Ecco come voterei il 9 dicembre 2015

  Il Consilio federale dell’8 dicembre non aveva alcun membro in comune con l’odierno, quello del 9 dicembre… uno!

Elezione CF x(fdm) Il 9 dicembre… è domani. Che cosa farò? Dalle 8 a mezzogiorno mi ingegnerò ad allestire una “diretta” dall’aula dell’Assemblea nazionale. Poi andrò (sperando di non fare tardi) a pranzo con due vecchi amici. Poi giocherò a bridge in casa privata. Infine, verso sera, tornerò al mio computer e al mio portale.

Penso che domanderò a “Millo” (=Paolo Camillo Minotti) di fornirmi alcuni commenti a tambur battente, mentre l’elezione sarà in pieno corso. Non solo a lui, magari.

PCM mi ha mandato oggi questo pezzo giocoso e divertente, che può servire come preparazione all’evento, per ingannare l’attesa. Ve lo propongo. È di tono scherzoso… ma contiene molte verità. 

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MinottiNaturalmente, come hanno scritto tutti i “bravi” giornali ministeriali, in dubbio nell’elezione del C.F. del 9 dicembre c’è solo il nome del secondo eletto UDC, che viene eletto per ultimo; per gli altri 6 la riconferma dovrebbe essere scontata….

Non è però proibito esprimere un auspicio per il Governo di cui la Svizzera avrebbe bisogno. Per raddrizzare un po’ la conduzione del nostro Paese occorrerebbe un deciso rimescolamento della composizione del Consiglio federale, ovvero: l’Assemblea federale il 9 dicembre non dovrebbe limitarsi a eleggere il successore di Eveline Schlumpf riconfermando come di routine gli altri; essa dovrebbe rifiutarsi di riconfermare anche la signora Simonetta Sommaruga, che sta gestendo malissimo la questione dei richiedenti l’asilo, anzi – per essere chiari – sta facendo il contrario della politica auspicata dalla maggioranza dei cittadini svizzeri su questo tema. Alla S.S. occorre dare il foglio di via; può andare a dirigere la Caritas o andare a fare volontariato nell’aiuto allo sviluppo, viste le sue predilezioni, ma non restare a dirigere il Dipartimento federale di Giustizia e Polizia. Pussa via!

Come hanno ben scritto nella “Weltwoche” della settimana scorsa i giornalisti Philipp Gut e Peter Keller, non mancherebbero tra i “compagni” persone più qualificate (e anche un po’ più equilibrati e meno succubi delle lobby “terzomondiste”) per succedere alla Sommaruga: per es. il consigliere agli Stati zurighese Daniel Jositsch o il consigliere di Stato sempre zurighese Mario Fehr, che dirige attualmente il dipartimento cantonale di giustizia. Questo nell’ipotesi che il successore ereditasse lo stesso dipartimento della Sommaruga. Ma, se del caso, essendo entrambi avvocati (e anzi Jositsch addirittura professore di diritto) sarebbero sicuramente in grado di dirigere pure un altro dipartimento.
Jositsch una settimana fa scrisse sul Tages Anzeiger che occorrono “i migliori candidati UDC” per il C.F., non escludendo perciò che possa essere cercata una persona al di fuori del “tricket” proposto dall’UDC. La “Weltwoche” ha preso la palla al balzo e giustamente gli ha ribattuto che anche per il PS occorrerebbe eleggere i più qualificati, proponendo appunto lo stesso Jositsch.
Naturalmente, una mancata riconferma sarebbe un’umiliazione per la Sommaruga e, se non concordata, anche per il PSS. Ci sarebbe un solo modo per mitigare una simile “sberla” nei confronti dei socialisti: procedere alla sostituzione pure di un consigliere federale ciascuno anche per gli altri partiti presenti in Governo (o almeno per quelli che ne hanno due, se vogliamo risparmiare Doris Leuthard che in fondo ci sta simpatica, in barba a certe scelte anche discutibili da lei fatte, e soprattutto è un’amica del Ticino). Quindi, oltre a Sommaruga, bisognerebbe dare il benservito pure a Ueli Maurer e a uno dei due PLR (io direi decisamente: al “Gentil ambassadeur” Burkhalter). E, in fondo, diciamocelo fra di noi: non è che lo faremmo solo per “compensare” la Sommaruga, ma ne potrebbe conseguire anche un vantaggio per il livello del nostro governo, purché si eleggessero persone capaci e energiche (che non mancano: per esempio Heinz Brand a Thomas Aeschi nell’UDC, Ignazio Cassis o Christian Lüscher nel PLR, oppure lo zurighese Ruedi Noser o la sangallese Karin Keller-Sutter o l’appenzellese Andrea Caroni nel caso si volesse cedere all’UDC Guy Parmelin o a Norman Goggi il seggio romando finora detenuto dal PLR, oppure anche nel caso che si volesse licenziare pure Schneider-Ammann, risp. Schneider-Ammann anziché Burkhalter). Se poi si volesse “fare la festa” anche a Doris Leuthard, rientrerebbe fra i papabili anche Filippo Lombardi (Ma occorre notare che la defenestrazione di Doris Leuthard oggettivamente non entrerebbe in linea di conto, non solo per la simpatia di cui gode ma anche per una questione procedurale: siccome essendo la più anziana in carica verrebbe eletta per prima, essa dovrebbe essere riconfermata per poter sperare di avere l’appoggio di una parte del gruppo PPD all’operazione). Sarebbe una gioia indicibile se tutto ciò potesse avvenire….
Si tratta di fanta-politica, però con un fondo di realismo. La storia delle elezioni del Consiglio federale dimostra che l’Assemblea federale fece talora delle scelte non conformi alle candidature ufficiali di preferenza quando vi erano plurime vacanze, ciò che permetteva appunto – come detto sopra – di non fare uno sgarbo a un solo partito, ma a due o a tre. Fu così che nel 1954, nell’ambito di un rimescolamento politico generale, venne eletto il conservatore ticinese Giuseppe Lepori anziché il liberale-radicale Aleardo Pini, benché quest’ultimo fosse non solo candidato ufficiale ma addirittura presidente del PLR svizzero. Analogamente nel 1973 non vennero eletti tutti e 3 i candidati ufficiali dei tre partiti principali (PS, PLR e PPD), per la convergenza trasversale di diverse volontà (il democristiano Leo Schürmann era segretamente inviso a una parte del suo partito, i radicali vodesi non volevano il candidato ufficiale PLR che era ginevrino, mentre parecchi PS non volevano il candidato ufficiale che era un professore universitario di San Gallo e gli preferirono il sindacalista dei ferrovieri Willy Ritschard, ecc.).
Certo a quel tempo si trattava di eleggere dei nuovi consiglieri federali al posto degli uscenti dimissionari, non di defenestrare dei consiglieri federali in carica (che per la Svizzera di quei tempi sarebbe stato….. come in Gran Bretagna fare uno sberleffo alla Regina in occasione di un ricevimento a Buckingham Palace). Ma, dal momento che nel 2007 si è voluto inaugurare la “moda” di buttar fuori dei consiglieri federali capacissimi ed efficienti, perché non cogliere l’occasione dell’ormai avvenuto strappo  della tradizione per liberarsi anche di quelli incapaci o incolori?
Paolo Camillo Minotti