La spinosa questione è da oggi davanti al Gran Consiglio
Fermissima l’opposizione delle associazioni economiche
Possibile un ricorso e, anche, un referendum

Interessante è l’osservazione finale sulla “alleanza” (tra Lega e UDC) che alcuni vorrebbero “finalmente impallinare”. Il contrasto sulla “linea verde” del ministro Zali, che gli avversari vedono piuttosto come “linea fiscale”, è ben noto. Molto attivo su questo fronte si mostra anche il PLR. (fdm)

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Zali yI Giovani UDC nell’ultima riunione del Comitato cantonale hanno discusso anche in merito alla „Tassa di collegamento“ esprimendo contrarietà unanime.

Coerentemente con la linea del nostro movimento, contraria a nuove imposte e balzelli e al “Tassa e spendi”, la medesima linea che ci portò l’anno scorso, in questo medesimo periodo, a lanciare il referendum contro l’aumento dell’imposta di circolazione insieme ai GLRT, e la stessa che ci ha visto attivi sul fronte dell’iniziativa “Si all’abolizione del canone obbligatorio” che altro non è che una tassa a tutti gli effetti, i Giovani UDC si dicono assolutamente contrari all’introduzione della suddetta tassa. Il 14 giugno scorso il 67% cittadini ticinesi dissero NO all’aumento dell’imposta di circolazione, e ciò doveva rappresentare un messaggio chiaro all’indirizzo del Governo cantonale: i cittadini ticinesi non sono limoni da spremere a piacimento quando servono fondi per sanare i conti cantonali.

Perché una misura che avrebbe un ipotetico potenziale di ridurre il traffico del 5%, a fronte di un ulteriore prelievo di 12 milioni a danno dei pendolari ticinesi non può esser considerata minimamente un’efficiente misura per ridurre il traffico ma più un ulteriore atto nella persecuzione da parte del Governo, sia federale che cantonale, degli automobilisti, atta a far cassa. D’altronde la minaccia di aumentare il moltiplicatore non fa altro che confermare tutto ciò.

I ticinesi pagano già abbastanza imposte/tasse/balzelli e aspettarsi che l’economia si faccia carico della tassa senza riversarla sui lavoratori è come credere all’esistenza degli unicorni e di questo Governo e Parlamento ne sono sicuramente coscienti. Ciò non toglie che alcune settimane fa le associazioni economiche hanno detto chiaramente di esser pronte a chinarsi sul finanziamento puntuale di progetti chiari e ben definiti atti a ridurre il traffico, cosa che in ogni caso ci sorprende positivamente e di cui il Governo e il Parlamento dovrebbero tenerne conto invece di ravanare un’altra volta nelle tasche dei cittadini. I GUDC invitano pertanto il Gran Consiglio a respingere innanzitutto la misura e in seconda battuta l’aumento del moltiplicatore.

È ora che il Governo guardi in faccia alla realtà: è impossibile mettere tutti i ticinesi sui mezzi di trasporto pubblici e ciò non per volontà di questi ultimi, bensì a causa dell’attuale offerta di mezzi di trasporto pubblici all’infuori dei centri abitati e nelle Valli. Un’offerta ulteriormente ridotta con l’entrata in vigore degli orari 2016 in alcune regioni del Cantone. Chiediamo, quindi, realismo al Governo e alla Politica, riconoscendo finalmente i limiti morfologici del Ticino che non permettono un’ulteriore espansione della rete dei mezzi pubblici di trasporto in modo efficiente e sostenibile e di conseguenza l’esistenza oggi e in futuro di pendolari ticinesi che utilizzano il mezzo privato per necessità.

Chiedere ad un operaio ticinese che raggiunge il proprio posto di lavoro in automobile perché impossibilitato ad utilizzare i mezzi pubblici, come ad esempio i residenti nelle valli, che con ogni probabilità paga già un affitto per il suo parcheggio, di farsi carico di un ulteriore onere che può oltrepassare i 1500.- annui è per noi una misura indegna che va assolutamente respinta.

Cosa fare quindi? Investire finalmente nell’infrastruttura viaria, dove possibile ampliare l’offerta di mezzi pubblici e attivare misure atte allo sviluppo di politiche di mobilità aziendale e condivisa insieme all’economia, senza toccare ulteriormente il portafogli dei cittadini ticinesi.

Ricordiamo che i Ticinesi a suo tempo sono stati chiari nei confronti del Consiglio di Stato e del Parlamento: Basta con le politiche “Tassa e Spendi”, Basta con l’inattività governativa e politica nel contenimento della spesa e, soprattutto Basta Tasse! I Giovani UDC sono pronti a ribadire questi concetti richiamando il Popolo alle urne, se necessario, in una sorta di “Basta Tasse Bis” permettendogli così di esprimere un giudizio nei confronti di questa ulteriore tegola che dovrebbe pesare solo su una parte di cittadini, cittadini serie B per il nostro Governo a quanto pare.

Ci teniamo a precisare, in ultima battuta, che questo atto non è assolutamente diretto al Direttore del Dipartimento del Territorio o alla Lega dei Ticinesi con cui, come confermato oggi dal Presidente dell’UDC Ticino sul CdT, continua la proficua collaborazione ricominciata alle scorse elezioni federali. Si tratta, bensì, di un atto assolutamente coerente con i nostri principi. Una precisazione dovuta per mettere a tacere le cassandre che non aspettano altro che questo per poter finalmente impallinare la nostra alleanza.

Giovani UDC Ticino