In novembre nel Donbass, storico serbatoio di sangue, comincia a riaccendersi la guerra. Nonostante la tregua e il momentaneo disinteresse mediatico dei media sull’Ucraina sono sempre rimasti attivi gli attacchi, portati con armi leggere. Negli ultimi giorni invece, l’esercito ucraino ha bombardato la città di Donetsk, capitale dell’omonima Repubblica Popolare, con l’artiglieria pesante: le truppe ucraine hanno effettuato 19 bombardamenti colpendo case e civili in città e nei villaggi limitrofi. L’esercito ucraino utilizza mortai e carri armati e sta dislocando i suoi mezzi pesanti lungo il confine con la Repubblica Popolare.

Tutto fa presagire un nuovo gelido inverno, come quello passato, dove la neve si tinge di sangue e nel paese si vive di stenti, di freddo e di miseria.

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Ricordiamo perché c’è la guerra in Ucraina

Dal 6 aprile, sono state due le repubbliche che si sono proclamate indipendenti dallo Stato ucraino: la Repubblica Popolare di Donetsk e la Repubblica Popolare di Luhansk. Il 24 maggio 2014, attraverso un referendum, venne concluso un patto di federazione tra queste due repubbliche popolari, dando vita allo Stato federale della Nuova Russia. Lo Stato ucraino rivendica per intero questo territorio e considera tali repubbliche come organizzazioni terroristiche.

In questa regione nel 2005 vivevano approssimativamente 7 milioni di persone. Nel novembre 2014 secondo l’ONU si contavano più di un milione di sfollati e più di 4.000 vittime.