(fdm) Interessante la considerazione che il presidente PLR fa sull’ “arrendevolezza” dell’on. Pierre Rusconi. Ci sembra azzeccata, ed è anche la nostra impressione (non certo da ieri).

Cattaneo-127a (1)Al consigliere nazionale UDC Pierre Rusconi non è piaciuto il mio ultimo intervento pubblico sulle conseguenze degli accordi con l’Italia sulla fiscalità dei frontalieri, e l’ha presa sul personale reagendo in modo stizzito.

Partendo dai calcoli dell’esperto di diritto fiscale Marco Bernasconi pubblicati recentemente sul Corriere del Ticino ho semplicemente espresso il mio fermo disappunto sul fatto che, allo stato attuale delle trattative, il Ticino incasserebbe solo 15 milioni e l’Italia 300. Ma ho anche rilevato che se l’Italia non applicherà subito la nuova tassazione ai frontalieri, per questi ultimi lavorare in Svizzera sarà ancora più conveniente di oggi dal profilo fiscale, cosa che aumenterebbe il già alto rischio di dumping salariale.

In special modo Rusconi non ha gradito la mia frase finale: “Mi chiedo per quale ragione la Deputazione ticinese non ha finora sollevato con forza questi problemi, che sembrano evidenti anche solo a un esame superficiale dei fatti, denunciando le disparità e chiedendo chiarezza e garanzie”.

Caro Signor Rusconi, so perfettamente che la deputazione ticinese è formata anche da tre esponenti del PLR. Ma il mio richiamo non era rivolto ai singoli – tantomeno a lei – bensì all’intero gruppo che rappresenta il Ticino a Berna, e soprattutto ai nostri negoziatori.

Secondo Rusconi, “la tempistica dell’introduzione dei nuovi parametri fiscali italiani non ci compete, dato che è materia loro, interna alle decisioni della Penisola”. Secondo me invece ci compete eccome, perché rischia di ripercuotersi negativamente sul nostro mercato del lavoro.

Non vedo poi perché l’Italia debba mettere il naso nelle nostre decisioni politiche (penso ai certificati penali per frontalieri e residenti o al moltiplicatore del 100% per i frontalieri approvato dal Gran Consiglio) e noi dobbiamo tacere sulle loro.

La cifra di 300 milioni stimata dal professor Bernasconi, a mente mia, è una novità di rilievo. Se così non fosse, il consigliere nazionale Lorenzo Quadri non avrebbe dedicato una pagina alla questione sul Mattino di questa domenica.

Sorvolo sui commenti da “Asilo Mariuccia” formulati come al solito da Quadri sul sottoscritto: a differenza sua io rispetto gli avversari politici, e non mi permetto di affibbiare nomignoli a un consigliere nazionale anche se su di lui potrei trovarne facilmente parecchi. Sono passati troppi anni da quando indossavo il grembiulino e non ho bisogno di irridere le persone per dire quello che penso. Ma se lui si diverte vada avanti così.

Tornando al Signor Rusconi mi sembra che ci sia un po’ troppa arrendevolezza da parte sua di fronte alle cose che bisognerebbe sistemare e chiarire prima di siglare l’accordo con l’Italia. Non mi pare lo stile di un deputato dell’UDC, che dovrebbe essere decisamente più combattivo. Invece di una reprimenda nei miei confronti, da parte di Rusconi mi sarei aspettato una bella esternazione critica sulla disparità fiscale cifrata dal professor Bernasconi.

Invece no: gli esponenti di UDC e Lega sono convinti di aver già detto e fatto di tutto per evitare che la Svizzera, e il Ticino in particolare, escano perdenti dalle trattative (mi chiedo allora dove sono i risultati), e ritengono anche di essere gli unici ad avere il diritto di parlare di certi argomenti. Loro l’avevano già detto, tutti gli altri sono scemi e incompetenti.

Concludo dicendo che se il sottoscritto è in campagna elettorale (cos’è un delitto?) lo sono anche Quadri e Rusconi.

Rocco Cattaneo, presidente PLR e candidato al Consiglio Nazionale