nelle aziende e le scuole, associazioni, aziende, la società civile, insomma, che trova spazio nella firma delle “carte di generazione Expo” che, nel corso di questi mesi, via via verranno firmate anche in altri ambiti, come quelle di settembre a Cascina Triulza, il Padiglione della Società civile.

Expo 1E così, il “vivaio” diventa concreto benché immateriale, un po’ come il mondo in cui si vive, sul filo del virtuale e del reale. Ma davvero la vivacità dell’ Italia come paese reale può estrinsecarsi in modo “virtuale” attraverso queste dinamiche di buone pratiche? Lo scollamento del vivere tra il vituale e il reale, che ha sicuramente contribuito a dinamiche di crisi politiche ed istituzionali in un periodo di crisi economica, ha però altresì contribuito al meraviglioso effetto di essere tutti, come società civile, protagonisti, o almeno di sentircisi, con la grande illusione di “contare” qualcosa. Le start up parlano della vivacità del “Paese reale Italia”, ma anche della sterilità delle dinamiche politico-istituzionali virtuali, che non riescono a riportarle ai cittadini concretamente. E così, qualsiasi sia la causa principale “della crisi economica, dell’involuzione istituzionale e del degrado morale in cui l’Italia sembra intrappolata”, come dicono alcuni validi studiosi, resta quell’idea di un vivaio, dove in questo mondo si può essere semi o frutti, per fare la differenza.

Cristina T. Chiochia