“Ho appena dato le dimissioni da coordinatore dei Verdi. Grazie a tutti quelli che nel partito mi hanno aiutato e si sono battuti al mio fianco. L’impegno politico continua. Un po’ più libero di dire come la penso e di impegnarmi per il paese.”
Politica senza pace. Se non altro la settimana incomincia di buon mattino con una notizia eccitante. Sono costretto a buttar giù alcune righe per un primo rapido commento.
— Ho sempre ammirato in Sergio il suo senso del TIMING. In questo genere di cose egli può validamente competere con il Monsignore polacco.
— Hanno ragione i miei “amici”, quelli che mi dicono, amabili, “non capisci niente”. Nella mia beata ingenuità io mi aspettavo le dimissioni sabaude SUBITO DOPO. Ecco invece che arrivano PRIMA. E m’inchiodano alla tastiera alla ricerca disperata di un commento (mentre prevedevo di andare in palestra).
— Le dimissioni improvvise sono il colpo di coda di un politico che si era cacciato da solo in un vicolo cieco.
— Perché? È inelegante citare se stessi ma talvolta necessario: “Perché voleva fare una cosa impossibile” scrivevo mesi fa.
— IL RISCHIO IMMEDIATO: a mezzanotte meno cinque, mentre la gente sta già votando da parecchi giorni, il rischio è che venga favorito il PS mediante una congiunzione DE FACTO, la congiunzione DE IURE essendo ormai impossibile.
— Già il sondaggio del GdP (siamo ormai schiavi di Pietro Pisani) lascia intuire uno spostamento di voti dai Verdi sconcertati verso un PS famelico. Significativo e non casuale il piccolo coup de chapeau a vantaggio di Ghisletta (intervista a LiberaTV).
— I Verdi che hanno creduto in lui – e ne erano rimasti, anche dopo il magro risultato di aprile – si ritrovano spiazzati e dovranno rapidissimamente riposizionarsi. Ora è chiaro (e dopo la quarta fetta esclamò…) che hanno puntato sul cavallo perdente.
— Rispetto. Per il suo anticonformismo e il suo rifiuto del “politicamente corretto”. E per la sua abilità mediatica, ça va sans dire.
— Minore rispetto. Per la sua totale spregiudicatezza e la sua ambizione sfrenata.
— Prossima data: il 12 ottobre (sentita alla radio).
In conclusione. Contro la Destra un colpaccio improvviso a 13 giorni dall’elezione (ma, lo ripeto, la gente sta già votando alla grande). Meta evidente (e sarebbe una vera catastrofe): l’orrido 2 2 2 2 di Pietro Pisani.
La parola d’ordine? NON perdere la testa, organizzarsi, rinserrare le fila, parlare seriamente con le persone e domandare: “Tu vuoi veramente questo?”