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robert-shillerUn numero sempre più alto di investitori esprime preoccupazione circa l’eccessiva valutazione delle azioni americane, fattore che potrebbe portare a un ribasso dei mercati, al crollo dei prezzi e all’indebitamento, sostiene l’economista Robert Shiller, premio Nobel per l’economia nel 2013.

Gli studi hanno mostrato che il livello d’incertezza tra gli investitori ha raggiunto il livello più alto dalla fine del periodo di espansione delle società dotcom, nel 2000, ha detto Shiller in un intervento sul Financial Times. A quel tempo, l’indice del settore tecnologico, il Nasdaq Composite, aveva perso il 78% del suo valore, crollanda da 5’046 a 1’114 punti.

“La situazione attuale mi ricorda quella bolla – ha spiegato l’economista americano – soprattutto i prezzi delle azioni, che dal 2009 si sono moltiplicati per tre, così come la perdita di fiducia nell’evoluzione del mercato.”

Shiller mette anche in dubbio l’importanza di un nuovo aumento dei tassi da parte della Federal Reserve: “Ne ho sentito molto parlare. Si potrebbe pensare che, semplicemente, se i tassi d’interesse aumenteranno, gli investitori venderanno le loro azioni, ma il mondo della finanza non è così semplice.”

Nella settimana dal 17 al 25 agosto, il valore di un gran numero di società americane è crollato bruscamente in Borsa negli Stati Uniti. In particolare, l’indice Dow Jones Industrial Average ha concesso il 10,8%, di cui 3,4% nella sola giornata del 24 agosto, subito battezzata “lunedì nero”, la peggior giornata per questo indice degli ultimi quattro anni. Il 24 agosto, gli indici Nasdaq e S&P 500 avevano perso il 4%.