Pubblicato nel Corriere del Ticino e riproposto con il consenso dell’Autore.

mike-bongiorno 2Un oppositore – che stimo e con il quale mi sono trovato spesso in sintonia – mi ha stimolato ad esprimermi su questo tema. Nella ridda di argomenti, pensieri, tesi, articoli di stampa ho cercato di sintetizzare quelli a mio modo di vedere determinanti per una presa di posizione.

Tettamanti xUn tema delicato sollevato dagli oppositori è quello della salute che preoccupa anche alcuni medici. È stato scritto per contro che in trent’anni, con la galleria del Gottardo in funzione, l’età media dei ticinesi si è allungata di dieci anni e che il nostro cantone presenta il più alto indice di longevità in Svizzera. Ovvio, le immissioni di gas di scarico sono sempre nocive, ma paiono non ancora tali da imporre urgenti pesanti interventi e oltretutto non sono riconducibili esclusivamente al traffico originato dalla galleria del Gottardo.

Gli oppositori a ragione deprecano lo stato della mobilità del nostro cantone, origine di stress come di enormi perdite economiche, conseguenza dei tempi morti e dei ritardi. Ma se è vero che la circolazione nel Mendrisiotto in determinate ore è paralizzata, non sta meglio chi dopo le 17:00 da Bellinzona passando per il piano di Magadino cerca di raggiungere il Locarnese, o chi da Lugano si indirizza verso il Malcantone, le code del valico di Ponte Tresa iniziano già a Sorengo e a Manno. Io stesso se da Castagnola voglio attorno alle 18:00 raggiungere Paradiso debbo mettere in conto talvolta quaranta minuti.

La mobilità è uno dei più gravi ed irrisolti problemi del nostro territorio. Sarebbe troppo lungo fare l’elenco delle responsabilità, ma dobbiamo ammettere anche le nostre colpe di pigri, restii a fare anche solo 10 minuti a piedi, per poi castigarci con estenuanti jogging.

Con un tubo unidirezionale in più non peggioriamo in modo catastrofico una situazione il cui miglioramento tra l’altro dipende dall’evoluzione delle generazioni che ci seguiranno e dall’applicazione di nuove tecnologie. In uno studio recente dell’Università di San Gallo per una Svizzera di 9 milioni di abitanti (circostanza pure da non dimenticare nel nostro giudizio) si prevede che nei prossimi 35 anni il maggior aumento lo registrerà il trasporto aereo (merci e passeggeri). Da qui al 2050 i chilometri percorsi in bus, tram o treno aumenteranno del 38%, mentre il traffico automobilistico crescerà del 12%. L’atteggiamento delle nuove generazioni si è modificato e si modificherà ancora verso l’auto di proprietà (non più status symbol ma mezzo di trasporto) con concetti come il car sharing, con servizi offerti dall’internet tipo Uber, con pullmini (oltre alle auto) che non necessitano di conducenti e i cui trasferimenti possono venir adattati alle esigenze temporali dei passeggeri tramite i computer. Macchine elettriche ridurranno notevolmente le immissioni. Fantascienza? No, pullman di 9 persone senza autista vengono messi in funzione di questi tempi dalle Poste a Sion. Il mio ottimismo da imprenditore mi ha sempre portato a credere al progresso e non ai divieti quale soluzione dei problemi. Gli oppositori sollevano con la mobilità un problema serio, ma cercano la soluzione dalla parte sbagliata.

I vantaggi del doppio tubo mi paiono evidenti. Mi sembra difficile sostenere che due tubi unidirezionali non siano più sicuri per il traffico di un tubo bidirezionale. La dinamica degli incidenti avvenuti nell’attuale galleria ne può far fede.

L’economia ticinese (ma anche quella svizzera, come dimostrano diversi studi) verrebbe pesantemente e ingiustamente penalizzata quando non strangolata. Un’inchiesta tra 515 imprese del nostro cantone ha evidenziato in modo massiccio le preoccupazioni e possibili conseguenze per gli operatori economici. L’idea di investire centinaia di milioni di franchi per ampie rampe di carico e scarico a Biasca e Erstfeld, che verrebbero demolite al termine dei lavori di risanamento, non pare oltretutto il modo più efficiente di investire i soldi pubblici.

Per il mio giudizio, determinante è il vantaggio che si avrebbe con tre porte di accesso al Ticino, la ferrovia e due tunnel. Ogni possibile incidente in uno dei passaggi ci penalizza gravemente. Se invece di due abbiamo tre alternative non solo la situazione migliora sensibilmente (non del 33% ma del 50% come ci insegna la matematica) e la possibilità di venir disconnessi dal nord (Svizzera ed Europa) diminuisce in modo drastico. Ridurre tale rischio è di estremo beneficio anche per chi vuol iniziare un’attività in un Ticino a meno di due ore da Zurigo. Questi soli vantaggi basterebbero per convincere. Qualcuno mi ha suggerito che votando contro il secondo tubo si farebbe un dispetto all’UE. Mi spiace, sono euroscettico, ma non masochista.

Tito Tettamanti