PaperoneSolo per la “buona” causa   In un mio articolo pubblicato su “Ticinolive” lo scorso 2 agosto sostenevo di aver sempre giudicato il nostro ministro cantonale dell’educazione persona intelligente, ma lo criticavo aspramente per un eccesso di faziosità ideologica che lo aveva indotto a negare un contributo finanziario all’edizione da parte di Armando Dadò di un volumetto, “Lo spirito del Grütli”, in occasione del 75° anniversario dello storico discorso del generale Henry Guisan.

soldatiPensavo che il ministro avesse a sua disposizione 30 o 40’000 franchi da distribuire parsimoniosamente per la promozione della cultura di lingua italiana, e mi rammaricavo di dover constatare che li distribuiva anche a Pinco Pallino, pur che si allineasse sulla sua convinzione ideologica.

Da amici ho saputo che Emanuele Bertoli dispone di ben 2 milioni annui di franchi versati dalla Confederazione a sostegno della cultura di lingua italiana, con in più un contributo di entità imprecisata del Governo cantonale.

Allora la sua faziosità ideologica che lo ha indotto a negare un contributo di 3 o 4’000 franchi al volume summenzionato supera il limite del sopportabile. E io mi vedo obbligato a chieder venia ai miei pochi lettori. Il nostro ministro della cultura non è persona intelligente, ma solo una persona diversamente intelligente. Un’intelligenza vera permette alle persone che la detengono di superare i propri pregiudizi e le proprie preclusioni ideologiche***.

Sul CdT Bertoli ha spiegato che le decisioni di concessione o non concessione delle sovvenzioni vengono prese da un’apposita commissione di cui non fa parte. Sarà o non sarà, ma anche le opinioni dei commissari sono solo opinioni, che si possono torcere e ritorcere a piacimento. Personalmente sono sicuro che a motivare il rifiuto del sostegno finanziario è stato il testo della Signora Sandoz, ideologicamente all’altra estremità del fondamentalismo socialista.

“Lo spirito del Grütli”, edito malgrado il diniego di Bertoli, rimane un testo di cui raccomando la lettura a tutti. In pieno accordo con la prefazione al volume firmata da Fulvio Pelli.

(***) Tutti sanno che la Red dà, quasi sempre, ragione al dr. Soldati. Questa volta però non si trattiene dal dirgli: “Ma Gianfranco, non sarebbe meglio, e più dignitoso, dire all’on. Bertoli: i tuoi quattro soldi pidocchiosi puoi tenerteli?”

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Nel mondo sta un’immensità di incultura (secondo il dizionario mancanza, ma io direi assenza di cultura). Eppure tutti i governi, anche quello del paese più desolato e derelitto, hanno un Ministero della Cultura, ma nessuno ha quello dell’Incultura. Alla luce di quanto ho scritto qui sopra, non vorrei che proprio il Cantone dove sono nato (e dove ho già acquistato la mia “parcella tombale, piccolo appezzamento di terreno cimiteriale” dove faccio conto di soggiornare a lungo) fosse il primo ad averlo.

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L’UE come superpotenza   Uno degli argomenti “forti” dei sostenitori irriducibili dell’UE è che, messo di fronte a giganti tipo USA o Cina, nessuno stato europeo isolato, neanche la Germania o la Gran Bretagna, sarebbe in grado di reggere il confronto. Uniti invece nell’UE tutti gli stati europei si realizza una potenza più che competitiva.

“Brussels Times” (riprendo dalla “Weltwoche”), un giornale tutto salvo che euroscettico, ha pubblicato una vignetta che è una vera e propria caricatura della perdita di auterovolezza del coacervo paneuropeo. Si tratta di un ring di pugilato, sul quale giace messo fuori combattimento un pugile. Sulla sua maglietta sta la scritta “UE”. Attorno alla sua testa ruotano le 12 stelle della bandiera europea. “Uncle Sam” e un “Orso Russo” stanno accanto a lui con i guantoni, osservandolo meravigliati. L’americano domanda al russo: “Chi deve fargli sapere che il combattimento non è ancora cominciato?”.

Una caricatura che più aderente alla realtà non si può. Ho un po’ perso il contatto con il mio amico Jacques Ducry, presidente della sezione ticinese NUMES del NEBS (Neue Europeische Bewegung Schweiz), ma spero vivamente che qualcuno gli descriva la vignetta del “Brussels Times”.

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L’inesauribile mammella   Il Seco, Segretariato di Stato per l’Economia, sembra essersi accorto che la libera circolazione delle persone comporta qualche sovraccarico per le nostre assicurazioni sociali. Ha deciso allora di approfondire l’analisi statistica. Lo scorso mese di giugno ha reso pubblici per la prima volta i risultati delle sue verifiche, risultati che riprendo dalla “Weltwoche” del 26.6.2015. Il resoconto verifica il rapporto tra contributi versati e rimborsi ottenuti dall’assicurazione contro la disoccupazione, separati per nazionalità dei “liberamente circolanti”.

Francesi: 93%, come dire che nel 2014 hanno versato 93 franchi di contributi e ne hanno ricevuti 100 di indennità. Tre anni prima la percentuale era del 182%. Tedeschi: 112%, tre anni prima 126%. Cittadini dei 27 stati dell’UE (la Croazia non c’era ancora, darà un importante contributo al peggioramento della statistica): 80%, tre anni prima eravamo al 98%.

Sono cifre che dimostrano che la tendenza alla mungitura delle nostre assicurazioni sociali è in innegabile crescita. Se fino a 3 anni fa il bilancio dell’assicurazione contro la disoccupazione per quel che concerne la libera circolazione era in pareggio, adesso deve venir compensato per un quinto del totale annuo dai cittadini elevetici.

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Vivere pericolosamente   L’articolo 261bis del codice penale concernente la lotta al razzismo si urta talvolta con l’articolo 16 della Costituzione che garantisce la libertà d’opinione e quella di esprimerla.

Curioso il caso di Massimo Rocchi, cabarettista svizzero-tedesco con retroterra culturale di immigrazione da un paese facile da individuare, visti nome e cognome. Ospite di una trasmissione televisiva il 23 marzo 2013 si permise di far dell’umorismo sull’umorismo ebreo che, sia detto fra parentesi, è una qualità particolarmente pronunciata negli ebrei vissuti sotto il regime sovietico. Mal glie ne incolse. Denunciato dal musicista David Klein fu condannato nel gennaio 2014. Nel maggio 2015 fu la volta di David Klein di essere condannato in base all’articolo 261bis per una sua “uscita” concernente l’Islam.

Denunce e condanne (o anche assoluzioni) si basano almeno in parte su pregiudizi e suscettibilità personale dei denuncianti e dei giudici, che sono esseri umani fallibili esattamente come gli incauti che incorrono nelle ire delle “vittime di cotanto oltraggio” razzista, presunto o reale che sia.

Poche settimane dopo aver scritto questa ultima parte del mio articolo mi è giunta la notizia della disavventura in cui è inciampato l’addetto stampa del mio partito. Telepatia?

Gianfranco Soldati