Ticinolive, che ha pubblicato l’articolo di Cavallero, pubblica integralmente anche la reazione del capo del DECS.

Dalla pagina Facebook di Cavallero
“L’onorevole consigliere di Stato Manuele Bertoli mi ha fatto pervenire oggi alle ore 12.52 questo suo commento al mio articolo di ieri, pubblicato sulla mia bacheca e su Ticinolive. Sono contento che egli abbia avuto questa reazione. Significa che quanto ho fatto lo dovevo fare.

Naturalmente il consigliere di Stato deve aspettarsi che io replichi. Lo farò puntualmente, meditando ogni sua frase. A un punto ribatto però immediatamente. Nego nel modo più assoluto di voler mancare di rispetto a chiunque, in particolare di volerlo fare nei confronti di docenti, di esprimere disprezzo per il lavoro degli altri. Se lei continuasse a sostenere questa opinione, la pregherei di convocarmi nel suo ufficio. A questo punto ci guarderemmo negli occhi, e sono convinto che alla fine del colloquio lei avrebbe di me ben diverso concetto.”

Il testo dell’on. Bertoli

Bertoli-115-2-y“Egregio Cavallero,

il giochino retorico mediante il quale si estrapolano dei brani da un testo, li si gonfia di significati che non ha e, in mala fede, si arriva a conclusioni assurde è vecchio come il mondo. Un esempio? Dalla frase “per competenze si intendono le capacità di un allievo di saper affrontare situazioni conosciute o nuove mobilitando un insieme coordinato di saperi e di capacità/abilità con una disponibilità a coinvolgersi cognitivamente ed emotivamente” lei trae la conclusione, assurda, secondo cui dovrà essere il solo allievo ad attivarsi senza che il docente non faccia o possa far nulla, secondo cui ogni cosa deve rivelarsi chiarissima all’allievo per definizione.

Lei sa bene che le cose non stanno così. Se il piano di studio definisce i traguardi che man mano l’allievo dovrebbe raggiungere nelle varie discipline (che ben sussistono) e nei settori più interdisciplinari (formazione generale e competenze trasversali), questo non muta il lavoro del docente. Semplicemente esprime il percorso formativo in base ai risultati che durante lo stesso si attendono dall’allievo, le odiate “competenze”, non in base alla lista degli insegnamenti previsti, che ovviamente rimangono. Mi permetta di dirle anche che già quando studiavo io alla Magistrale ben oltre 30 anni or sono ci si insegnava che l’allievo deve poter essere portato a costruire il suo sapere, a collegare tra loro le cose che conosce, non solo a pendere dalle labbra dell’insegnante. Nulla di nuovo quindi.

Se in Ticino si è deciso di non riprendere pari pari i due altri piani di studio svizzeri, tra l’altro costruiti anch’essi sulla base del concetto delle odiate “competenze”, non è certo per sicumera. Lei sa bene, o dovrebbe sapere, che la nostra scuola è un poco diversa dalle altre già solo organizzativamente. Abbiamo 5 classi elementari e 4 di medie, oltralpe 6 e 3, abbiamo un insegnamento particolare delle lingue. Abbiamo soprattutto voluto prenderci lo spazio di rivedere i vecchi programmi coinvolgendo molte persone, visto che il piano non è stato scritto da due o tre pedagogisti, ma alla sua realizzazione hanno concorso decine e decine di esperti ed insegnanti della nostra scuola, persone che la conoscono bene dall’interno.

Quanto infine a come metterlo in pratica, lei sa bene, o dovrebbe sapere, che un piano di studio definisce degli obiettivi, ma non contiene anche tutte le indicazioni didattiche su come, con quali strumenti, con quali forme e materiali d’insegnamento poterli raggiungere. E’ il lavoro che è iniziato ora e che si protrarrà per alcuni anni, sulla base del piano. Verranno anche studiati e prodotti nuovi materiali didattici, come del resto è stato fatto e sarà fatto anche in futuro oltralpe.

Mi permetta ancora una cosa: la scuola insegna agli allievi il rispetto, gli insegnanti giustamente chiedono rispetto per il loro difficile lavoro, nella piena libertà sua e di tutti i docenti di dire quel che vogliono (nessuno ha mai messo cerotti sulla bocca a nessuno) abbia almeno la cortesia di evitare quel palese disprezzo per il lavoro degli altri che nega questo valore.

La prego cortesemente di voler pubblicare questa mia replica sulla sua bacheca. Buona giornata.”

Manuele Bertoli