BrunnerContinuazione.

Chiesa   Sono andato a Chiasso. A Chiasso NON arrivano i veri rifugiati. Siriani che fuggono dalla guerra? 4 o 5 alla settimana. Bisogna assolutamente distinguere la migrazione dall’asilo. La maggior parte vogliono semplicemente venire nel nostro paese in cerca di una vita migliore. “Sono giovani, vogliono giocare al calcio, raggiungere quel benessere sempre sognato”. L’immigrazione di massa è un problema enorme, le “soluzioni” di Sommaruga del tutto illusorie. Siamo vicini al livello di guardia, a un punto di non ritorno. Quanto al pericolo dell’islamizzazione della nostra società, dico che è molto grave. In casa nostra non siamo noi  a doverci adeguare. Esigiamo rispetto per i valori del nostro cristianesimo.

Galeazzi   L’UDC svizzera è sempre stata vigile sul contenimento della spesa pubblica: confederazione, cantoni, comuni. Gonfiare la rana non serve a nulla (se non ad aumentare le tasse). [Ma è proprio quello che si fa: lo Stato si gonfia giorno dopo giorno, irresistibilmente, ndR] L’UDC è il partito del ceto medio e delle piccole-medie imprese, sono la spina dorsale della nostra società, il suo strato portante. Se si “uccidono” il Paese decade, fiscalità e disoccupazione andranno alle stelle.

Del Don   Sanità. Il nostro sistema è il migliore del mondo ma è molto caro, uno dei più cari. [Questa frase in verità non è molto originale, l’ho già sentita non so quante volte, ndR] La sanità è soffocata dalla iperregolamentazione e dalla burocrazia, che generano costi ormai fuori controllo. Troppo spesso al posto del medico… decide lo Stato. Il nostro sistema soffre di una carenza di personale che è il risultato di una politica assurda nel campo della formazione. Del Don attacca poi duramente le nuove ARP (autorità regionali di protezione), uno dei suoi bersagli prediletti. “Peggioramento inaudito e vergognoso, abusi”. Condanna di una centralizzazione voluta a ogni costo.

Delfino 12 Ghiggia xPrende infine la parola l’avvocato Battista Ghiggia, candidato agli Stati sostenuto da Lega e UDC. A lui spetta chiaramente il compito più difficile (mentre sul fronte del Nazionale si sentono tutti molto sicuri; per l’UDC, che si lascia alle spalle elezioni mediocri o francamente cattive, la Federale è sempre la migliore). “La battaglia sarà durissima”. Non ha preparato un “papiro”, le sue idee le sta pubblicando da settimane (si veda anche la nostra intervista); parlerà a braccio per 5 minuti.

— Il 9 febbraio è un pilastro, difendere la volontà popolare. 

— L’iniziativa RASA, lanciata da pseudointellettuali, è “zavorra” [“pagliacciata” andrebbe anche bene, ndR]

— L’accordo sulla “libera circolazione è “uno dei cento” [questo però è uno po’ riduttivo, ndR]

— C’è gente che agita lo spauracchio di un “nuovo medioevo”, ma ciò è ridicolo, hanno solo interesse a seminare paure. Ricordate le previsioni apocalittiche prima del 6 dicembre 1992 ?

— Se falliscono le trattative sulla libera circolazione? Allora, semplicemente, si denuncia l’accordo e non succede niente.

— Da ultimo, un ruolo importante lo avrà la nuova Associazione fondata e presieduta da Blocher “Contro l’adesione strisciante all’UE”.

La nostra impressione? Ghiggia ha più ragione di Lombardi e più ragione di Abate; ha una chance reale (mentre quelle di Savoia e Malacrida sono nulle) ma difficilmente riuscirà a vincere. “Perché la gente è stupida” come diceva il mio buon confidente che ho citato ieri (ma simili sfoghi non servono a niente).

È una bella personalità. In breve tempo ha saputo dichiararsi e spiegarsi, farsi stimare e amare dal popolo leghista e democentrista, che lo sostiene compatto. È una solida base (soprattutto quella di via Monte Boglia) ma non posso negare che, ai miei occhi, per vincere, qualcosa manchi. C’è poco tempo. Fino al 18 ottobre. Fino al 15 novembre.

I numerosi interventi hanno preso più di un’ora, resta uno scampolo di tempo per alcune veloci domande. Gianni Righinetti si lancia a capofitto nel suo tema prediletto, la baruffa scoppiata tra il consigliere nazionale uscente Rusconi e l’ “ambizioso” Chiesa, che vuole rubargli il posto. Ci ricama sopra anche oggi sulla pagina scritta, e fa bene, perché queste sono le cose che il pubblico ama. Si salutano, non si salutano, si guardano in cagnesco, non si guardano affatto…

L’interrogato è Pinoja, che non si scompone e prepara con calma la sua bella e paciosa risposta. Ma in quel preciso istante la porta si apre e l’attesissimo Toni Brunner entra in sala tra le risate del pubblico. Che cosa dirà il presidente?

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